25/06/2019

Il Cinema Ritrovato 2019: conversazione con Patrick Cazals

Conversazione con Patrick Cazals, autore del documentario Musidora: la dixième muse, che ha inaugurato la sezione de Il Cinema Ritrovato dedicata alla grande diva francese.

Una delle figure più emblematiche di questa XXXIII edizione de Il Cinema Ritrovato è quella di Musidora, il cui volto appare non solo sul grande schermo, ma anche fuori dalla sala, per le vie della città, stampato sulle shopper che gli spettatori del Festival portano con sé.
La sezione del festival a lei dedicata, “Ridateci Musidora!”, è stata inaugurata dalla proiezione del documentario Musidora: la dixième muse (2013) di Patrick Cazals.

Seduto ai tavolini di Piazzetta Pasolini, in impermeabile beige come gli attori dei vecchi film francesi, l’autore si dimostra felice di poter continuare a contribuire, anche con una semplice conversazione davanti a un caffè, alla riscoperta e alla rivalutazione di questa affascinante figura. Cazals ci racconta dei suoi studi, del suo mestiere di scrittore e documentarista, e della scoperta della grande diva francese.

«Ad avvicinarmi alla figura di Musidora sono state la passione per la scrittrice francese Colette e l’ammirazione per i film di Louis Feuillade. La prima è stata una grande amica di Musidora, nonché una sua collaboratrice sotto varie forme e in diversi progetti; il secondo, regista francese legato alla casa di produzione Gaumont, è stato il pioniere che ha avviato la sua carriera cinematografica»

Cazals si definisce un biografo al quale piace andare a fondo alle cose, facendo ricerche e interviste, raccogliendo materiali di diversa natura, al fine di ricostruire nella loro interezza quei personaggi “storici” che hanno segnato il clima culturale del loro tempo, lasciando tracce fondamentali ma talvolta dimenticate. Con lo stesso metodo di lavoro si è dedicato alla figura di Musidora, realizzando già alla fine degli anni settanta un libro a lei dedicato, “Musidora: la dixième muse”.

A distanza di oltre trent’anni Cazals ha poi creato il documentario dall’omonimo titolo, poiché come sostiene sorridendo «non si finisce mai di scoprire e di imparare. Una figura come Musidora, che si è dedicata a così tante e diverse attività nel corso della sua vita, ma che viene ricordata quasi esclusivamente come l’attrice con il maillot noir, necessita di tempo, impegno e costanza per essere scoperta e valorizzata».

Poi, con sguardo malinconico, sottolinea le difficoltà che un’interprete, donna e proveniente dal teatro di varietà, ha incontrato nel corso della vita per affermarsi e per avere un riconoscimento che andasse oltre gli elogi per le sue apparizioni dalla dirompente carica rivoluzionaria. «È un peccato che Musidora venga ricordata quasi esclusivamente nelle vesti di Irma Vep o per i ruoli strettamente legati a un immaginario erotico e inusuale per gli spettatori dell’epoca».

Cazals, infine, racconta con entusiasmo l’attività di Musidora presso la cineteca francese e di come l’ormai ex-attrice si fosse messa a servizio del cinema in modo più generico e trasversale. «Musidora ha contribuito alla ricostruzione e alla sedimentazione, nella memoria collettiva, delle origini del cinema e di quei personaggi, pionieri, che sono stati determinanti nello sviluppo dell’industria cinematografica francese».

Di Diana Napolitano e Lorenzo Torcello
Nell’ambito del corso di Alta Formazione per redattore multimediale e crossmediale, nel progetto di formazione della Cineteca di Bologna.