Il Cinema Ritrovato: Le stelle che non ti aspetti
Lasciamo per un attimo da parte Catherine Deneuve, Robert De Niro, Marlene Dietrich, Harvey Keitel, Gene Kelly, Debbie Reynolds, Charles Aznavour, Gian Maria Volonté, Robert Redford, Paul Newman, …, volti celeberrimi che affollano la sezione “Ritrovati e Restaurati” del festival, con i suoi luminosi recuperi di pellicole indimenticabili.
Rivolgiamoci qui alle sezioni dedicate a due autori, Anatole Litvak e Gustaf Molander, meno conosciuti dal grande pubblico ma le cui filmografie riserveranno parecchie sorprese, anche dal punto di vista della popolarità dei suoi protagonisti.
Scopriremo al festival che i programmi di queste due sezioni traboccano di attori e attrici di alta caratura, magari colti alle prime esperienze davanti alla camera da presa, in ruoli secondari o in un momento in cui la loro carriera non aveva ancora raggiunto i vertici.
Maestro ingiustamente ignorato, con una carriera internazionale lunga sessant’anni, Anatole Litvak ha realizzato alcuni dei film più appassionanti e innovativi della storia del cinema: una produzione oggi poco vista e analizzata, con l’eccezione di qualche titolo. Originario di Kiev, regista di capolavori come L’Équipage (1935) e La città del peccato (City for Conquest, 1940), lavorò in Germania, Francia e Regno Unito per approdare infine a Hollywood.
La panoramica della sua brillante carriera che presentiamo al festival include film provenienti da tutti questi paesi di produzione. Opere pronte per essere riscoperte, con i loro eleganti movimenti di macchina, i piani sequenza, il montaggio ironico e lo splendido uso delle scenografie.
Tanti i giovani splendidi volti di attori in odore di stardom. Cœur de lilas (Francia, 1932) ritrae un Jean Gabin agli inizi della carriera nel ruolo di mauvais garçon. Un già navigato Humphrey Bogart (ma ancora lontano dall’iconico ruolo di Casablanca) è invece protagonista di Il sapore del delitto (USA, 1938), nelle vesti di un gangster (la sua interpretazione viene comunque giudicata “topflight” da Variety). James Cagney (secondo l’American Film Institute, all’ottavo posto delle più grandi star di tutti i tempi) mena le mani in La città del peccato (USA, 1940); nel cast anche Anthony Quinn ed Elia Kazan, qui nelle vesti di attore. In La disperata notte (USA, 1947) Vincent Price e Henry Fonda sono legati da un cupo destino di vittima/carnefice, mentre in Il terrore corre sul filo (USA, 1948) Barbara Stanwyck si strugge a causa dell’irreperibile marito Burt Lancaster… tra loro la cornetta di un (affollato) telefono e il progetto di un omicidio. In Profondo come il mare (UK, 1955) una matura Vivien Leigh gioca il ruolo della moglie fedifraga nel suo terzultimo film. In Anastasia (USA, 1956), una smemorata Ingrid Bergman (Oscar come miglior attrice protagonista per questo ruolo) sotto la guida di Yul Brynner si finge figlia dello zar Nicola II di Russia per accaparrarsi l’eredità dei Romanov, custodita in una banca inglese.
Scopri il programma della sezione “Viaggi nella notte: il mondo di Anatole Litvak”
In mezzo secolo di carriera Gustaf Molander realizzò oltre settanta film di generi e stili diversi e lasciò un’impronta indelebile sulla storia del cinema svedese. Ben più di un regista versatile capace di eccellere in vari generi, Molander ebbe anche la straordinaria capacità di far emergere le vere potenzialità degli attori e soprattutto delle attrici. I suoi film degli anni Trenta lanciarono una giovane Ingrid Bergman (protagonista al festival di Senza volto) verso la fama internazionale, ma la retrospettiva offrirà anche la preziosa opportunità di ammirare Harriet Andersson, Eva Dahlbeck, Inga Landgré (attrici che ritroveremo nei film di Ingmar Bergman) e Gunn Wållgren (famosa fuori patria per il suo ultimo ruolo al cinema, la nonna in Fanny e Alexander) agli inizi delle rispettive carriere.
Una nota di colore: tra le attrici di Molander compare anche Viveca Serlachius, celebre protagonista della serie televisiva svedese Pippi Calzelunghe.
Scopri il programma della sezione “Gustav Molander, il regista delle attrici”