ANNA MAGNANI, L’IRRIPETIBILE

A cura di Emiliano Morreale
Forse la più grande, sicuramente la più ammirata e imitata. Anna Magnani era unica, ma è stata anche un modello di stile recitativo e un’icona italiana. Riuscì a imporre il proprio volto dapprima come attrice brillante e, dopo il trionfo di Roma città aperta, variò dalle mille incarnazioni di un personaggio popolare romano a ruoli diversissimi come quelli nella Carrozza d’oro o nel monologo della Voce umana, fino a Hollywood e al premio Oscar, in un momento in cui il cinema americano diventava sempre più adulto. Un’immagine, la sua, in fondo eccentrica nel glamour anni Cinquanta. Ma se il suo momento d’oro dura poco più di dieci anni, e se un’attrice come lei è oggi inimmaginabile, l’eredità di Anna Magnani, il suo modello, continua a ispirare, irraggiungibile, le attrici italiane e di tutto il mondo.
Teresa Venerdì (Do You Like Women, 1941) di Vittorio De Sica • Roma città aperta (Rome Open City, 1945) di Roberto Rossellini • Abbasso la ricchezza! (Peddlin’ in Society, Down with the Riches!, 1946) di Gennaro Righelli • L’onorevole Angelina (Angelina, 1947) di Luigi Zampa • Molti sogne per le strade (The Street Has Many Dreams, 1948) di Mario Camerini • La voce umana (The Human Voice, episodio di L’amore, 1948) di Roberto Rossellini • Bellissima (1951) di Luchino Visconti • Le Carrosse d’or (The Golden Coach, La carrozza d’oro, 1952) di Jean Renoir • The Rose Tattoo (La rosa tatuata, 1955) di Daniel Mann • Risate di gioia (The Passionate Thief, 1960) di Mario Monicelli • La famiglia (episodio di Made in Italy, 1965) di Nanni Loy