Mer

29/06

Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 10:15

ŽIZN’ ZA ŽIZN’

Evgenij Bauer
Accompagnamento al piano di

Gabriel Thibaudeau e John Sweeney

Info sulla
Proiezione

Mercoledì 29/06/2016
10:15

Sottotitoli

Versione originale con traduzione simultanea in cuffia

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

ŽIZN’ ZA ŽIZN’

Scheda Film

Žizn’ za žizn’ fu concepito come film ‘artistico’ in grado di competere con i campioni d’incassi stranieri e come risposta alla produzione di Ermol’ev Pikovaja Dama. Tra le sceneggiature che gli vennero proposte, il regista di punta della compagnia di Chanžonkov, Evgenij Bauer, scelse l’adattamento del romanzo di Georges Ohnet. Musja e Nata, rispettivamente figlia e figliastra dell’amorevole milionaria Chromova, si innamorano entrambe di un principe seduttore e dissipato. Musja sposa il principe ed è costretta ad assistere ai suoi tradimenti e ai suoi sperperi. Sarà la madre a vendicare le sue lacrime.
Nel film furono riversate tutte le risorse degli studi di produzione Chanžonkov: il cast era composto dai migliori attori sulla piazza e Boris Savelev era uno dei principali direttori della fotografia del cinema prerivoluzionario. Per un film così imponente i tempi di lavorazione erano catastroficamente ristretti: il produttore voleva che uscisse prima della fine della stagione cinematografica. Come ricordano i colleghi di Bauer, il regista amava però lavorare in tempi stretti e in condizioni di tensione creativa. Le riprese si conclusero perfino prima della scadenza fissata. Il film fu accolto da una raffica di recensioni positive. Simili successi commerciali esibivano solitamente imbibizioni e viraggi ricchi e vari, ma nei frammenti superstiti del film non c’è niente di tutto questo. Per Bauer la componente visiva era più importante del lavoro degli attori e della costruzione drammaturgica, e l’assenza di imbibizioni e viraggi nella copia esistente è significativa.
Oltre all’eleganza del protagonista Vitol’d Polonskij, all’efficacia di Ivan Perestiani e all’intensità di Ol’ga Rachmanova, i contemporanei apprezzarono l’interpretazione offerta dall’attrice del Teatro d’Arte di Mosca Lidija Koreneva e la perfetta sintonia tra la ‘regina dello schermo’ Vera Cholodnaja e gli interni del film. La lentezza letargica della Cholodnaja, i suoi gesti come congelati che la trasformano in un lussuoso oggetto d’arredo o in un’algida statua di pietra, s’intonano perfettamente agli intenti artistici di Bauer, interessato soprattutto alla complessità spaziale delle inquadrature valorizzata da una fotografia quanto mai vicina al significato etimologico di ‘scrittura di luce’. La luce pervade le inquadrature, si annida ovunque e attira a sé l’occhio della macchina da presa, solitamente statica e all’improvviso costretta a muoversi in avanti e all’indietro nella scena del doppio matrimonio.

Alisa Nasrtdinova

Cast and Credits

T. alt.: Za každuju slezu po kaple krovi / Sestry-sopernicy. Sog.: dal romanzo Serge Panine di Georges Ohnet. Scen.: Evgenij Bauer. F.: Boris Zavelev. Int.: Ol’ga Rachmanova (signora Chromova), Lidija Koreneva (Musja), Vera Cholodnaja (Nata), Vitol’d Polonskij (principe Vladimir Bartinskij), Ivan Perestiani (Žurov). Prod.: Aleksandr Chanžonkov. 35mm. L.: 1238 m. D.: 67’ a 16 f/s. Bn. Frammenti imbibiti. DCP. D.: 7’. Col.

LA FIACCOLA SOTTO IL MOGGIO

Scheda Film

La tragedia della casata di Sangro, nobile famiglia decaduta, si svolge in Abruzzo nella prima metà dell’Ottocento tra le mura di un castello dal passato splendore ormai divenuto “vetusto, consunto, corroso, fenduto, coperto di polvere, condannato a perire”. L’adattamento cinematografico è fedele ai contenuti del testo ma li propone in una successione lineare che garantisce – anche in quest’unica copia sopravvissuta, lacunosa e priva di didascalie – una narrazione fluida a dispetto dello stile aulico della scrittura dannunziana. Gigliola e il fratello minore, sui quali pesa il destino della casata, sono legati da una profonda tenerezza. La madre vive nell’ombra, mentre il padre Tibaldo già concupisce l’avvenente serva Angizia, contendendosene i favori con il fratellastro Bertrando. La giovane ‘donna di Luco’ – una Makowska volgare, prepotente e affascinante – è abile nel preparare veleni e nello stregare gli uomini. Uccide la moglie di Tibaldo per prenderne il posto, fa aggravare la salute di Simonetto, scaccia il serparo suo padre con violenza e non si nega alcun vizio. In un’atmosfera gotica, si muovono cupi i personaggi e quando finalmente i crimini di Angizia sono scoperti, il castello sembra sgretolarsi e inghiottire i di Sangro in una voragine. Gigliola, avute le prove che cercava, progetta di darsi la morte con un veleno che le lasci il tempo di uccidere la matrigna, ma Tibaldo la previene. Gigliola vinta dal morso di serpenti letali e disperata per non aver potuto compiere la sua vendetta, va a spegnersi sulla tomba della madre: “Spegnete le fiaccole, volgetele, spegnetele nell’erba, o uomini. Agitare io la mia nel mio pugno non potei. Tutto fu in vano”.

Claudia Gianetto

Cast and Credits

Sog.: dalla tragedia omonima in versi (1905) di Gabriele D’Annunzio. Scen.: Eleuterio Rodolfi. Int.: Elena Makowska (Angizia), Umberto Mozzato (Tibaldo di Sangro), Linda Pini (la prima moglie), Anna De Marco (Gigliola), Empedocle Zambuto (Bertrando, il fratellastro), Mary Cléo Tarlarini (la madre), Filippo Butera (il serparo), Ersilia Scalpellini (una nutrice), Umberto Scalpellini (capo dei manovali). Produzione: S. A. Ambrosio, Torino. DCP. D.: 30’. Imbibito e virato.