Marcello Pagliero, l’italiano di Saint-Germain-des-Prés

Programma e note a cura di Jean A. Gili

 

Cineasta di frontiera che ha lavorato alternativamente in Francia e in Italia – ma anche in Egitto, in Nuova Guinea e in Russia per necessità di riprese –, Marcello Pagliero ha realizzato un’opera originale, frutto di un métissage culturale fra neorealismo, realismo poetico ed esistenzialismo. Segno di appartenenza a una rete di intellettuali e di artisti, sia in Italia che in Francia, il regista è stato molto amico di Roberto Rossellini, che l’aveva diretto in Roma città aperta, Vittorio De Sica, Ennio Flaiano, Sergio Amidei, Jean-Paul Sartre, che l’aveva chiamato a Parigi per recitare in Les Jeux sont faits, Raymond Queneau, Jean Genet, Alexandre Astruc, Pierre Kast.
Pagliero ha condotto una vita da avventuriero nonchalant – la cosa può sembrare paradossale –, insensibile al fascino del successo e alle ambizioni di carriera, pronto a rimettere in gioco il suo talento senza sosta, aperto a tutte le esperienze che gli si presentavano a seconda delle circostanze. Certo, era tormentato a causa di un temperamento ansioso e melanconico. Di lui Zavattini ha potuto dire: “Forse il suo carattere gli ha impedito di esprimere tutto ciò che poteva”. In ogni caso, ci sono tutti gli ingredienti per stuzzicare la curiosità dei cinefili e suscitare il desiderio di scoprire un cineasta seguendo un’esistenza dalle svolte impreviste e per la quale non esiste alcuno studio. Autore imprevedibile, Pagliero ha firmato opere rare in Italia, come Roma città libera e Vestire gli ignudi. Soprattutto, ha regalato al cinema francese due film di riferimento girati con una vena realistica di cui non esistono molti esempi: Un homme marche dans la ville e Les Amants de Brasmort. Queste opere, elogiate da André Bazin, gli sarebbero bastate a costruirsi una reputazione, ma la sua filmografia racchiude altre ricchezze da scoprire, sia in Italia che in Francia, per esempio Destini di donne e Vergine moderna, o La Rose rouge, sul mitico cabaret della rive gauche, senza dimenticare l’adattamento della pièce di Sartre La Putain respectueuse. Riguardo a L’Odyssée du capitaine Steve e Vingt mille lieues sur la terre, si tratta di imprese singolari che aprono nuovi orizzonti alle ambizioni del cineasta. Pagliero è stato anche coprotagonista al fianco di Anna Magnani, Micheline Presle, Simone Signoret…

Jean A. Gili