Le nuove frontiere del Cinema Ritrovato
Ma, dopo tutti questi anni, lo abbiamo Ritrovato il Cinema?
La risposta è scontata: lo stiamo cercando! L’edizione 2024 lo dimostra, con sezioni come Dark Heimat – che esplora un genere considerato minore e che invece contiene i fantasmi e il non detto della Germania e dell’Austria post-naziste –, Cinemalibero o I colori del cinema a passo ridotto, dove ogni film è una festa, una sorpresa, un riapparire di opere che erano svanite e che iniziano, con il nostro festival, una nuova vita.
Tanto è stato fatto, ma ancora di più resta da fare e il documentario-saggio Onde está o Pessoa? di Leonor Areal ce lo racconta bene. Per sessantatré minuti esplora, indaga, analizza fotogramma per fotogramma un filmato girato una domenica pomeriggio del 1913 a Lisbona, alla ricerca del grande Fernando Pessoa. È come seguire un’inchiesta, e mano mano che osserviamo le immagini ci pare di essere lì, assieme a quel gruppo di intellettuali e artisti. Di colpo, un’immagine anonima, diventa eloquente e ci aiuta a capire un momento, un decennio, forse un secolo. Finalmente non guardiamo, vediamo!
Le due sezioni storiche Il secolo del cinema e Cento anni fa non sono solo un’agenzia di viaggi che organizza escursioni nel passato, ma anche due laboratori di ricerca ricchi di scoperte, un esempio di come si può lavorare a partire dai materiali conservati e continuamente scoperti negli archivi. Come nel caso del ritrovamento dei filmati di due gesuiti che, dal settembre 1903 all’aprile 1904, filmarono e fotografarono in Egitto, Palestina e Libano i luoghi e le genti della Bibbia. Materiale preziosissimo che documenta una terra oggi squassata da una guerra che pare destinata a non finire mai.
Così, a fianco delle opere dei maestri, nella sezione Documenti e Documentari, potremo scoprire che l’unico cameraman a essere riuscito a riprendere l’attacco giapponese su Pearl Harbor del 1941 fu Alfred Dillimtash Brick, che nel 1924 fece parte della troupe newyorkese dei cinegiornali Fox che cominciarono a filmare la serie Looney Lens; o vedere rare immagini di eventi di cento anni fa: i funerali di Lenin, la notizia del rapimento e dell’assassinio da parte dei fascisti di Giacomo Matteotti, le ancor più rare immagini in movimento di una delle più importanti ballerine classiche, Anna Pavlova, o… l’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi!
Ma forse le immagini da cui ripartire sono in un documentario dal titolo anonimo, The Bus. Le ha girate l’attivista Haskell Wexler, destinato a un grande futuro (e due premi Oscar) come direttore della fotografia, che qui dà spazio e voce a un gruppo di anonimi cittadini che nell’agosto 1963 decidono di attraversare gli Stati Uniti per chiedere giustizia e pari diritti per gli afro-americani. Non vediamo la macchina presa, come non la sentiamo mai nei documentari di Lionel Rogosin. Ma quello che vediamo non possiamo dimenticarlo.