Lunedì 19 luglio, in Piazza Maggiore "under the stars", in occasione della proiezione del restauro di Les Bas-Fonds (Verso la vita, Francia/1936) di Jean Renoir, serata che ha anticipato l'inaugurazione del festival Il Cinema Ritrovato, Nicolas Seydoux (Gaumont) ha dedicato una lettera al cinema e al direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli, con una citazione da Le Petit Prince di Antoine de Saint-Exupéry.
#Jean Renoir |
“Toni di Jean Renoir è il più bel film presente nel programma di quest’anno” aveva dichiarato Gian Luca Farinelli alla presentazione di questa XXXIII edizione del festival. È stata infatti organizzata la lezione di cinema “Toni, un film mutante" tenuta dallo scrittore Alain Bergala.
Come ogni Cinema Ritrovato, il magazine della passione per il cinema seguirà capillarmente il programma del festival “paradiso dei cinefili”.
“Jean Renoir era un uomo immenso. È difficile parlarne perché, guardando il suo lavoro, ci accorgiamo che ha fatto cose semplici che in realtà sono di grande complessità. Io posso solo esprimere il mio punto di vista su questa complessità”. È con questa dichiarazione d’amore che si apre l’incontro con Jean Douchet dedicato a Jean Renoir, nell’ambito delle Lezioni di Cinema organizzate dal Cinema Ritrovato.
I post di CinefiliaRitrovata.it dedicati al Cinema Ritrovato. Come ogni anno il magazine della Cineteca di Bologna seguirà da vicino – e con sguardo critico – gli appuntamenti più salienti in programma.
Ciné-Archives is in charge of the film archives of the French Communist Party and the labor movement. Our mission is to preserve and provide access to this moving image collection. The 3-DVD set La Vie est à nous, Le Temps des cerises et autres films du Front populaire is our first publication, which explains why we only submitted this one for Il Cinema Ritrovato DVD Awards, hoping we have other DVDs to present in years to come!
La sezione dedicata a Jacques Becker prosegue con Goupi Mains Rouges, recentemente restaurato dalla Pathé a partire dal negativo camera. Il film è girato in piena occupazione tedesca, e il discreto successo ottenuto libera Becker dall’etichetta di “allievo di Renoir” e gli assicura un posto di primo piano nel cinema francese del dopoguerra.