26/06/2018

Thierry Frémaux e Margarethe von Trotta in Piazza Maggiore per la versione restaurata di ‘Il Settimo Sigillo’

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“With the Lumière it’s always like the first time”.

Con queste parole, lunedì 25 giugno, in una gremita Piazza Maggiore, il direttore del festival di Cannes e Institut Lumière, Thierry Frémaux, accompagnato da Cecilia Cenciarelli, ha presentato una piccola selezione di film dei fratelli Lumière dedicati allo sport dal titolo: Lumière, l’invention du sport.

Come è ormai tradizione a Il Cinema Ritrovato, Frémaux ha commentato  per il pubblico divertito e affascinato della piazza, la proiezione in cui si sono susseguite scene di corse in bicicletta e con i sacchi, tuffatori, pugili, combattimenti di kendo e le spettacolari evoluzioni della famiglia acrobata Cremas.
Subito dopo Cecilia Cenciarelli, per introdurre la proiezione della versione restaurata de Il settimo sigillo  (Svezia, 1957) di Ingmar Bergman, ha invitato sul palco Margarethe von Trotta, Jan Holmberg (CEO of Ingmar Bergman Foundation) e Lars Karlsson dello Svenska Filminstitutet che ne ha curato il restauro e ha affermato: «It’s been an honor to work on such an iconic film».
“Piazza Maggiore is the perfect setting for the Seventh Seal. Returning home from the Crusades, the protagonist surely has stopped to Bologna. Even if the film is set in medieval times, the Seventh Seal is a story about all of us”. Ha affermato Jan Holmberg ammirando Piazza Maggiore gremita.
Per ultima ha preso la parola Margarethe von Trotta, ospite al Cinema Ritrovato per presentare il suo documentario: Searching for Ingmar Bergman (Francia-Germania, 2018): “Sono molto emozionata di essere qui in questa Piazza a rivedere un film che ho visto per la prima volta in un piccolo cinema di Parigi”.
La regista tedesca è apparsa molto commossa nel vedere la numerosa folla riunita per assistere alla proiezione del capolavoro di Bergman (nella sua versione restaurata in anteprima italiana) e ha ammesso il profondo debito artistico che deve al regista svedese che le ha fatto scoprire l’amore per la settima arte: “Ho visto il film nei primi anni ’60, quando non nutrivo un grande interesse per il cinema. È stata la visione del film a darmi il desiderio di fare cinema. Ho aspettato diciassette anni prima di realizzare il primo film. Bergman mi ha dato questo slancio a fare questo lavoro e di questo gli sarò sempre grata”.

Federica Scarpa

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