TERZA LICEO

Luciano Emmer

Sog.: Giuliano Moreno. Scen.: Sergio Amidei, Carlo Bernari, Vasco Pratolini, Luciano Emmer. F.: Mario Bava. M.: Eraldo Da Roma. Scgf.: Mario Chiari. Mus.: Carlo Innocenzi. Int.: Giulia Rubini (Camilla), Ilaria Occhini (Lucia Lucchesi), Roberta Primavera (Maria Olivieri), Anna Maria Sandri (Teresa Di Lieto), Christine Carère (Giovanna Zanetti), Giovanna Turi (Giulia Bartoli), Ferdinando Cappabianca (Andrea Venturi), Franco Sartori (Bruno Sacchi), Ugo Amaldi (Franco), Turi Pandolfini (professore di storia), Giuliano Montaldo (professore di religione), Paola Borboni (madre di Bruno), Eriprando Visconti (Carlo Moretti). Prod.: IN.CI.M. – Industrie Cinematografiche Milanesi. 35mm. D.: 103’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

È un documento ‘monumentale’ su due generazioni dell’Italia dei primi anni Cinquanta: non perché ne studia i comportamenti, casomai riassumendoli in bozzetti (com’era di moda dire allora), ma perché ne blocca a futura memoria le caratteristiche salienti. […] Terza liceo è un film di costruzione, che sembra poggiare su una sceneggiatura di ferro: ogni blocco è un mattone che contribuisce all’architettura complessiva. Lo scheletro è quello di un liceo classico romano, il Mamiani, in viale delle Milizie 30 […], al cui interno viene isolata la classe III C; attorno a essa si muovono i professori, gli alunni e i loro genitori. Due fronti compongono un reticolo di intrecci, di incontri e di scontri: quello dei giovani e quello degli adulti. […] Queste architetture e queste matematiche sono però riscaldate dal sentimento, sono architetture e matematiche musicali: una ‘musica’ data dal ritmo, da assonanze tra sequenze, da ripetizioni e variazioni di motivi; mentre la musica vera e propria […] è tendenzialmente musica di scena (l’assenza di musica è del resto coerente con l’impostazione antipsicologica del film). […]

Emmer fa un film ‘perfetto’, senza un’inquadratura di troppo, di impostazione classica, dove il lavoro della macchina da presa ‘non si vede’, destinato di fatto, se non nelle intenzioni esplicite, a durare, oltre le accidentalità del moderno. Emmer sottopone la scansione dei piani a un rigore che si attiene a una medietà distanziante: totali, campi-controcampi privi di moderne opposizioni, two-or-three shots direbbero gli anglosassoni (cioè inquadrature a due o tre personaggi) che inseriscono l’individuo nel gruppo […]. L’‘autore’ regola la (messa in) scena come un grande burattinaio onnisciente, che sembra non lasciarsi coinvolgere. Ma, con sapienza classica, è ben cosciente che l’economia formale conferisce plusvalore alle più semplici devianze: l’intrusione, ad esempio, di semplici piani ravvicinati fra i campi medi dominanti.

Adriano Aprà, Emmer classico moderno: ‘Terza Liceo’, in Mister(o) Emmer, a cura di Enrico Ghezzi e Stefano Francia di Celle, Torino Film Festival, Torino 2004

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