DOCUMENTI E DOCUMENTARI

A cura di Gian Luca Farinelli

La selezione di quest’anno dimostra la vastità del genere documentario, il valore della sua storia passata, le possibilità di quella presente e riunisce opere apparentemente lontane, come il prezioso ultimo lavoro di Carmelo Bene, le confessioni di Greenaway registrate da un maestro, un cortometraggio sulla fabbricazione dei fiammiferi, uno dei più bei documentari su un evento sportivo…
Seguendo il programma, scoprirete che un documentarista, a volte, prima di partire per le riprese di un film deve fare testamento. Barbet Schroeder lo fece per andare in Uganda a intervistare il sanguinario generale Idi Amin Dada, realizzando un irripetibile documento sulla follia del potere. Non fece testamento Michael Roemer, quando sbarcò a Palermo per girare nel 1964 Cortile Cascino, sconvolgente ritratto di un quartiere ostaggio della mafia, così esplicito che non fu messo in onda dalla NBC e, ancora oggi, è un’opera quasi sconosciuta in Italia. Chissà se lo fece il leggendario cameraman dei cinegiornali jugoslavi, Stevan Labudović, inviato da Tito a raccontare la lotta anticoloniale in Algeria, con   il compito, attraverso le immagini, di creare quel consenso internazionale necessario alla liberazione. Erano anni in cui il cinema poteva tutto, come raccontano due giovani registi, Darius Kaufmann ed Eytan Jan, alla ricerca nella Cuba di oggi delle esili tracce del passato.
Nucleo centrale sono i documentari, recenti e classici che raccontano la più grande rivoluzione sociale dell’ultimo secolo, quella femminile. Presentiamo tre ritratti luminosi, quello di Antonia Brico, prima donna a dirigere i Berliner, quello di Dorothy Arzner, unica donna regista di Hollywood dal 1927 al 1943, e quello di Agnès Varda, regista, fotografa, attivista, sperimentatrice della vita. È un miracolo Monica in the South Seas, che a partire dagli archivi della figlia di Robert Flaherty ricostruisce l’origine della sua vita e del genere documentario. Se pensate che il premio Oscar vada a opere che non lo meritano dovrete ricredervi guardando Down and Out America, sugli homeless nell’epoca della Reaganomics e The Celluloid Closet, che ripercorre l’inarrestabile conquista di visibilità dell’omosessualità.
Gli autori dei documentari sul cinema di quest’anno battono strade nuove: Ian Christie, con un film essay sul periodo messicano di Sergej Ėjzenštejn, e Alain Agat, che ci accompagna nei primi anni Trenta, allo zenith del pensiero coloniale, esaminando in maniera inedita tre cineasti fuori dal coro; mentre lo sguardo fluviale di Enrico Ghezzi e le leggendarie lezioni canadesi di Godard ci portano nel cuore della riflessione sul cinema.
Se, invece, volete scoprire cos’è un cinema, non potete mancare il travolgente documentario sullo Scala, mitica sala londinese, e quello sul Cinéma Laika, aperto a Karkkila da Kaurismäki. Cito il finale: “Ma quindi cos’è un cinema? Un luogo dove ricreare un’immagine del mondo, per combattere l’oblio”.

Gian Luca Farinelli

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