03/07/2022

Assegnati i premi Vittorio Boarini

Sabato 2 luglio presso l’Auditorium DAMSLab si è tenuta la cerimonia di premiazione del premio Vittorio Boarini.

Fondatore della Cineteca di Bologna dalla sua creazione al 1999, pioniere della disciplina del restauro, studioso del cinema e dell’arte contemporanea, organizzatore culturale dotato di un’adorabile e contagiosa gioia di vivere Vittorio Boarini ha creato e diretto la Cineteca di Bologna, forgiandone il DNA, fino a quando, per raggiunti limiti di età, è andato in pensione proseguendo la sua attività di docente, critico, divulgatore della cultura e dirigendo, dal 2001 al 2010 la Fondazione Fellini a Rimini.

In suo onore, durante Il Cinema Ritrovato, ogni anno verrà attribuito un nuovo premio a una o più personalità internazionali che si sono distinte, come lui seppe fare, nella salvaguardia e nella diffusione del patrimonio cinematografico.

I premi 2022 sono stati assegnati a:

 


 

Vladimir Opela
Leggendaria figura d’archivista, ha lavorato per la Cineteca dello stato Cecoslovacco dal 1965, divenendone presto il curatore, trasformandola in una cineteca moderna e completa, contribuendo in maniera determinate al salvataggio dalla distruzione delle preziose collezioni – dapprima durante gli anni dell’egemonia e della censura sovietica e – successivamente – in quelli della privatizzazione selvaggia, che seguì alla caduta del muro. Grazie al suo lavoro il Národní filmový archiv è divenuto un punto di riferimento non solo per il cinema cecoslovacco, ma più in generale per quanti hanno a cuore la storia del cinema mondiale. Sempre trovando soluzioni esemplari Opela ha arricchito le collezioni, ha avviato il lavoro di catalogazione e presentazione in una sala della cineteca, dato basi scientifiche all’attività di ricerca e a quella editoriale, avviato una politica di restauro che accanto alle nuove tecnologie ha sostenuto il restauro in pellicola e la ricerca delle colorazioni del cinema muto. Profondo conoscitore della cultura ceca, innamorato delle arti, ha consegnato ai suoi successori un’istituzione modello dove la competenza è la firma della casa e l’efficienza la normalità.

 


 

Gian Piero Brunetta
Storico e critico del cinema, nato a Cesena nel 1942 da genitori veneziani lì sfollati durante la seconda guerra mondiale. Si laurea nel 1966 presso l’Università di Padova con una tesi sulla formazione della teoria e critica cinematografica in Italia negli anni Trenta e la genesi dell’idea di Neorealismo; dal 1970 ha insegnato a Padova, fino alla pensione, storia e critica del cinema. A lungo critico cinematografico per il quotidiano “La Repubblica”, collaboratore di tante riviste specializzate italiane e internazionali, ha diretto diverse collane di libri sul cinema. È stato visiting professor di molte Università statunitensi, ha diretto dal 1991 al 1995 il Mystfest di Cattolica, è stato membro del Consiglio d’amministrazione della Cineteca di Bologna. Grazie ai suoi studi è divenuto punto di riferimento essenziale per gli studi sulla storia del cinema italiano, sviluppando un metodo di ricerca basato sulla molteplicità degli approcci e delle prospettive d’indagine, passando dagli iniziali interessi per la critica, il linguaggio e la teoria del cinema, a un’ampia e strutturata opera di ricostruzione, non soltanto della produzione cinematografica italiana, ma anche delle forme di fruizione e del ruolo simbolico e culturale svolto complessivamente da questa forma d’arte. Grazie ai suoi studi e alle sue pubblicazioni la storia del cinema italiano non è più sperduta nel buio.
Per tutti noi, leggere, nel 1982 la sua Storia del cinema italiano ci ha fatto fare un passo avanti gigantesco. Per la prima volta abbiamo indossato degli occhiali che ci consentivano di guardare l’insieme della produzione cinematografica di un secolo. Occhiali magici che hanno ispirato la nostra passione e ci hanno guidato verso terre nuove. In questo senso il nostro festival Il Cinema Ritrovato è molto debitore a Gian Piero, al suo sguardo, alla sua curiosità, al suo metodo di ricerca, alla sua capacità di far parlare le fonti, a vedere dove gli altri nemmeno pensavano di guardare.

 


 

Kate Guyonvarch
Managing Director per oltre vent’anni dell’Estate Chaplin e dei suoi archivi, ha saputo, contemporaneamente rinnovare la diffusione commerciale e culturale dell’opera di Chaplin, implementando le ricerche e i lavori di approfondimento, trovando le sedi permanenti per i preziosi archivi cartacei, fotografici e cinematografici, sostenendo iniziative piccole e grandi, dalle attività educative nelle scuole di provincia alle mostre internazionali. Il restauro e la diffusione dell’intera opera chapliniana, anche di quella fuori dai diritti della famiglia, sono stati possibili grazie al suo ruolo di continua mediazione.
Il recupero dell’immensa opera di Chaplin ha toccato, con competenza e inesauribile energia, tutti gli aspetti del suo geniale creatore, dal lavoro per il recupero delle partiture musicali, a quello sulla corrispondenza, da quello sulle fotografie a quello sulle carte di produzione…
Nel corso degli anni l’ufficio parigino di Roy Export, a un passo dalla chiesa di Saint Eustache, è diventato una meta fissa di peregrinazione per quanti hanno a cuore la conservazione e la diffusione del patrimonio cinematografico.
Sempre in ascolto, sempre pronta all’azione, a patto che il risultato fosse ambizioso e lasciasse delle tracce stabili e condivisibili, Kate è stata in questi anni un punto di riferimento imprescindibile, ed è stata la dimostrazione che, lavorando per una struttura privata, si può lavorare in piena sintonia con le istituzione pubbliche.

 

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La statuetta del premio è stata ideata dallo scenografo Giancarlo Basili e realizzata dallo scultore Andrea Leanza, vincitore del premio David di Donatello 2021 per il miglior truccatore (per il film Hamamet di Gianni Amelio).