24/06/2019

‘Hanyeo’ di Kim Ki-Young apre la sezione “Sotto i cieli di Seul: l’epoca d’oro del cinema sudecoreano”

La rassegna Sotto i cieli di Seul: L’epoca d’oro del Cinema Sudcoreano si apre con Hanyeo (La cameriera, 1960) di Kim Ki-young, presentato dai due curatori della sezione: Cho Hyun Jin del London Korean Film Festival e Jung Minhwa del Korean Film Archive. 

Esplora il tempo e lo spazio la sezione dedicata al cinema sudcoreano: presentando sette opere fondamentali degli anni Settanta, traccia una filmografia al contempo popolare e audace che cattura alla perfezione la realtà precaria del tempo. La rassegna “Sotto i cieli di Seul: L’epoca d’oro del Cinema Sudcoreano” si apre con Hanyeo (La cameriera, 1960) di Kim Ki-young, presentato dai due curatori della sezione: Cho Hyun Jin del London Korean Film Festival e Jung Minhwa del Korean Film Archive. 

I 144 posti della sala Scorsese non sono bastati ad accogliere tutti gli spettatori, molti dei quali, imperterriti e appassionati, hanno assistito alla proiezione in piedi. “A quasi 60 anni dalla realizzazione, Hanyeo è cronologicamente il primo tra le opere presenti nella rassegna, nonché il primo della sezione ad essere proiettato alla 33° edizione del Cinema Ritrovato” così ha introdotto il film uno dei quattro direttori del Festival, Ehsan Khoshbakht, passando subito la parola alle curatrici.

Il film apre l’epoca d’oro del cinema sudcoreano, periodo produttivo, di cambiamento sociale, politico e cinematografico (per via di progressi come il colore e il formato widescreen). Sia il numero delle produzioni, sia l’affluenza in sala aumentarono proprio in questo decennio: il cinema rappresentava l’alternativa alla televisione, di difficile accesso. 

Cho Hyun Jin, visibilmente entusiasta di presentare Hanyeo in occasione del centesimo anniversario della nascita del regista, si è soffermata nel racconto del rapporto tra il cinema di Kim Ki-young e il contesto sociale dell’epoca. Dopo alcuni film votati al realismo, il regista ha faticato a raggiungere il successo di pubblico: il suo sguardo brutale si scontrava con le esigenze delle istituzioni che richiedevano messaggi positivi. Successivamente, il tono più psicologico dei suoi film è riuscito ad esprimere i bisogni e le aspirazioni della classe media del tempo. “Un artista meticoloso e diligente”, così definito da Jung Minhwa che invece ne riporta un ritratto del percorso artistico: dai film di propaganda per il cinema americano, passando dai soggetti per film di finzione, arrivando a produrre le sue opere sempre indipendentemente. “L’ombra” del periodo post-bellico della Corea di fine anni 50 si riflette nell’estetica dei suoi film che, come sottolineato da Minhwa, “colgono con occhio penetrante la condizione dei suoi personaggi esplorando un’umanità che lotta per la sopravvivenza”.

Il negativo originale di Hanyeo, a lungo ritenuto perduto, è stato ritrovato nel 1982 con due rulli mancanti (5 e 8). Nel 1990 una versione completa, sebbene le cattive condizioni e i sottotitoli in inglese, ha permesso di realizzare la versione oggi proiettabile. Dopo un lungo lavoro di restauro, tra rimozione di sottotitoli e pulizia, il melodramma famigliare di Kim Ki-young sorprende e affascina anche gli spettatori contemporanei.

Report di Alberto Savi e Martina Rizzo
Nell’ambito del corso di Alta Formazione per redattore multimediale e crossmediale, nel progetto di formazione della Cineteca di Bologna.