29/06/2018

Marie-Claire Kuo e Tony Rayns raccontano la rinascita del cinema cinese

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“Per capire la Cina di oggi è importante conoscere il suo passato.” Incontri con i curatori della rassegna La rinascita del cinema cinese (1941-1951).

Durante il boom di cinefilia nell’occidente degli anni sessanta, il cinema cinese fu ampiamente trascurato. Una delle prime persone ad attivarsi al riguardo fu la ricercatrice francese Marie-Claire Kuo, che fondò nel 1979 il Centre de documentation et de recherche sur le cinéma chinois (CDCC).
I film della rassegna presentati al Cinema Jolly  in questi giorni durante il Festival del Cinema Ritrovato provengono principalmente da questo archivio. Sono opere raramente viste in Europa e di alcune non esistono neppure altre copie in Cina. I curatori della rassegna sono Marie-Claire Kuo e Tony Rayns, critico cinematografico, commentatore, programmatore di festival e uno dei maggiori esperti mondiali del cinema asiatico. Hanno parlato durante un incontro tenutosi giovedì 28 giugno presso l’Auditorium DamsLab, insieme a Kuo Kwan Leung, marito di Marie-Claire e Presidente del CDCC: al centro della discussione ci sono state le condizioni politiche e culturali che hanno portato all’oblio questo capitolo della storia del cinema.

La rassegna si concentra sui film del periodo della seconda guerra sino-giapponese e della guerra civile in Cina. “La presenza della guerra è molto sentita in questi film” ha spiegato Kuo. Durante la presentazione è stata mostrata una rarissima clip di Popular Chinese War Songs (1938) dei gemelli Wan, pionieri dell’animazione cinese il cui lungometraggio d’animazione Tieshan Gongzhu (La principessa dal ventaglio di ferro, 1941) ha aperto la rassegna a Bologna. Il corto è un esempio di film di propaganda contro l’invasione giapponese che costrinse molti cineasti a fuggire da Shanghai ed abbandonare la produzione cinematografica.

Era la consapevolezza di questo contesto che Marie-Claire Kuo voleva trasmettere agli studenti del dipartimento di cinese dell’Université Paris-VII quarant’anni fa, e che continua fino ad oggi a promuovere. Ma lei sostiene che anche tuttora “i giovani cinesi non conoscono la storia del proprio cinema, perché i vecchi film non vengono mai mostrati – il cinema cinese è sconosciuto.”

Anche nelle enciclopedie di storia del cinema mondiale pubblicate negli anni Settanta e Ottanta, ha confermato Rayns, c’erano solo vaghi riferimenti al cinema cinese, spesso scorretti a causa di una mancanza di conoscenza della lingua. Rayns si è dedicato a rendere accessibile questo patrimonio culturale. Durante l’incontro ha condiviso un estratto dal suo documentario sul cinema cinese commissionatogli dalla televisione britannica, in cui egli intervista gli attori e registi del dopoguerra cinese che svelano le condizioni poco agevoli per le riprese in quell’epoca.

Kuo Kwan Leung e Marie-Claire Kuo hanno fatto appello alle cineteche internazionali per continuare ad aiutare a conservare e restaurare i tesori del CDCC. “Per capire la Cina di oggi è importante conoscere il suo passato” ha ricordato al pubblico Marie Claire Kuo.


Charlotte Micklewright