Il Cinema Ritrovato 2021: il programma del 21 luglio
Nella seconda giornata di Cinema Ritrovato, al via la rassegna dedicata alla Iwanami, casa di produzione che seppe trasformare il cinema documentario giapponese con un approccio innovativo anche per gli standard internazionali: come dimostrano i film di Susumu Hani, che anticipano di qualche anno il Free Cinema inglese e il cinéma vérité.
Restiamo in Giappone con la Tomijiro Komiya Collection: il programma Oriente e Occidente ci trasporta nelle esotiche atmosfere dei film dedicati a culture e popoli stranieri – tra questi un riuscito esempio di coproduzione, la riedizione dell’Odissea italiana del 1911 realizzata nel 1929 dal benshi Komada Kôyo. Arrivano invece dalla Cina tra 1901 e 1904 le immagini raccolte da Auguste François, console, fotografo ed etnografo dilettante, con una cinepresa fornitagli da Léon Gaumont. Dall’Oriente al Medio Oriente con la lezione di cinema di Sylvie Pras e Massoumeh Lahidji, curatrici dell’esposizione Where Is Kiarostami? al Centre Pompidou.
Per la sezione Documenti e documentari, scopriremo cosa succede quando il cinema produce altro cinema grazie all’utilizzo innovativo e sorprendente di found footage: ne sono un esempio i due film di Bill Morrison in programma, The Village Detective: A Song Cycle e Buried News, entrambi introdotti dal regista, e Fascista di Nico Naldini, che nel 1974 compone un ritratto antiretorico del fascismo realizzato attraverso il montaggio di soli materiali d’epoca. Una scoperta sono invece le immagini delle lezioni tenute da Eduardo De Filippo all’Università Sapienza di Roma a inizio anni Ottanta.
Il Cinema Arlecchino è ancora una volta la location giusta per scoprire il meglio del Parallel Cinema indiano, con la proiezione di Uski Roti di Mani Kaul (uno dei film che segna l’inizio di questa congiuntura creativa e radicale, opera d’esordio e primo film indiano compiutamente sperimentale, presentato in una copia unica 35mm, introdotta dalla regista Loubna Régragui) e della sezione Cinemalibero, che presenta quest’anno un programma tutto al femminile, con gli esordi di cineaste che sono riuscite a ‘creare un precedente’, passando alla storia come le prime del loro paese, come l’ungherese Márta Mészáros, di cui presentiamo – in prima assoluta – il restauro di Eltávozott nap, (in replica, Araya di Margot Benacerraf, Premio della critica a Cannes 1959 ex-aequo con Hiroshima mon amour).
Anche nel 1921 il cinema è donna: il regista è William C. deMille (fratello di Cecil), ma Miss Lulu Bett non solo è tratto dal romanzo e dalla pièce di Zona Gale, prima drammaturga donna a vincere il Pulitzer, ma non sarebbe lo stesso senza l’apporto della sceneggiatrice Clara Beranger.
Sarà la musa del festival, Romy Schneider, a illuminare la serata di Piazza Maggiore e della LunettArena. In La Piscine di Jacques Deray il suo fascino di donna si oppone allo sfarfallio adolescenziale di Jane Birkin (tra loro Alain Delon, e il terzetto è da perderci la testa). Presenta Volker Schlöndorff, che terrà nel pomeriggio una lezione dedicata a Romy.
In contemporanea in Piazzetta Pasolini si terrà la prima proiezione con lanterna a carbone di questa edizione del festival, una proiezione che è due volte speciale. Perché potremo ammirare I raggi “Z” in una copia con vere imbibizioni di Jan Ledecký restaurata dal Národní filmový archiv, Museo Nazionale del Cinema di Torino e Cineteca di Bologna, versione più lunga di quella che proiettammo nel 2009, ma ancora, purtroppo, incompleta. E perché potremo viaggiare indietro nel tempo e ammirare ciò che videro gli spettatori bolognesi del Reale Cinematografo Lumière di via Rizzoli 13 nel 1901. Dodici vedute del catalogo Lumière con cui festeggiamo il cinema di centovent’anni fa a Bologna.
Tra i restauri della giornata, capolavori come l’immenso The Best Years of Our Lives di William Wyler o, per chi lo avesse perso, la replica di Les Bas-fonds di Jean Renoir. Watermelon Man, geniale commedia del maestro del cinema afroamericano Melvin van Peebles; Le Sang à la tête di Gilles Grangier, tratto da Georges Simenon, con Jean Gabin in un ruolo inedito; I Wake Up Screaming di H. Bruce Humberstone, opera indispensabile nell’evoluzione del noir.
È arrivato l’accordatore chiarisce il nostro debito con Fellini, che pochi mesi dopo Duilio Coletti ha trasformato Alberto Sordi in acuto interprete. Al via anche gli approfondimenti sul restauro, con due incontri all’Auditorium DAMSLab dedicati rispettivamente a De man die zijn haar kort liet knippen e ai restauri delle grandi major hollywoodiane.
Variazione di programma
Il previsto doppio programma dedicato a Sessue Hayakawa (The Swamp e Black Roses) si inverte con il programma ‘La verità dell’inganno. Pezzi di film italiani‘ della sezione Ritrovati e Restaurati, previsto lunedì 26 alle ore 10.45. Cinque frammenti che giocano a nasconderci molte cose, restaurati e presentati in anteprima. Tra questi, Il fenomenale amico di Polidor di Ferdinand Guillaume ed Emir cavallo da circo di Ivo Illuminati e Lucio d’Ambra.