Per il terzo appuntamento con il nostro viaggio di esplorazione fra gli archivi e le collezioni cinefile d’oltreconfine, partiamo dai Paesi Bassi, visitando le collezioni online dell'EYE Filmmuseum, ci spostiamo poi in Portogallo, accedendo alla sala virtuale della Cinemateca Portuguesa e approdiamo di nuovo oltreoceano, questa volta in Argentina, per sfogliare la piattaforma streaming dell'Instituto National de Cine y Arte Audiovisuel. Per finire, un appuntamento speciale su ARTE.tv.
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Il ciclo di film argentini proposto da Edgardo Cozarinsky e Fernando Martín Peña propone “un’altra storia”. L’intenzione era quella di portare al festival Il Cinema Ritrovato una selezione di film anticonvenzionali, non consacrati e poco conosciuti in Italia e in Europa, ma che hanno ricevuto grande impatto nel paese sudamericano.
Si muero antes de despertar (1952) di Carlos Hugo Christensen e Mas allà de olvido (1955) di Hugo Del Carril, visti nella sezione “Un’altra storia del cinema argentino”, presentano più di un punto in comune: entrambi sono tratti da opere letterarie - il primo da un racconto di William Irish e il secondo dal romanzo del 1892 Bruges la morta di Georges Rodenbach -, entrambi puntano su atmosfere cupe e morbose e soprattutto entrambi si ispirano in qualche modo a modelli hollywoodiani, trovando però allo stesso tempo una personale chiave di lettura del modello stesso.
L’esordio di Alberto Fischerman The players vs. Angeles caidos (1975) è un film che pare seguire come unica regola quella di non avere regole; è infatti per Albert Tabbia “il film più libero, innovativo, insolente mai prodotto dal cinema argentino”, mentre per Edgardo Cozarinsky, uno dei due curatori della sezione “Un’altra storia del cinema argentino”, Fischerman respingeva “la buona rifinitura del cinema che aspirava alla qualità come gli alibi del cinema militante”. Naturalmente, stupido sottolinearlo, il mancato rispetto delle regole della narrazione più classica e lineare e la libertà stilistica hanno un significato ben preciso, che assume un senso ancora più chiaro se si legge il film alla luce della storia argentina e come metafora politico-sociale.