Napoli che canta. Omaggio a Elvira Notari e Vittorio Martinelli

Il Papa è a Roma, ma Dio è a Napoli
Jean Cocteau, su Carosello napoletano

Questa rassegna nasce come omaggio a due personalità importanti per il cinema napoletano: Elvira Notari (1875- 1946) e Vittorio Martinelli (1926-2008). La Notari è una delle prime e più prolifiche registe e produttrici italiane e rappresenta al meglio con la sua Dora Film, l’impresa familiare fondata assieme al marito Nicola, la produzione locale napoletana, di grande rilevanza durante tutto il periodo del muto. I Notari iniziano con la colorazione a mano di pellicole straniere e con la produzione di ‘arrivederci’, brevi corti da proiettare in coda agli spettacoli cinematografici. Negli anni Dieci si cimentano in film ‘dal vero’ e poi in lungometraggi a soggetto, spesso tratti dalle canzoni vincitrici della Festa di Piedigrotta. Negli anni Venti espandono la loro attività oltreoceano, rivolgendosi al pubblico degli emigrati del sud Italia nelle Americhe. Proprio la musica sarà la matrice del nostro programma che va dal 1898 al presente e che propone film muti accompagnati dal vivo da nuove interpretazioni e composizioni della vitalissima scuola partenopea. Oltre ai film della Notari – dei circa sessanta film ne sono sopravvissuti solo tre (quasi) completi oltre a qualche frammento – vedremo una delle rare interpretazioni per il cinema di Raffaele Viviani, artista maestro della grande tradizione teatrale napoletana; un cult della diva partenopea Leda Gys; un film russo-francese girato a Napoli; il nuovo restauro del musical sui generis Carosello napoletano; infine Gatta Cenerentola, pluripremiato film d’animazione del 2017, reinterpretazione in chiave moderna dello spettacolo musicale del 1976 di Roberto De Simone e della sua Nuova Compagnia di Canto Popolare, a sua volta ispirato a Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile (1634-36).
A dieci anni dalla morte ricordiamo con grande affetto e stima Vittorio Martinelli. Napoletano di nascita (e di indole), storico e ricercatore per passione, dotato di una memoria prodigiosa e un’energia inesauribile, ha scritto numerosi testi sul cinema muto e una storia del cinema napoletano avvincente e dettagliata. Basava le sue ricerche sui documenti originali d’epoca e ne era un collezionista formidabile; cercava e riusciva a incontrare i testimoni viventi del passato, come Eduardo Notari, di cui ha raccolto i ricordi sulla madre Elvira. La ricchissima collezione Martinelli, conservata dalla Cineteca di Bologna, è una fonte inesauribile che anche in questa occasione ci offre i suoi tesori.
Il programma riprende e continua il lavoro iniziato lo scorso anno in un convegno e una rassegna dedicati a Elvira Notari, curati dalla Kinothek Asta Nielsen. Ringraziamo tutti coloro che abbiamo incontrato a Francoforte e che ci hanno da allora accompagnato con il loro sapere e la loro amicizia e tutti gli archivi che ci hanno concesso i loro film.
Elena Correra e Mariann Lewinsky

“Simm’e Napule e avimma fa’ ‘o cinema de’ napulitane!”: con questo motto Vittorio Martinelli inquadra l’approccio di Elvira Notari al cinema in un saggio del 1988 sulla produzione napoletana delle origini.
La casa di produzione della famiglia Notari, che prende il nome da Dora, una dei tre figli di Elvira e Nicola, in breve tempo si trasforma in una delle più importanti case di produzione partenopee. I titoli sopravvissuti purtroppo sono pochissimi, tutti o quasi conservati dal CSC – Cineteca Nazionale di Roma. Si tratta di soli tre lungometraggi e pochi altri frammenti. È piccerella (1922), ‘A santanotte (1922) e Fantasia ‘e surdato (1927) sopravvivono in copie safety realizzate nel 1968 dalla Cineteca Nazionale a partire da copie nitrato oggi non più disponibili. Secondo le consuetudini dell’epoca i film furono copiati su pellicola in bianco e nero, con la perdita di indicazioni utili alla ricostruzione dello schema originale delle colorazioni. I materiali di preservazione di Fantasia ‘e surdato presentano ad esempio, nei toni del grigio, molte ed evidenti tracce di coloritura a mano, sia sull’immagine che sui disegni delle didascalie, ma la ricostruzione delle colorazioni potrebbe essere fatta solo per congettura. Solo nel caso di ‘A santanotte, grazie all’individuazione presso il George Eastman Museum di una copia imbibita su supporto nitrato, nel 2008 è stato possibile effettuare, nell’ambito del progetto Non solo dive. Pioniere del cinema italiano a cura di Monica D’Asta e Associazione Orlando, il restauro del film seguendo lo schema delle colorazioni della copia di distribuzione statunitense.
Tra i frammenti sopravvissuti vi è la parte iniziale del lungometraggio L’Italia s’è desta (1927), donato da Eduardo Notari all’Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema che mostra le colorazioni tipiche della Dora Film, e due brevi ‘dal vero’: La festa della SS. Assunta ad Avellino e La festa della Madonna della Libera a Trevico, databili al 1923 e recuperati negli Stati Uniti da Fiorenzo Carullo. Questi frammenti nitrato con didascalie in doppia lingua, inglese e italiano, sono di particolare interesse perché offrono rarissima testimonianza della distribuzione all’estero, per il mercato degli immigrati italo-americani, dei film della Notari. Pare che negli anni Venti questo pubblico si fosse trasformato da spettatore a committente: la comunità italo-americana commissionò alla Dora Film brevi documentari di pochi minuti, che dovevano ritrarre i luoghi d’origine degli emigrati e i riti a essi familiari. Secondo Vittorio Martinelli ne furono realizzati circa settecento, ma a oggi si riteneva fossero irrimediabilmente perduti. Vittorio sarebbe lieto di sapere che due di essi sono finalmente stati ritrovati e restaurati.
Daniela Currò e Maria Assunta Pimpinelli

Programma