26/06/2024

Bernardo Bertolucci inedito: ritrovato il film ‘La morte del maiale’ girato quando aveva solo 15 anni

E poi immagini dal set di Novecento e un filmato di famiglia dei primi anni ’60. L’annuncio al festival Il Cinema Ritrovato di Bologna.

La morte del maiale, realizzato nel 1956 da un 15enne Bernardo, è stato ritrovato dalla Fondazione Bertolucci e dalla Cineteca di Bologna.
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I primi passi di Bernardo Bertolucci: muovono dalla tradizione della sua campagna e sembrano predire il suo cinema più grande, quello di Novecento, quello del Conformista.
Le ricerche condotte dalla Fondazione Bernardo Bertolucci e dalla Cineteca di Bologna hanno portato a un ritrovamento eccezionale: il film La morte del maiale, girato nel 1956 da un 15enne Bernardo e rimasto inedito e sconosciuto fino a oggi.
La scoperta verrà raccontata al festival Il Cinema Ritrovato, in corso a Bolognavenerdì 28 giugno, alle ore 16.45 al Cinema Modernissimo, da Valentina Ricciardelli e Fabien Gerard della Fondazione Bertolucci e Gian Luca Farinelli e Cecilia Cenciarelli della Cineteca di Bologna.

Un film, La morte del maiale, di cui non si aveva più traccia, se non in una memoria di Adriano Aprà: “Ho conosciuto Bernardo quando aveva 16 anni, nel 1957, in casa di Cesare Zavattini (amico di mio padre) dove, in compagnia del suo amico Romano Costa (lo si vede in una particina in Agonia e nel Conformista), ha proiettato due cortometraggi in 16mm: La teleferica, di finzione, e La morte del maiale, documentario. Nonostante avessi solo quattro mesi più di lui, feci il critico: troppe inquadrature dal basso, nel primo, bene il secondo. Credo di essere uno dei pochissimi ad averli visti (sono andati perduti) ma ne ho ancora memoria”.

Il tema della morte del maiale tornerà esplicitamente a galla sia nel progetto mai realizzato I porci (1965) — dall’omonimo racconto di Anna Banti — sia in Novecento e nella Tragedia di un uomo ridicolo. Inoltre, il ricordo della fuga nella neve dell’animale inzuppato di sangue ha ispirato a suo modo la scena terribile dell’assassinio della moglie del professor Quadri alla fine del Conformista.

Questo il ricordo dello stesso Bernardo Bertolucci: “Ho cercato, con la sequenza dell’uccisione del maiale [in Novecento], di fare il remake di quel vecchio film in sedici millimetri. C’è la presenza dei bambini che guardano e si tappano le orecchie per non sentire le grida”.

Ma non si tratta dell’unico ritrovamento: proprio sul set di Novecento, la moglie di Bernardo, Clare Peploe, girò immagini straordinarie (tra queste, anche l’uccisione del personaggio di Attila, interpretato da Donald Sutherland), un assaggio del quale vedremo per la prima volta proprio venerdì al Cinema Ritrovato, assieme a un filmato di famiglia, girato in vacanza, probabilmente a Forte dei Marmi, nei primi anni ’60.


L’Archivio Bertolucci

La famiglia Bertolucci rappresenta un unicum irripetibile della storia culturale italiana. Bernardo Bertolucci parla di imprinting: è quello dell’opera poetica di Attilio, una delle voci più importanti del secolo scorso: “Il famoso imprinting è che la poesia è qualcosa che c’è intorno a casa, basta guardare ed è lì”.

È dunque semplice immaginare che l’Archivio Bertolucci rappresenti un caso unico nel suo genere non solo per la straordinaria ricchezza ed eterogeneità dei materiali che lo compongono, ma soprattutto perché non esiste, forse al mondo, un’altra famiglia che abbia intrattenuto un dialogo così libero, autoriale e multiforme con le arti degli ultimi due secoli – dalla poesia, alla fotografia, al teatro, dal cinema narrativo, al documentario ai video teatrali – né tessuto rapporti così intensi e vivi con gli intellettuali che hanno fatto il Novecento italiano. In quest’ottica, intraprendere un progetto a 360° sull’Archivio della Famiglia Bertolucci vuol dire acquisire un punto di vista e uno strumento imprescindibile per comprendere in profondità la storia del Novecento italiano.

Il progetto si articola lungo un doppio binario che tiene conto, durante tutte le sue fasi, sia del rapporto profondo e particolare che l’opera di Attilio, Giuseppe e Bernardo ha intrattenuto con il territorio, sia della sua naturale e fortissima vocazione internazionale. Il progetto si pone dunque un duplice obiettivo: da un lato preservare le carte, digitalizzarle e renderle fruibili, per la prima volta, attraverso un sistema moderno e trasparente che colga i nessi immediati con altri archivi esistenti (ad esempio l’archivio Pasolini della Cineteca di Bologna); dall’altro proseguire l’opera di restauro dei film di Giuseppe e Bernardo Bertolucci, iniziata nel 2017 con Novecento.

Laboratorio permanente di studio e ricerca sull’opera di Bernardo, Giuseppe e Attilio, BernardoBertolucci.org è anche il luogo virtuale di consultazione di questo straordinario archivio.

Il progetto archivio Bertolucci è promosso e sostenuto da Fondazione Cineteca di Bologna, il Comune di Parma, la Fondazione Solares, la Fondazione Monteparma.