Il regista Roland Sejko presenta il suo documentario ‘Come vincere la guerra’
Ieri mattina in Auditorium è stato proiettato il documentario Come vincere la guerra di Roland Sejko (regista di Anija – La Nave, vincitore del premio David di Donatello 2013 come miglior documentario).
Ad introdurre il documentario è stato lo stesso Sejko, direttore dell’Archivio dell’Istituto Luce.
Il documentario, che fa parte della sezione “Documenti e documentari“, è stato realizzato a partire da una ricerca condotta in collaborazione con la Cineteca del Friuli, raccoglie straordinari filmati d’archivio di proprietà del NARA e della Library of Congress. Viene raccontato un momento particolarmente decisivo della Grande Guerra, ovvero l’intervento nel conflitto degli Stati Uniti nel 1917, ad un anno dal termine. In una situazione di stallo, in cui nessuna forza era riuscita a prevalere sulle altre, questo evento è in grado di rompere gli equilibri.
Ciò che colpisce maggiormente è l’intento di propaganda degli Stati Uniti attraverso le immagini. La guerra, fortemente voluta dal Presidente Woodrow Wilson, è soprattutto messa in scena attraverso un alleato che diventerà da questo momento in poi irrinunciabile, ovvero la macchina da presa.
Attraverso le voci di militari, giornalisti e osservatori diversi (tra cui Ernest Hemingway, Antonio Gramsci e il grande regista David W. Griffith) riviviamo la quotidianità della guerra.
L’esercito italiano, particolarmente stremato e disilluso in seguito alla disfatta di Caporetto, verrà sedotto da questa propaganda, fatta soprattutto di giochi di illusioni (significativa la marcia dell’esercito americano, che riesce a convincere gli Austriaci di essere un numero ben superiore alla realtà).
Al termine della proiezione Sejko ha presentato l’Archivio digitale dell’Istituto Luce, recentemente rinnovato.
Nella gallery le foto dell’incontro di questa mattina.
Intervista a Roland Sejko
Come si è orientato nella selezione del materiale audiovisivo del documentario “Come vincere la guerra”?
Non è stato facile, vista la notevole mole di materiale disponibile negli archivi consultati. Ho deciso tuttavia di dare un taglio più emozionale al lavoro, privilegiando immagini più evocative e significative.
Aveva in mente un tipo di pubblico in particolare mentre progettava il lavoro? Penso che questo documentario possa funzionare tanto per un pubblico europeo quanto per quello americano.
Lei è direttore dell’archivio dell’Istituto Luce. Quali sono le prospettive di questa storica istituzione nell’era del digitale?
Abbiamo recentemente rinnovato il portale web dell’archivio con l’intento di rendere accessibili e fruibili ad un pubblico sempre più ampio i preziosi materiali conservati dall’Istituto. Ci piacerebbe che questo materiale potesse trasformarsi in uno strumento utile per la narrazione e riutilizzato per farne dei film.
Valentina Cuppini e Francesco Pellegrini
Prossimo appuntamento lunedì 25 giugno alle 18.00 con “Searching for Ingmar Bergman” con l’introduzione della regista Margarethe von Trotta e di Felix Möller