29/06/2019

007 al Cinema Ritrovato: l’intramontabile fascino di James Bond nella sezione ‘Vintage Prints’

Dr. No seduce il grande schermo oggi come nel 1962: Sean Connery nei panni di James Bond diventa icona, sovrastando le altre 23 produzioni e innalzandosi a preferito tra gli interpreti dell’agente segreto britannico più famoso del mondo.  

Nato dalla penna di Fleming, James Bond è più di un agente segreto, è simbolo dell’Inghilterra che tenta di rialzarsi dopo il disastro del canale di Suez e dell’ormai perduto predominio del suo impero. 

Alla proiezione delle 11:00 di Dr. No (Licenza di uccidere, 1962) nel cinema Arlecchino risuona il riff di chitarra del tema di 007 (scritto da Monty Norman e arrangiato da John Barry): il volto del più affascinante agente segreto è quello del giovane Sean Connery, allora trentatreenne, che più degli altri cinque interpreti che hanno indossato lo smoking di Bond è riuscito a incarnare egregiamente lo spirito del personaggio. 

“Vorrei nuovamente ringraziare l’Academy Film Archive” rappresentata in sala da Michael Pogorzelski “che ogni anno ci permette di avere qui al festival incredibili tesori del passato” prende così la parola il direttore Gian Luca Farinelli subito introducendo il secondo ospite in sala Philippe Le Guay, regista francese, il quale “non appena saputo della presenza di Dr. No ha voluto fortemente partecipare alla presentazione del film”. 

Aprendo il suo discorso Le Guay regala agli spettatori una delle considerazioni più divertenti di questa edizione del Festival, dichiarando: “inizio a sospettare che Farinelli sia il James Bond italiano: sempre impeccabile in giacca e cravatta, mentre noi comuni mortali continuiamo a sudare”. 

Nel corso della sua precisa e personalissima introduzione, innegabile è il rapporto di familiarità che Le Guay coltiva con la filmografia di James Bond: “007 funziona per me come le madeleine per Proust, i suoi film mi riportano indietro nel tempo, evocando memorie del passato”
Continua sulla scia del ricordo il regista francese: “mi è stato permesso di vedere i film di 007 solo raggiunti i 14 anni; James Bond era considerato intrattenimento per adulti e i miei genitori, in particolare mia madre, non volevano che venissi in contatto con tali scene di violenza e sesso”

Confrontata con gli altri 23 film della lunghissima serie, questa prima missione di Bond sul grande schermo appare meno spericolata, “dal ritmo più disteso” come suggerisce Le Guay, ma di indiscutibile importanza iconografica e punto di riferimento incontrastato per tutti gli 007 realizzati successivamente. 

Le Guay si sofferma poi sul personaggio, rilanciando al pubblico un interessante spunto per un confronto oppositivo con un altro “eroe” britannico, Lawrence D’Arabia, puntualizzando: “James Bond è estremamente elegante, ha gusti raffinati nel cibo, nei viaggi, con le donne ed è alla costante ricerca del piacere; l’altro vive immerso nell’isolamento del deserto, quasi come un monaco, cosa che certamente non si può dire di James Bond”.

Prima di augurare al pubblico buona visione, Le Guay si lascia andare ad un ultimo spassionato commento: “Dr. No non è mai piaciuto al Vaticano: dopotutto c’è Ursula Andress in bikini!” 

Report di Martina Rizzo
Nell’ambito del corso di Alta Formazione per redattore multimediale e crossmediale, nel progetto di formazione della Cineteca di Bologna.

Gallery di Margherita  Caprilli