Mar

28/06

Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 09:00

Krazy Serial 3: Charlot / Collage

Jacques Feyder
Accompagnamento al piano di

Antonio Coppola

Tema: Charlot direttore d’orchestra batte il tempo. Davanti. L’europeo con cappello e la moglie in corsetto”. Il primo a chiamare in causa Charlot fu Blaise Cendrars nel 1916, in questa stravagante poesia pre-dadaista dedicata a Erik Satie. Solo due anni dopo, nel suo articolo Du décor, Louis Aragon affermava che per apprezzare pienamente Il vagabondo fosse indispensabile “conoscere e amare il Periodo Blu di Picasso, […] aver letto Kant e Nietzsche e credere che il proprio cuore sia più coraggioso di tutti gli altri uomini”. Innovatore, irriverente nei confronti dell’autorità e del perbenismo borghese, Chaplin incarna il desiderio di libertà e anarchia espresso dagli autori e gli artisti delle avanguardie artistiche degli anni Venti e Trenta. Raccordo fondamentale per l’esplosione del mito nella cultura avanguardistica è l’uscita della Chapliniade di Yvan Goll ‘poema cinematografico’ illustrato da Fernand Léger nel 1920 (cui farà seguito l’incompiuto Charlot cubiste, impossibile storia d’amore tra Charlot e la Mona Lisa di cui Ballet mécanique raccoglie i resti). Il 5 febbraio 1920 i dadaisti parigini pubblicizzarono un loro evento al Grand Palais millantando la presenza di Chaplin e la sua adesione al movimento; nel 1921 il tedesco Erwin Blumenfeld si mostra in un fotomontaggio dedicato a Tristan Tzara, con un corpo femminile che traspare da dietro un velato négligé, ma allo stesso tempo con camicia e cravatta, mentre una scritta a mano sull’immagine recita: “President – Dada – Chaplinist”. Presidente Dada a tutti gli effetti, Charlot è ritratto, in uno dei collage più riusciti dello stesso Blumenfeld, addirittura sulla croce, inchiodato a parole e simboli, tra cui ‘religione’, una svastica, la stella di David e il simbolo dello yin e yang. Quasi una premonizione, indubbiamente inconsapevole, dell’America reazionaria che espellerà Chaplin.

Cecilia Cenciarelli

Info sulla
Proiezione

Martedì 28/06/2016
09:00

Sottotitoli

Versione originale con traduzione simultanea in cuffia

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

LE PIED QUI ÉTREINT (Episodio 1779: L’Homme au foulard vert)

Cast and Credits

35mm. L.: 614 m. D.: 30’ a 18 f/s. Bn.

DE BANKROET JAZZ

Scheda Film

De Bankroet Jazz si basa su una sceneggiatura dadaista scritta dall’autore fiammingo Paul van Ostaijen tra il 1919 e il 1921 a Berlino e ad Anversa sul caos in cui l’Europa precipita in seguito alla Prima guerra mondiale. Dopo una gloriosa rivoluzione jazz i ministri del governo di un’Europa unita tentano di salvarsi la pelle iniettando nell’economia una quantità illimitata di Titoli di Stato. Ogni analogia con il presente è puramente casuale. Il film è interamente composto da found footage proveniente dagli archivi dell’EYE Film Instituut.

Cast and Credits

Scen.: Paul van Ostaijen (adattamento di Frank Herrebout e Leo Van Maaren). M.: Frank Herrebout. Mus.: Wouter van Bemmel. Prod.: Frank Herrebout. DCP. D.: 43’. Bn.

Da: Leo van Maaren, Frank Herrebout