“Ridateci Musidora!”

Programma a cura di Émilie Cauquy e Mariann Lewinsky

 

A differenza dei libri gialli, ci tocca vivere senza risposte.
David Grann, Le Diable et Sherlock Holmes

 

Stando a Robert Desnos, André Breton e Louis Aragon, Irma Vep è il cinema totale, e forse la grande realtà del secolo: fata moderna, enigma di carne che si manifesta senza essere invitato, definizione moderna della notte in quel tessuto feticcio che è la seta nera, amore dell’ombra felino e indocile. Ma Jeanne Roques? E Musidora? Colette aveva trovato la formula per descriverla: “Da piccolo, uno dei miei fratelli voleva assolutamente che il buon Dio gli inventasse un bastone con una sola estremità. Ma tu hai creato il bastone con tre estremità: una di esse reca un pennello, l’altra una penna felice e la terza una matita per le sopracciglia”. In ordine sparso, l’attrice dallo sguardo che affascina è anche una cineasta indipendente che scrive, produce, interpreta e gira una trilogia ambientata in una cronotopica Spagna degli anni Venti, una pittrice allieva dello studio di François Schommer e dell’Académie Julian, musa e madrina di guerra per i soldati dell’aviazione francese, saggista e romanziera, attrice di teatro e cantante, mima e artista di varietà, il frutto acerbo di Colette (“petit Musi” interpreta e gira le prime sceneggiature della scrittrice e compone uno strano trio con Marguerite Moreno e Annie de Pène). Va inoltre ricordato che è la prima donna archivista della Cinémathèque française: a chiamarla e ad affidarle l’incarico nel 1942 è lo stesso Langlois, e fino alla fine, nel 1957, Musidora lavora tre giorni alla settimana come responsabile del servizio di documentazione e dei rapporti con la stampa e partecipa alla Commission de recherche historique, straordinaria iniziativa fatta di riunioni, interviste e conferenze con i protagonisti del cinema dei primi tempi, a cui fanno seguito le consistenti donazioni che andranno a costituire le collezioni dell’istituzione.
Per celebrare Musidora non c’è bisogno di anniversari, di inviti, né di bussare prima di entrare, ma è forse giunto il momento di completare il ritratto dell’ana­gramma Irma Vep, ladra indispensabile e immagine immortale. Come scrisse Desnos: “Musidora, com’era bella in Les Vampires! Sa che noi la sognavamo e che al calar della sera lei con la sua calzamaglia nera entrava senza bussare nella nostra camera, e l’indomani al risveglio cercavamo le tracce del conturbante topo d’albergo che ci aveva fatto visita?”.
Il titolo del programma è tratto da Robert Desnos, Propa­gande, “Le Soir”, 8 luglio 1928.

Émilie Cauquy

Un ringraziamento sentito a Patrick Cazals, Marie-Claude Cherqui, Yvon Dupart e Michel Saussol (Les Amis de Musidora), Agnès Bertola e Manuela Padoan (Gaumont), Elodie Imbeau, Sébastien Ronceray e Olivier Vallet (Compagnie des Rémouleurs), Jacques Malthête e Anne-Marie Quevrain.

Programma