30/06/2019

Lezioni di cinema: ‘Toni’, un film mutante

Toni di Jean Renoir è il più bel film presente nel programma di quest’anno” aveva dichiarato Gian Luca Farinelli alla presentazione di questa XXXIII edizione del festival. È stata infatti organizzata la lezione di cinema “Toni, un film mutante” tenuta dallo scrittore Alain Bergala.

Bergala illuminando la sala del DAMSlab ha illustrando le sue ricerche su Toni e descritto Renoir come un regista “pragmatico” equiparandolo con questa definizione allo stile di Godard e sostenendo che la fortuna di Toni è anche stata quella di capitare nel momento e nel luogo giusto, grazie ai cambiamenti che stavano avvenendo nella società di quel tempo rispetto alla gerarchizzazione dei ruoli famigliari. Bergala ha successivamente cercato di creare un paragone, non qualitativo, tra il film di Renoir e Angèle di Marcel Pagnol, in cui recita il giovanissimo e ancora sconosciuto Fernandel, poiché quest’ultimo ha la stessa struttura narrativa del primo, ma una resa filmica completamente distante. È emerso che per lo studioso Pagnol ha un’impostazione ancora teatrale, filma una provincia arcaica e un ambiente chiuso, l’esatto contrario del lavoro di Renoir. Toni ha un aspetto secco e asciutto, al suo interno ci sono cambiamenti repentini e l’universo raccontato è eterogeneo. Renoir trasmette l’idea che la campagna non basti più per sopravvivere e mostra la carriera degli immigrati stagionali da un punto di vista quasi documentaristico. In Toni il montaggio interno alle scene sfrutta i corpi attoriali che, attraverso i loro movimenti, accompagnano le situazioni che Renoir vuole filmare.

Bergala ha poi insistito su altre due differenze sostanziali fra Angèle e Toni, nel primo vige ancora un’idea patriarcale della famiglia e la protagonista è una donna completamente succube e incapace di ribellarsi agli uomini da cui è strumentalizzata. Nel film di Renoir invece la legge patriarcale non c’è più e la figura femminile non può essere spiegata. Così la donna protagonista, nei suoi limiti, è capace di sedurre Toni e successivamente di andare a letto con un altro uomo senza poi dover dare giustificazioni. Così la donna è sì vittima, ma ha anche la sua libertà che è soprattutto rappresentata da un punto di vista sessuale. Infatti, come sottolinea Bergala, la figura femminile all’interno dei film di Renoir possiede sempre un desiderio enigmatico che il regista filma, ma appositamente ne mantiene il mistero.

Bergala ha parlato, in conclusione, dei problemi che Toni visse in fase di montaggio, censura e distribuzione. Al film furono tagliati più di venti minuti e non piacque al pubblico proprio perché troppo moderno rispetto ai codici cinematografici dell’epoca.

Report di Carolina Caterina Minguzzi

Nell’ambito del corso di Alta Formazione per redattore multimediale e crossmediale, nel progetto di formazione della Cineteca di Bologna.