Non solo ‘Nanas’: Niki de Saint Phalle regista
Niki de Saint Phalle (1930-2002), icona dell’arte femminista, ha lavorato con diversi mezzi, dalla scultura alla pittura, dall’installazione al cinema. Personalità cosmopolita, l’artista – nata in Francia – ha vissuto in varie parti del mondo, dall’infanzia e la formazione scolastica a New York e alle isole Baleari, dove ha conosciuto lo stile architettonico di Gaudí, fino a Parigi, dove ha incontrato l’artista Jean Tinguely, che sarebbe poi diventato suo marito.
All’inizio degli anni Sessanta entra a far parte del movimento Nouveau Réalisme insieme a, tra gli altri, Tinguely, Yves Klein, Arman e altri; de Saint Phalle è l’unica donna del gruppo. Le sue sculture “larger than life” hanno trovato posto in vari spazi pubblici, tra cui il delizioso Giardino dei Tarocchi, situato nella campagna toscana. Le sue opere più note, la serie delle Nanas, sono composte da figure femminili di grandi dimensioni che sembrano saltare nell’aria, dipinte in uno stile di colori quasi caleidoscopico, ma dimostrano una visione non tradizionale del corpo femminile. Le sculture non sono conformi agli stereotipi di bellezza femminile stabiliti dalla società occidentale e dalle narrazioni artistiche. Le Nanas, che derivano dal gergo francese per indicare le ragazze, sono formose, con seni, glutei e cosce esagerati, accentuati da fiori e motivi. Una di queste sculture, Gwendolyn (1966-1990), è stata presentata alla mostra principale della Biennale di Venezia del 2022.
Nell’ambito della sua filmografia, altro mezzo della sua espressione artistica, de Saint Phalle ha completato Un rêve plus long que la nuit nel 1976, dopo aver lavorato precedentemente a Daddy nel 1973. Il film segue la storia, quasi fiabesca, di una ragazzina che incontra un drago amichevole e una strega benevola, che esaudisce il suo desiderio di diventare una donna. Chiaramente realizzato nello Zeitgeist degli anni ’70 e con influenze surrealiste, il film fa riferimento alla decadenza sessuale con harem e adorazione di sculture falliche.
“Il film è una ballata immaginaria e poetica, un racconto fantastico che può essere visto come il sogno di una notte che sarebbe poi la vita… è la visione inquieta e poetica che una madre, artista, può avere della vita di sua figlia.” André Cornand, 1977
Un rêve plus long que la nuit (Francia, 1976)
Regia: Niki de Saint Phalle
Restaurato in 4K nel 2023 da Niki Charitable Art Foundation con il sostegno di Dior presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire dai negativi camera e sonoro 16mm
Sezione: Ritrovati e restaurati
In programma: giovedì 29 giugno, ore 11.00, Sala Scorsese
Glesni Williams