Gustaf Molander, il regista delle attrici
In oltre mezzo secolo di carriera (1917-1968) Gustaf Molander realizzò quasi settanta film, e la sua parabola di regista è parallela a quella dell’industria cinematografica svedese. Segnò l’inizio dell’Età dell’oro del muto svedese scrivendo la sceneggiatura di Terje Vigen (C’era un uomo, Victor Sjöström, 1917), e ne firmò l’epilogo con Ingmarsarvet (1925) e il suo seguito Till Österland (1926), entrambi tratti da romanzi di Selma Lagerlöf. Molander fu tra i pochissimi registi del suo paese a gestire con successo la transizione al sonoro, come dimostrano En natt (1931) ed En kvinnas ansikte (1938), probabilmente il miglior film svedese degli anni Trenta. Negli anni Quaranta, più di ogni altro regista svedese realizzò film che riflettevano sulla guerra e sulle sue conseguenze, e dopo alcune collaborazioni con un giovane Ingmar Bergman, come Kvinna utan ansikte (1947), negli anni Cinquanta girò alcuni rifacimenti a colori e in CinemaScope di classici del muto, in risposta all’avvento della televisione. Il suo ultimo lavoro, Smycket, è l’episodio migliore del film collettivo Stimulantia (1967). Molander si misurò con quasi tutti i generi, realizzando commedie slapstick e screwball, film drammatici, film storici, film per bambini e ragazzi. Lavorò con alcuni dei migliori direttori della fotografia – Julius Jaenzon, Gunnar Fischer e soprattutto Åke Dahlquist –, e diede il suo meglio negli adattamenti delle opere letterarie di Lagerlöf e Kaj Munk (Ordet, 1943).
Ma soprattutto Molander fu un regista di attori, e in particolare di attrici. Lanciò Ingrid Bergman, e i sei film che girarono insieme negli anni Trenta aprirono le porte alla sua carriera internazionale. Valorizzò il talento comico di Eva Dahlbeck in Fästmö uthyres (1950), diversi anni prima che interpretasse personaggi simili nelle commedie di Ingmar Bergman, e scelse Harriet Andersson per la parte dell’adolescente proletaria di Trots (1952) un anno prima del ruolo analogo che le fu affidato in Monica e il desiderio. Tra le altre attrici con cui Molander lavorò nelle primissime fasi della loro carriera vi furono Gunn Wållgren, Inga Landgré, Anita Björk, Ingrid Thulin e Gunnel Lindblom.
Una carriera così lunga ebbe ovviamente i suoi alti e bassi, ma Molander seppe creare grandi opere in ciascun decennio del suo mezzo secolo di attività. Contando anche il periodo in cui lavorò come sceneggiatore negli anni Dieci, abbiamo di fronte un percorso di sessant’anni, attraversati da opere di duraturo valore: una portata che può essere eguagliata solo da un ristretto numero di registi come Fritz Lang e Alfred Hitchcock.
La selezione fatta per questa rassegna abbraccia un’ampia varietà di generi e periodi. Tutti i film provengono dalle collezioni dello Svenska Filminstitutet: copie 35mm ottenute con stampa a contatto da negativi originali o di conservazione, oppure recenti restauri digitali (Jon Wengström).
A cura di Jon Wengström