‘Lights Out in Europe’: la “questione tedesca” nel programma del Cinema Ritrovato
Sempre con sguardo obliquo sul programma – con rotta tematica, attraverso le sezioni – proponiamo in questa News tre titoli dal programma del Cinema Ritrovato che affrontano la “questione tedesca”.
Un argomento storicizzato ma profondamente attuale, riletto attraverso lavori provenienti da diversi Paesi, quindi capaci di offrire prospettive di lettura diverse: Lights Out in Europe di Kline Herbert (USA/1940), Ma vie en Allemagne au temps d’Hitler di Jérome Prieur (Francia/2018), dalla sezione “Documenti e documentari”, e None Shall Escape di André De Toth (USA/1940), dalla sezione “Censurati, ritrovati e restaurati”.
È del francese Jerome Prieur il film Ma vie en Allemagne au temps d’Hitler, che racconta l’indagine realizzata da alcuni docenti tedeschi nel 1938, per cercare di conoscere le ragioni che portaroni molte persone ad abbandonare in quegli anni la Germania. Uso di immagini d’epoca, in gran parte amatoriali, che restituiscono l’atmosfera soffocante di un Paese in cui anche il simbolismo nazista pervade ogni angolo. La vicenda è ricostruita attraverso lo spoglio di lettere originali, lette – e questo è il valore aggiunto estetico del film – da Ute Lemper.
Parte dal 1938 anche Lights out in Europe dell’americano Herbert Kline: qui parliamo di un film realizzato nel pieno della guerra, nel 1940, che descrive la Germania coeva, con il fine di raccontarla al pubblico americano. Il film lascia emergere anche la fragilità dell’Inghilterra e fa intravedere l’inquietante figura di Oswald Mosley, capo politico dell’estrema destra inglese, esplicitamente fascista.
Dagli Stati Uniti viene anche Nessuno sfuggirà di André De Toth, realizzato nel 1944. L’incipit raccoglie tutto il senso di un film capace di prefigurare il processo di Norimberga: “Questa storia è ambientata nel futuro, quando la guerra sarà finita. E i criminali dovranno essere giudicati in processi”. Una particolarità: tra gli interpreti del film ci sono Alexander Knox e Marsha Hunt. Finiranno entrambi, qualche anno dopo, agli inizi degli anni Cinquanta, nella lista nera di McCarthy.
Qui di seguito, l’articolo “La Norimberga anticipata” di Angelo Varni, pubblicato su Il Sole 24 Ore il 17 giugno 2018: