24/06/2019

La prima giornata in Sala Mastroianni: tra il ponte di Brooklyn e lanterne cinesi

Prima giornata di proiezione in Sala Mastroianni. Una serie di muti provenienti da diversi paesi e di varia lunghezza, accompagnati da musica dal vivo e introdotti da Mariann Lewinsky, Andrea Meneghelli ed altri esperti. Ha terminato la giornata The red lantern, unico lungometraggio proiettato.

La XXXIII edizione del Cinema Ritrovato si è aperta con una giornata di pioggia e grandine, ma il maltempo non ha fermato gli spettatori entusiasti che, ancora bagnati e con gli ombrelli gocciolanti in mano, hanno aspettato in fila sorridenti per entrare in Sala Mastroianni.
Coloro che frequentano il Festival da tempo lo fanno già, ma anche per gli spettatori più nuovi diventerà ben presto un’abitudine attribuire a ognuna delle sale del Cinema Ritrovato una sua identità – legata alla programmazione che vi ha luogo – così da potersi orientare con più facilità tra le numerose proiezioni che si tengono, contemporaneamente, in luoghi diversi della città.
Sala Mastroianni, nello specifico, è lo spazio dedicato alla proiezione dei film muti, la cui lunghezza varia dai pochi secondi a un’ora e mezza e oltre, e la cui provenienza non conosce limiti o confini. Un’altra caratteristica della Sala è l’accompagnamento musicale che, dal vivo, si unisce alle proiezioni e le avvicina alle modalità in cui, originariamente, molte di esse erano state concepite.
Nel primo pomeriggio del 22 giugno Mariann Lewinsky, tra le direttrici del Festival, e Andrea Meneghelli, responsabile dell’archivio film della Cineteca di Bologna, entusiasti e felici come gli spettatori seduti di fronte a loro, hanno dato il via alle attività della sala introducendo la sezione dei Ritrovati e Restaurati – Colori ritrovati: dieci film 1896-1916.

Di fronte a una sala piena e partecipe, Meneghelli ha sottolineato come la preparazione del Festival sia anche «un’occasione per ritrovare e restaurare film italiani che “sbucano nel mondo come funghi”. Gli spettatori reagiscono divertiti, e così le risate tedesche si mescolano a quelle inglesi, francesi e a quelle provenienti da tutti gli altri paesi che si ritrovano in occasione del Cinema Ritrovato. I film mostrati nel corso del pomeriggio, appartenenti anche ad altre sezioni del programma che avranno luogo nella sala –1899: Cinema anno quattro, Cento anni fa:1919 e “Ridateci Musidora!” – mostrano le tracce del tempo che è passato, sono come «battlefield of scars of the time» ma continuano a suscitare le emozioni degli spettatori. C’è commozione di fronte a Fedra che si dispera per la morte dell’amato Ippolito (in Phèdre); curiosità guardando i vetrai che, nella Murano del 1910, danno dimostrazione della loro attività (in
Venetie); divertimento mentre la protagonista di Sur un air de Charleston di Jean Renoir (1927) insegna come ballare il charleston. Gli spettatori poi, nello stesso momento, si girano rivolgendosi verso il fondo della sala quando la Lewinsky sottolinea la presenza del proiettore 16mm e dell’importanza, nel corso del Festival, di un discorso sui formati del cinema e sulla sua natura intrinseca di strumento tecnologico.

La giornata in Sala Mastroianni si conclude con la proiezione di The red lantern, film di Albert Cappellani del 1919 che riprende a distanza di soli vent’anni i fatti storici della rivolta dei Boxers.
Verso l’ora di cena i 174 posti della Sala Mastroianni, sempre tutti occupati nel corso delle proiezioni, si liberano. Gli spettatori escono visibilmente soddisfatti dopo un pomeriggio di muti e di musica, e Piazzetta Pasolini si riempie di persone. Nel frattempo, ha anche smesso di piovere.

Report di Diana Napolitano
Nell’ambito del corso di Alta Formazione per redattore multimediale e crossmediale, nel progetto di formazione della Cineteca di Bologna.