The story behind the film
La narrazione è sempre un atto di rielaborazione e riscrittura, un’opera di rigenerazione. Il cinema non fa eccezione.
Si scrive una storia e la si realizza in un racconto cinematografico a partire da vicende del mondo (dai racconti che degli accadimenti si fanno) o da riflessioni personali da esse emerse, si rielaborano sequenze filmiche o si traduce in cinema un racconto compiuto già realizzato in un medium differente, che sia un libro, un’opera d’arte visiva, un videogioco. O, al limite, una composizione musicale.
Ma concentriamoci sulle opere letterarie. Anche quest’anno, sono molte infatti le pellicole derivate da libri: a volte i volumi sono più celebri dei film, spesso il contrario; la domanda è la classica: è meglio il libro o il film?
Nelle sezioni del festival, troviamo:
Sezione “Ritrovati e Restaurati”
Highlight: Programma particolarmente denso del festival, ricco di capolavori e film di culto riportati all’originario splendore, talmente celebri da nascondere a volte interessanti retroscena… come le opere letterarie di cui sono debitori, altrettanto famose o spesso semisconosciute, ma comunque meritevoli di attenzione.
Sapevate, per esempio, che Lo squalo di Spielberg (1975) ha un romanzo alle spalle? Si tratta dell’opera omonima di Peter Benchley (1974), best seller da oltre venti milioni di copie vendute in tutto il mondo. E che dire dell’inquietante Hellraiser girato da Clive Barker regista (1987) e tratto da Schiavi dell’inferno (1986) dello stesso autore in veste di scrittore? O del romanzo antirazionalista Homo Faber di Max Frisch (1957), che ritroviamo al festival nella traduzione cinematografica Voyager firmata da Viktor Shlondorff (1991)? Per non parlare di autori classici come Robert Louis Stevenson, ispiratore – con il suo racconto Il trafugatore di salme – di cupi adattamenti per il cinema come The Body Snatcher di Robert Wise (1945).
Nella stessa sezione:
Pépé le Moko di Julien Duvivier (1937), tratto dal romanzo omonimo di Jacques Krauss.
Sentieri selvaggi di John Ford (1956), dal romanzo omonimo di Alan Le May.
Johnny Got a Gun, esordio alla regia – a 66 anni – di Dalton Trumbo nel 1971, da un suo omonimo romanzo di trent’anni prima.
Malpertuis di Harry Kümel (1971), tratto dal romanzo di Jean Ray.
Un tranquillo weekend di paura di John Boorman (1972), da Dove porta il fiume di James Dickey (1970).
Phase IV di Saul Bass (1974), ispirato a L’impero delle formiche (racconto di H.G. Wells).
Highlight: Quo vadis? di Gabriellino D’Annunzio e Georg Jacoby (1924), tratto dall’omonimo romanzo del polacco Henryk Sienkiewicz (1895), che grazie a questa opera raggiunse fama internazionale e il premio Nobel per la letteratura nel 1905.
Nella stessa sezione:
I ragazzi della via Pál (A Pál utcai fiúk), romanzo ugherese per ragazzi firmato da Ferenc Molnár, da cui è tratto il film di Béla Balogh.
Kyoikuotogimanga usagi to kame (La lepre e la tartaruga) del giapponese Sanae Yamamoto, tratto dalla favola di Esopo.
Gösta Berlings saga (La saga di Gösta Berling) di Mauritz Stiller, romanzo della scrittrice svedese Selma Lagerlöf (1891).
Sezione “Gustaf Molander, il regista delle attrici”
Highlight: il dittico di Molander composto da Ingmarsarvet (1925) e Till Österland (1926), che possiamo considera l’epilogo dell’età dell’oro del cinema muto svedese, derivano da celebri opere letterarie (il primo e il secondo romanzo della saga Jerusalem di Selma Lagerlöf).
Sezione “Viaggi nella notte: Il mondo di Anatole Lidvak”
Highlight: tra gli scrittori creditori di questa sezione il più celebre è sicuramente Joseph Kessel (già autore del romanzo Bella di giorno, da cui Buñuel il suo cult movie con protagonista una splendida Catherine Deneuve): da un suo testo Litvak trarrà L’Èquipage (1935), in programma al festival.
Nella stessa sezione:
City for Conquest (La città del peccato, 1940) e The Snake Pit (La fossa dei serpenti, 1948) tratti rispettivamente da romanzi di Aben Kandel e di Mary Jane Ward.
Highlight: i film di culto che proponiamo nella sezione dedicata a Dietrich hanno provenienze letterarie di tutto rispetto. Il conturbante Angelo azzurro di Josef von Sternberg (1930) è debitore del romanzo Professor Unrat (1905) dello scrittore tedesco Heinrich Mann, fratello del più celebre Thomas.
Witness for the Prosecution (Testimone d’accusa, 1957) di Billy Wilder, candidato a sei statuette agli Oscar e ispirato all’omonima opera teatrale firmata da Agatha Christie (1953), a sua volta adattamento di un racconto della scrittrice.
Touch of Evil (L’infernale Quinlan, 1958) di Orson Welles, liberamente tratto dal romanzo Badge of Evil di Whit Masterson, uno degli pseudonimi della coppia di scrittori statunitensi di libri gialli Robert Wade e H. William Miller, sodalizio artistico che produsse 33 romanzi.