Programma a cura di Peter von Bagh, Gian Luca Farinelli e Guy Borlée
#2009 |
“Forse non esisteva veramente un’America, forse esisteva solo Frank Capra”.John Cassavetes
Programma a cura di Grover Crisp, Rita Belda (Sony Columbia) e Guy Borlée con la consulenza di Joseph McBride
Bartolomeo Pagano, camallo al porto di Genova, fu scoperto da due collaboratori del regista Giovanni Pastrone che, appena lo videro, si resero conto di aver incontrato l’interprete ideale per il personaggio dello schiavo possente e buono previsto in Cabiria. D’Annunzio lo ribattezzò Maciste, inventando il richiamo a un finto semidio mitologico.
Programma a cura di Claudia Gianetto e Stella Dagna (Museo Nazionale del Cinema), Davide Pozzi e Alessandro Marotto (L’Immagine Ritrovata)
Alla ricerca del colore dei film è, come spiega il titolo, una rassegna impossibile. Impossibile trattenere il colore di un film; lo sanno bene i laboratori di stampa, ogni copia della stessa opera è diversa dall’altra; lo sanno bene i proiezionisti, ogni proiezione tradisce la precedente e la successiva, troppe le variabili, sale, proiettori, lanterne, lampade, obiettivi e oggi, il digitale. Resta solo la nostra memoria che, oggi lo sappiamo, è in movimento, non ci restituisce mai una fotocopia, ma una fotografia aggiornata di quello che abbiamo vissuto.
Programma a cura di Gian Luca Farinelli e Peter von Bagh
Il punto d’arrivo del cinema, raggiunto in rari istanti dai grandi fra i grandi: Losey, Lang, Preminger e Cottafavi, consiste nel liberare lo spettatore da ogni distanza cosciente per precipitarlo in uno stato di ipnosi sostenuto da un incantamento di gesti, di sguardi, di infimi movimenti del volto e del corpo, di inflessioni vocali, in seno a un universo di oggetti scintillanti, lesionanti o benefici, in cui ci si perde per ritrovarsi accresciuti, lucidi e pacificati. […] Losey, Preminger, Cottafavi, Don Weis, Lang, Walsh, Fuller, Ludwig, Mizoguchi soltanto hanno conosciuto in gradi diseguali il segreto di una presa sull’attore e sul décor che Murnau o Griffith non erano in grado di condurre alle sue estreme conseguenze, e che Hawks, Hitchcock, Renoir, Rossellini non hanno fatto che intravedere senza controllarla.
Michel Mourlet, Sur un art ignoré, «Cahiers du Cinéma», n. 98, agosto 1959, pp. 23-37. Traduzione di Adriano Aprà
Programma a cura di Giulio Bursi e Adriano Aprà in collaborazione con CSC – Cineteca Nazionale, Cineteca del Friuli, Ripley’s Film e Cinecittà International
Dal 1940 al 1944, nella Francia occupata sono stati prodotti duecentoventi lungometraggi di finzione. Una produzione rigidamente controllata che avrebbe dovuto contribuire a instaurare “l’ordine nuovo” proclamato dal Maresciallo.
Programma e note di Eric Le Roy (CNC-Archives Françaises du Film)
Presentiamo circa cento film in dodici programmi, per mostrare nel presente del 2009 il mondo e il panorama cinematografico del 1909. La sezione “Cento anni fa” sembra mantenere le stesse caratteristiche dell’edizione dello scorso anno, tuttavia è cresciuta ancora, quasi in sordina; ne fa parte anche il primo programma di “Tutti i colori del mondo – I colori del 1909”.
Programma cura di Mariann Lewinsky
I documentari di Jean Epstein sono ambientati nella Bretagna costiera. Il regista, conosciuto anche come teorico, ha creato il concetto di paysage- acteur: significa che la natura ha sullo schermo lo stesso ruolo degli attori nei film drammatici ed è l’oggetto di uno studio dettagliato quanto loro.
Programma a cura di Peter von BaghSi ringrazia Laura Vichi
La retrospettiva organizzata su iniziativa della Cinémathèque di Tolosa e del Gosfilmofond ha permesso di scoprire, in venti program- mi, più di trenta film che mettono in scena soggetti, racconti e per- sonaggi riferiti agli ebrei della Russia, prodotti tra gli anni Dieci e gli anni Sessanta nell’impero russo poi in Unione Sovietica.
Programma e note a cura di Natacha Laurent (Cinémathèque de Toulouse) e Valérie Pozner Promosso da Cineteca di Bologna, Ambasciata di Francia in Italia, Fondazione Nuovi Mecenati, Délégation cul- turelle / Alliance Française de BologneIn collaborazione con Gosfilmofond
Con il patrocinio della Fondazione Museo Ebraico di Bologna
Dopo la presentazione al Cinema Ritrovato dello scorso anno di Gli ultimi giorni di Pompei, L’acqua miracolosa e soprattutto di Forza irresistibile, un esaltante pas-de-deux di Gigetta e Rodolfi, soddisfiamo ora la nostra aspirazione di realizzare una retrospettiva.
Programma a cura di Chiara Caranti e Mariann Lewinsky
Anche quest’anno la sezione dedicata a Charles Chaplin si occupa in realtà dell’influenza che ha esercitato sulle persone con cui ha lavorato. Harry d’Abbadie d’Arrast, assistente di Chaplin, è stato un importante regista, poco noto al grande pubblico, ma fortemente sostenuto da una ristretta cerchia di conoscitori. Il “mistero Chaplin”, inoltre, sarà ulteriormente indagato da Cecilia Cenciarelli che in un dossier speciale illustrerà il suo progetto per un film su Napoleone.
Programma a cura di Cecilia Cenciarelli
La World Cinema Foundation (WCF) è un’organizzazione senza fini di lucro che si dedica alla conservazione e al restauro di film dimenticati in tutto il mondo. È stata fondata da Martin Scorsese per sostenere e incoraggiare l’attività di conservazione, per salvare il patrimonio cinematografico mondiale e garantire che questi film siano conservati, proiettati e condivisi. Dal 2007 le prime dei suoi restauri sono presentate al Festival di Cannes.
Anita Berber non fu esclusivamente una straordinaria ballerina ma recitò anche in teatro e in ventisei film (secondo quanto si è potuto appurare finora). Molti di questi film sono andati definitivamente distrutti o al momento sono da considerarsi perduti. Il ritrovamento e il restauro di Die Drei Marien und der Herr von Marana (1922, regia: Reinhold Schünzel), costituisce un sensazionale successo per tutti coloro che si adoperano per ritrovare film considerati perduti da decenni.
Programma a cura di Alessandro Marotto in collaborazione con Lothar Fisher e Paolo Caneppele
Film ben poco lineari, capaci di raccontare storie diverse che a volte s’incontrano e altre volte interagiscono tra loro in maniere più sottili e segrete, opere di questo genere si rivelarono piuttosto popolari nei primi anni del sonoro. E un capolavoro come Treno popolare (1934) di Raffaello Matarazzo, proposto in questo festival due anni fa, ne è la prova.
Programma a cura di Peter von Bagh
Film ben poco lineari, capaci di raccontare storie diverse che a volte s’incontrano e altre volte interagiscono tra loro in maniere più sottili e segrete, opere di questo genere si rivelarono piuttosto popolari nei primi anni del sonoro. E un capolavoro come Treno popolare (1934) di Raffaello Matarazzo, proposto in questo festival due anni fa, ne è la prova.
Programma a cura di Peter von Bagh