Mer
28/06
Auditorium DAMSLab > 18:45
DOWN AND OUT IN AMERICA
Michael Pogorzelski (Academy Film Archive)
Immagine per gentile concessione di Hope Runs High.
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
DOWN AND OUT IN AMERICA
Scheda Film
Nel 1952 Lee Grant stava per diventare una star. Proprio quell’anno, però, nell’elogio funebre per un amico attore ebbe l’audacia di suggerire che la sua morte era stata causata dalla paura della Commissione per le attività antiamericane. “Quel giorno sono finita sulla lista nera” scrive Grant nella sua autobiografia, I Said Yes to Everything, “e per dodici anni mi è stato impedito di lavorare nel cinema e nella televisione.”
Passano più di vent’anni e nel 1976 Grant vince il suo primo Oscar, come migliore attrice non protagonista in Shampoo. E nel 1987, reinventatasi come regista, ne vince un secondo – nella categoria migliore documentario – con Down and Out in America.
Grant affronta i suoi soggetti con assertività, tenacia e umorismo, simile a un Michael Moore senza ego, frecciatine, manipolazione e falsificazioni. Come lei, molte di queste persone sono rimaste vittime di un sistema crudele e insensibile […].
In Down and Out in America Grant rivela gli effetti catastrofici della Reaganomics sugli emarginati e sulla classe media. Nel Minnesota va a trovare piccoli agricoltori minacciati di pignoramento da banche rapaci che poi vendono le proprietà alle mega-fattorie delle grandi corporazioni; alcuni manifestanti organizzano un sit-in in una banca cantando This Land Is Your Land di Woody Guthrie. A Los Angeles i senzatetto costruiscono una baraccopoli chiamata “Justiceville” e gestita con efficienza da un giovane ministro di culto; la polizia arriva con le ruspe, caccia via gli abitanti e rade al suolo l’insediamento. A New York le famiglie che sono state sfrattate o hanno perso le loro case a causa di un incendio vengono ammassate in alberghi economici. Una giovane coppia con quattro figli vive stipata in uno spazio minuscolo che il padre definisce “una fogna” in cui “piove nel bagno”. Mentre Grant li intervista affiorano le crepe che queste circostanze hanno creato nella loro esistenza e nel loro rapporto. […]
Ci si chiede cosa ne sia stato di loro. E cosa ne sia stato del nostro paese. Le prospettive delle vittime dell’avidità e della sfortuna non sono migliorate, mentre la nefasta ingiustizia della disparità economica è peggiorata.
Peter Keough, Once blacklisted, Lee Grant Went on to Win Oscars and Make Documentaries, “Boston Globe”, 1° maggio 2020
Cast and Credits
F.: Tom Hurwitz. M.: Milton Ginsberg. Mus.: Tom Manoff. Int.: Lee Grant (voce narrante). Prod.: Joseph Feury, Milton Justice per Joseph Feury Productions. DCP. Col.
Distribuzione di Hope Runs High.
Se ti piace questo, ti suggeriamo anche:
14:45
Auditorium DAMSLab
CINÉMA LAIKA
CINÉMA LAIKA
Veljko Vidak e Sylvie Pialat
16:45
Auditorium DAMSLab
THE CELLULOID CLOSET
THE CELLULOID CLOSET
Daniele Del Pozzo (direttore artistico Gender Bender Festival)
17:30
Auditorium DAMSLab
PETER GREENAWAY: THE FILM ARCHITECT
PETER GREENAWAY: THE FILM ARCHITECT
Riccardo Costantini (Cinemazero)