Dom
25/06
Cinema Europa > 15:30
ROMA CITTÀ APERTA
Introduzione a cura del Cinema Ritrovato Young con Emiliano Morreale
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
ROMA CITTÀ APERTA
Scheda Film
Il mito patriottico presentato nel film fu un esempio della produzione ampiamente diffusa di tali miti, alla cui edificazione contribuirono molte altre pellicole e testi neorealisti, come anche numerose memorie e testimonianze storiche della resistenza. Tutte assieme risposero al forte bisogno collettivo di cancellare porzioni del passato, commemorandone altre, e di produrre una memoria positiva della guerra, capace di scacciare i ricordi dolorosi o traumatici […].
Un film come Roma città aperta si adatta a questo genere di retorica da molti punti di vista. Il suo stile è volutamente sobrio. Cerca di smuovere gli spettatori, di fare in modo che detestino il male, persuadendoli della verità di ciò che narra e della giustezza della causa che sostiene […].
Ma produce anche un resoconto di notevole valore storico su ciò che significhi vivere nella città occupata e dà l’idea di come lo spazio e il potere interagissero all’interno di essa.
David Forgacs, Rome Open City (Roma città aperta), BFI, Londra 2000
La realtà di Anna Magnani creatrice la troviamo in quello che definisce ogni racconto soggettivo e personale e che esiste, suggerisce Roland Barthes, nei “segni di una storia individuale” che prende spesso la forma di “confidenze e di gesti di complicità”. In questo caso, fra l’attrice e lo sguardo dei suoi spettatori. Questa complicità può essere spiegata anche da quello che i gesti dell’attrice sovrascrivono sul racconto dei suoi personaggi secondo la sceneggiatura. Il caso più luminoso potrebbe essere quello di Pina, che si accarezza la pancia mentre confessa di essere incinta prima delle sue nozze con Francesco, in Roma città aperta. In una scena dove la sceneggiatura indicava, accanto alla battuta del copione, un gesto di vergogna, Anna Magnani ha invece impresso nelle mani della sua cattolica vedova di guerra la gioia e il desiderio della donna innamorata. Queste sottilissime sfumature sono fondamentali per capire la portata umana ed emotiva della storia, e di conseguenza il vuoto lasciato dalla scomparsa del personaggio nel secondo tempo del film. E sono anche sostanziali nell’analisi dello stile performativo della diva. Questo stile riguarda non soltanto dei codici estetici o drammatici, ma anche un manifesto ideologico. Per quanto il gesto diventi un intervento della natura del personaggio costruito nella sceneggiatura secondo un codice socioculturale preciso, la performance di Anna Magnani diviene politica, travolgente e trasformatrice.
Marga Carnicé Mur, La politica dell’attrice, in Effetto Magnani, a cura di Giulia Carluccio, Federica Mazzocchi, Giulia Muggeo e Maria Paola Pierini, Cue Press, Imola 2022
Cast and Credits
Sog.: Sergio Amidei, Alberto Consiglio. Scen.: Sergio Amidei, Alberto Consiglio, Federico Fellini, Roberto Rossellini. F.: Ubaldo Arata. M.: Eraldo Da Roma, Jolanda Benvenuti. Scgf.: Rosario Megna. Mus.: Renzo Rossellini. Int.: Anna Magnani (Pina), Aldo Fabrizi (don Pietro Pellegrini), Vito Annichiarico (Marcello), Nando Bruno (Agostino), Harry Feist (maggiore Bergmann), Francesco Grandjacquet (Francesco), Maria Michi (Marina Mari), Marcello Pagliero (ingegner Manfredi), Eduardo Passarelli (brigadiere metropolitano), Carlo Sindici (questore), Giovanna Galletti (Ingrid). Prod.: Excelsa Film. DCP. D.: 102’.
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