Daddy di Peter Whitehead e Niki de Saint Phalle (Francia-Regno Unito/1973), in programma sabato 28 giugno al Lumière raddoppia: si aggiunge, una proiezione al DAMSLab, sempre sabato 28, alle ore 18.30.
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Daddy di Peter Whitehead e Niki de Saint Phalle (Francia-Regno Unito/1973), in programma sabato 28 giugno al Lumière raddoppia: si aggiunge, una proiezione al DAMSLab, sempre sabato 28, alle ore 18.30.
Negli spazi del festival sono installati appositi distributori di acqua potabile. In Piazzetta Pasolini, si trova la Casetta dell’acqua messa a disposizione gratuitamente da Hera e in tutte le sale del festival sono presenti erogatori Culligan. Ricordati la borraccia!
RideMovi: servizio di bike-sharing con biciclette disponibili 24 ore su 24 in varie zone della città: durante i giorni del festival saranno presenti quattro spot dedicati in via Menarini e in via Azzo Gardino (vicino al Cinema Lumière), in piazza Re Enzo (vicino al Cinema Modernissimo), in via Calori, angolo via Lame (vicino al Cinema Arlecchino) e via Ugo Bassi (vicino al Cinema Jolly).
Navetta: è attivo il servizio navetta gratuito dedicato a tutti gli accreditati del Festival. La navetta collegherà le sale del Lumière al Cinema Modernissimo, e viceversa, con fermate intermedie ai cinema Arlecchino e Jolly. Dettagli del Servizio: 10 – 12:30 e 13:30 – 18:45.
Quest’anno ci sarà attivo il servizio navetta gratuito dedicato a tutti gli accreditati del festival. La navetta collegherà comodamente le sale del Lumière al Cinema Modernissimo, e viceversa, con fermate intermedie ai cinema Arlecchino e Jolly. Per consultare il percorso, le fermate e gli orari dettagliati, vi invitiamo a scoprire la mappa: https://festival.ilcinemaritrovato.it/navetta-gratuita/
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Prima di diventare attrice, regista, sceneggiatrice, drammaturga e saltimbanco, Coline Serreau studia organo, musicologia, danza e acrobazia, in particolare trapezio, alla scuola di circo di Annie Fratellini. Assidua frequentatrice della Cinémathèque française, ha probabilmente assistito alla prima retrospettiva dedicata a Lubitsch nel 1967. Dal 1969, senza esitare e senza mai lasciarsi incasellare, Coline Serreau incanta con la sua recitazione, i suoi scritti e le sue regie per il teatro, il cinema e l’opera. Impertinente e cinica come Diogene, fa della commedia la sua arma di protesta, perché nei tempi bui l’ironia di Capra e Lubitsch resta lo strumento più efficace per combattere i bassi istinti. Già nel 1978 Serreau affermava, con lungimiranza: “Mi piace che la gente rida e che si ponga delle domande. Nel cinema degli uomini ci sono molte correnti, un pensiero nuovo. Io rifiuto un certo tipo di ghetto e lo dimostrerò. La mia ambizione è pari a quella di qualsiasi uomo. È solo che noi donne osserviamo la realtà con uno sguardo da colonizzate, molto più sovversivo”.
A cura di Émilie Cauquy e Mariann Lewinsky
Nell’URSS dei primi anni Venti – attraversata da un incredibile senso di liberazione e con la prospettiva di un futuro tutto da creare e dove poter liberamente sperimentare – molti giovani autori realizzano dei capolavori travolgenti. Sono gli anni dell’amicizia che lega i temperamenti artistici affini di Isaak Babel’ e Sergej E · jzenštejn (che per anni lavorano assieme su alcuni progetti cinematografici, da Benya Krik a Beshin Lug, senza riuscire a realizzarne nessuno). Partendo da questo sodalizio, la sezione indaga attraverso grandi film e piccole scoperte un momento storico sanguinoso (dalla rivoluzione del 1905 al regime del terrore stalinista) che si intreccia con i destini di grandissimi artisti ucraini e russi come Vertov e Michoels, o ancora Grossman e Askoldov, eredi diretti di Babel’. Ma è soprattutto un omaggio a Odessa, celeberrima location cinematografica, e alla produzione Ucraina VUFKU nel breve spiraglio di libertà dal 1924 al 1929.
A cura di Mariann Lewinsky
Uno dei grandi del cinema italiano, apprezzato dal pubblico e dalla critica, ma senza che il suo nome finisse davvero nella lista dei massimi, con un’attenzione critica all’altezza. Eppure, pochi registi come Luigi Comencini possono contare un numero così alto di titoli di grande rilievo in generi così vari. Etichettato a un certo punto come “regista dei bambini”, in effetti a lui si devono film memorabili sull’infanzia e su padri e figli: La finestra sul Luna Park, Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano, Incompreso, Le avventure di Pinocchio, Voltati Eugenio. Ma Comencini è stato anche autore di alcuni tra i più bei mélo degli anni ’50 e di alcune tra le più belle commedie all’italiana. Privo del cinismo di molti registi italiani, il suo sguardo sulla società si fa sempre più amaro negli anni ’70, da Delitto d’amore a Lo scopone scientifico a L’ingorgo. E forse proprio questa sua amarezza lo spinge a diventare sempre più un osservatore attento e caldo dell’infanzia.
A cura di Francesca Comencini e Emiliano Morreale
Le produzioni cinematografiche del 1905 sono particolarmente significative perché prepararono il grande balzo che il cinema avrebbe compiuto negli anni successivi. Vennero costruiti studi e scoperti nuovi talenti, come Albert Capellani e Louis Feuillade. Si respirava un clima di tensione creativa e sperimentazione. Nello stesso anno, Alice Guy adattò per lo schermo Notre-Dame de Paris. Vi faremo rivivere il 1905 con una proiezione speciale delle opere di Méliès commentate dal vivo, una rassegna all’aperto di comiche Pathé proiettate manualmente con apparecchi dell’epoca e la riproposizione di programmi presentati a Helsinki e in Tunisia nel 1905.
A cura di Mariann Lewinsky e Karl Wratschko
Un omaggio a un grande attore austriaco, poi passato alla regia, un tempo immensamente popolare e oggi caduto nell’oblio. Artigiano consumato, Willi Forst fu un regista versatile che eccelleva sia nel genere drammatico che in quello comico. I suoi film degli anni Trenta e Quaranta, che costituiscono il corpus più compiuto mai prodotto da un regista attivo in Germania durante l’era nazista, rivelano un amore profondo e quasi ossessivo per la musica. Lungi dall’essere semplice sottofondo, essa permea ogni aspetto dell’opera di Forst, plasmando la trama, influenzando la messa in scena e guidando il montaggio. In un film di Forst una sola melodia può condurre alla felicità, alla disperazione o addirittura a entrambe nello stesso tempo. Caso unico, Forst riuscì in larga misura a non farsi contaminare dall’ideologia nazionalsocialista, conservando nei suoi film lo spirito garbato e sofisticato della tarda Repubblica di Weimar e coltivando al contempo una visione del mondo più cupa e malinconica, unicamente sua.
A cura di Lukas Foerster
Ancora una volta Il Cinema Ritrovato propone una selezione di classici e rarità realizzati o usciti cento anni fa. Siamo nel 1925, anno del 30° anniversario della nascita del cinema e che vide emergere futuri autori di prima grandezza come Alfred Hitchcock, Jean Renoir e Josef von Sternberg, di cui presenteremo i film d’esordio. Accanto a capolavori indiscussi come Sciopero! di Sergei E·jsenštejn o Il padrone di casa di Carl Theodor Dreyer, la rassegna include opere relativamente meno conosciute, tutte con accompagnamento musicale dal vivo. La sezione continua a valorizzare in modo particolare il lavoro delle registe e punta i riflettori sul pioniere del cinema afroamericano, Oscar Micheaux. Come da tradizione del Cinema Ritrovato, i programmi sono composti da film di fiction, non fiction, cortometraggi e cinegiornali che ci raccontano la piccola e la grande storia del 1925.
A cura di Oliver Hanley
I documentari sul cinema sono un genere prezioso e complesso, perché bisogna essere capaci di raccontare un film, un autore, un periodo, usando la lingua del cinema, sfida affatto scontata. La selezione di quest’anno propone una serie di documentari di straordinario valore, per la qualità e l’importanza dei documenti e delle testimonianze. Si va dai fluviali ed enciclopedici The Invisible Man, inedito ritratto di Kubrick dove a parlare sono le persone che più gli erano vicine, a Merchant/Ivory che esplora la storia di una coppia di artisti che assieme hanno dato vita ad un irripetibile corpus di film, che ha raccontato la cultura britannica e quella indiana; poi ci sono film più brevi ma non meno intensi, come i ritratti di Rohmer (svelato come nessuno era mai riuscito a fare prima), Katharine Hepburn, Gene Kelly, David Lynch, Serguei Paradjanov, Buster Keaton, il ritratto familiare realizzato da figli e nipoti di Charlie Chaplin e la straordinaria intervista / lezione di cinema a Scorsese che, per un’ora, ci racconta il lavoro che ha fatto sulle colonne sonore dei suoi film. Grazie al lavoro degli archivi possiamo presentare alcuni documentari che hanno fatto la storia del cinema, ma non più reperibili da alcuni anni, come Heart of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse, lo straordinario film sulla lavorazione di Apocalypse Now, Robert Wilson and the Civil Wars su uno dei più leggendari spettacoli teatrali del secolo scorso, Camera arabe, The young cinema arabe, ritratto di una generazione di cineasti leggendaria e che oggi è importante riascoltare, Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo, uno dei più bei documentari di Pasolini. Sul grande poeta e cineasta, ucciso cinquant’anni fa, proponiamo un documentario preziosissimo, basato su interviste ad amici di Pier Paolo registrate nell’estate del 1998 e rimaste inedite. Ma forse i punti più luminosi saranno i documentari di Marta Meszaros, François Reichenbach e Cartier Bresson, e la scoperta di quello che oggi sappiamo essere il primo film neorealista, Il pianto delle zitelle, 1939 di Pozzi Bellini. Sono cortometraggi potentissimi di Maestri che hanno saputo raccontare la realtà che li circondava, la grande e la piccola storia, con sguardi umani e irripetibili.
A cura di Gian Luca Farinelli
Per otto giorni anche i piccoli spettatori potranno partecipare al festival grazie a proiezioni, spettacoli e laboratori dedicati. Fra le rassegne, un omaggio all’animatore Bruno Bozzetto e all’animazione polacca e ungherese, in collaborazione con i rispettivi archivi nazionali e con il festival di Annecy, oltre a selezioni di corti animati per i più piccoli a cura di festival specializzati come quello di Clermont-Ferrand. Un programma speciale sarà dedicato ai film del 1905, musicati dal vivo e accompagnati dall’ ‘imbonitrice’ Julie Linquette. La voce del Cinema Ritrovato Young – un gruppo di giovani cinefili dai 16 ai 20 anni che nel corso dell’anno programma tre rassegne con appuntamenti mensili al Cinema Modernissimo – si farà sentire attraverso le interviste agli ospiti e al pubblico del festival, le video-recensioni dei film e le consuete introduzioni a una selezioni di titoli da loro promossi.
A cura di Schermi e Lavagne – Dipartimento educativo della Cineteca di Bologna
Gli undici film restaurati in programma si articolano lungo un arco temporale che va dai primi anni Sessanta alla metà degli anni Ottanta all’interno di una topografia cinematografica che fa della marginalità il suo centro di indagine. Quest’anno sono le voci meno note della fondamentale stagione del cinema di liberazione latinoamericano, quelle silenziate dal regime iraniano, dalle repressioni del mondo arabo e dalla violenza coloniale. Tra le riscoperte di quest’anno: Gehenu Lamai della poetessa del cinema singalese Sumitra Peries; due opere della Nouvelle Vague iraniana, Postchi e Safar, dei maestri Dariush Mehrjui e Bahram Beyzaï; La paga (film d’esordio ritenuto perduto) di Ciro Durán figura chiave del cinema colombiano; São Paulo, Sociedade Anônima di Luiz Sergio Person e Uirá, Um Índio Em Busca De Deus di Gustavo Dahl, due tessere della complessa storia del Brasile tra colonialismo e industrializzazione. E ancora la versione originale e inedita di Ghazl el-Banat, di Jocelyne Saab e due opere tunisine fondamentali: l’incendiario Riḥ Es-Sed del maestro tunisino Nouri Bouzid e Al Ôrs del collettivo Nouveau Théâtre. Infine un nuovo restauro del dittico guineano Mortu Nega di Flora Gomes, e O Regresso de Amílcar Cabral di Sana Na N’Hada.
A cura di Cecilia Cenciarelli
Nel corso della sua carriera Katharine Hepburn ha dovuto affrontare alti e bassi: poteva passare, in rapida successione, da un premio Oscar all’etichetta di ‘veleno per il botteghino’, conseguenza della sua personalità sempre sorprendente e, a volte, controversa. Indossava i pantaloni ed emanava un’aura femminista (era figlia di una suffragetta) in un’epoca in cui il mondo non era pronto ad accettarlo. Il suo accento del New England poteva risultare irritante, ma Hepburn era audace e controcorrente come poche hanno saputo essere: esilarante, agile, androgina e femminile allo stesso tempo. Ha attraversato gli schermi per sessantasette anni, registrando un record ancora imbattuto tra candidature (12) e vittorie (4) agli Oscar come migliore attrice. La sua carriera è stata più varia di quanto le si attribuisca, ma è soprattutto nelle commedie screwball (di cui c’è un tocco in tutte le sue migliori interpretazioni) che il talento di Hepburn risplende. Oggi siamo finalmente in grado di apprezzare appieno questa donna unica, così avanti rispetto al suo tempo.
A cura di Molly Haskell
Mikio Naruse è noto al mondo come uno dei quattro maestri del cinema classico giapponese insieme a Ozu, Mizoguchi e Kurosawa. Eppure, con l’eccezione di uno o due titoli canonici, i suoi film prebellici sono stati ignorati. Questa rassegna si concentra su cinque anni cruciali della sua carriera (1935-39), quando lavorò presso la neonata casa di produzione cinematografica P.C.L., che poi si sarebbe trasformata nella Toho. Qui Naruse utilizzò le tecnologie cinematografiche più avanzate disponibili in Giappone e nuovi stili di illuminazione e di fotografia mutuati da Hollywood per realizzare brillanti esplorazioni della modernità giapponese. Si immerse nella vita metropolitana e sviluppò un interesse profondo e duraturo per la condizione e il ruolo delle donne nella società nipponica. Gli spettatori abituati al tono cupo e rassegnato e alla sobrietà stilistica del cinema postbellico di Naruse rimarranno sorpresi dalla passione, vitalità e sperimentazione dei suoi lavori precedenti. Ricco di preziose rarità, questo programma si propone di riposizionare Naruse come uno degli autori più importanti del suo paese, non solo dopo ma anche prima della guerra.
A cura di Alexander Jacoby e Johan Nordström
Dagli archivi di Danimarca, Norvegia e Svezia ci giungono i film che hanno dato inizio alla stagione dei noir nordici, precursori cinematografici delle popolari serie Tv scandinave di oggi. Opere raramente proiettate al di fuori della Scandinavia, che mostrano la capacità del genere di sciogliere la superficie apparentemente ghiacciata della vita con risultati straordinari, come nel danese Mordets melodi (Melody of Murder, 1944) di Bodil Ipsen e nel norvegese Døden er et kjærtegn (Death Is a Caress, 1949). A proposito di femme fatale, in quest’ultimo film la “femme” sta anche dietro la macchina da presa: a dirigerlo è infatti Edith Carlmar, il cui stile evoca il fatalismo del miglior cinema noir. Dopo la guerra i Paesi scandinavi si allinearono pienamente alla tradizione hollywoodiana, e le luci soffuse, le inquadrature disturbanti e sbilanciate e le storie di desiderio e lussuria dagli esiti nefasti aprirono la strada allo sviluppo del noir nordico. Questa rassegna celebra quell’eredità, presentando copie d’archivio in 35mm e restauri digitali.
A cura di Tora Berg, Mikael Braae, Sophie Engberg Sonne e Irene Torp Halvorsen
Milestone – émigré ebreo-russo – ha fatto da ponte tra il cinema muto e gli spettacoli in 70mm degli anni Sessanta. Noto per possedere uno stile tra i più distintivi ed eclettici della sua generazione, con le sue opere popolari e originalissime spaziò dal capolavoro pacifista All Quiet on the Western Front al musical progressista Hallelujah, I’m a Bum. Per quanto densi, cupi e impegnativi, i suoi film erano spesso intrisi di arguzia, cameratismo e coraggio, anche quando si confrontavano con le atrocità collettive del Novecento. Nonostante la sua fama, Milestone sopravvisse con difficoltà alla lista nera di Hollywood, in seguito alla quale fu costretto ad accettare incarichi mediocri. Questa rassegna, che presenta nuovi restauri e copie d’archivio e attraversa la sua produzione dal muto al maccartismo, ha l’obiettivo di recuperare l’arte di un uomo che combatté molte delle battaglie affrontate dall’umanità nel Ventesimo secolo, dando prova di una saggezza e di una sensibilità poetica capaci ancora oggi di scuoterci.
A cura di Ehsan Khoshbakht
Quest’anno la sezione si concentra su un genere strettamente associato al formato 16mm: il documentario musicale, compreso il popolare sottogenere del rockumentary. L’avvento delle tecniche del direct cinema e il momento di massimo splendore della cultura musicale negli anni Sessanta portarono alla realizzazione di film che raccontavano le performance e gli stili di vita frenetici ed edonistici delle star della musica e dei loro entourage. Trattandosi di un’epoca di profondi cambiamenti culturali, la maggior parte dei documentari su musicisti, concerti e festival superò ben presto i confini dell’arte: la politica e la critica sociale divennero elementi integranti del genere. La selezione si muove tra diversi generi musicali, sottolineandone la varietà geografica ed estetica per esplorare le lotte e i mutamenti in atto tra gli anni Sessanta e gli Ottanta. Il programma include titoli come Festival (Murray Lerner, sul Newport Folk Festivals), Right On! (Herbert Danska, con i Last Poets), Wattstax (Mel Stuart, con Isaac Hayes, Albert King, Carla e Rufus Thomas) e The Decline of Western Civilization (Penelope Spheeris, con i Black Flag, i Circle Jerks, i Germs e gli X).
A cura di Karl Wratschk
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli
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A cura di Gian Luca Farinelli
Anche quest’anno i Cinefili di tutto il mondo potranno divertirsi a scoprire il loro film preferito, navigando tra le certezze del canone cinematografico, l’ebbrezza della scoperta e i guilty pleasures del Pratello POP. Tra i classici molte opere giovanili di Maestri, come The Scarlet Drop, ritrovato in Cile e realizzato da John Ford nel 1918, gli esordi di von Sternberg, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche classici della maturità di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Vicino ai grandi autori troverete molte sublimi prove d’attrici e attori, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Preminger, l’ineguagliabile Danielle Darrieux di La verità su Bébé Donge, il magistrale Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili, un’inedita Simone Signoret di Les Mauvais Coups… Ritrovati e restaurati è la sezione che più di ogni altra canta la gloria del lavoro degli archivi e del restauro, che consente di vedere film sconosciuti, come il sovietico Moi syn (My Son) di Evgenii Cherviakov, il delizioso thriller inglese Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità, o i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca Unam. Il colore è una delle chimere che Il Cinema Ritrovato insegue da trentanove anni, e quest’anno non mancheranno le grandi emozioni: da esempi assoluti della sperimentazione in Technicolor come Duello al sole di King Vidor e Artisti e modelle di Frank Tashlin, ai colori di Sholay di Ramesh Sippy, uno dei più grandi successi del cinema indiano, a quell’impossibile viaggio nelle sbiadite tonalità della memoria che è La clessidra di Wojciech Has. I confini del canone scricchiolano, e i guilty pleasures del Pratello POP lo confermeranno, da Arrapaho a Non si sevizia un paperino, forse uno dei migliori film sul meridione italiano, da Café Flesh di Rinse Dream, geniale film di fantascienza post-atomico pornografico, ai cult della Hammer sontuosamente restaurati in digitale. La selezione di quest’edizione conferma che la storia del cinema è materia viva, ma anche che non è la stessa cosa vedere un film sul cellulare o in una sala, proiettato perfettamente sul grande schermo, visto assieme a un vero pubblico. Le proiezioni del festival sono tutte da 5 stelle lusso, ed è facile prevedere che saremo tutti in Piazza Maggiore a godere la proiezione 70mm, offerta da Sony Columbia, della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
A cura di Gian Luca Farinelli