Technicolor & Co. 2015

Programma a cura di Gian Luca Farinelli

 

Da diversi anni organizziamo, all’interno del programma del Cinema Ritrovato, una sezione dedicata al colore che vorremmo fosse uno spazio di ricerca. Quest’anno ricorrono i cento anni del Technicolor e ci è sembrato inevitabile onorarli partendo dagli oggetti storici, dalle copie 35mm, mettendo in primo piano il lavoro delle cineteche e di coloro che conservano e restaurano i film.
Presenteremo sette copie 35mm Technicolor vintage: Fantasia, Great Day in the Morning, Vertigo, All that Heaven Allows, The Heroes of Telemark, Model Shop, The Thin Red Line; inoltre una copia 70mm di 2001: A Space Odissey e un restauro 35mm realizzato quindici anni fa dal NF&Tv di The Thief of Bagdad.
La rassegna sarà completata da quattro restauri digitali: un terzetto di musical restaurati in DCP, Cover Girl, On the Town, Kiss me Kate, girato però in Ansco color, che presentiamo nella rara versione originale 3D, e The Wizard of Oz, che presentiamo nella versione 3D realizzata dalla WB per il mercato statunitense, mai esistita storicamente, ma la stereoscopia fa emergere ancora di più il lato ottocentesco e magico del film.
Le copie vintage sono forse il più grande privilegio che le Cineteche offrono al pubblico del Cinema Ritrovato, perché il fascino di quei colori, dei bianchi e dei neri, resta immutato, anzi accresciuto dal fatto che i nostri occhi sono, oggi, abituati a colori completamente diversi. Vedere quelle copie proiettate su uno schermo sarà come fare una passeggiata alla Galleria degli Uffizi.
Quando si parla di Technicolor si entra in una giungla tecnologica in cui ogni film è un caso a parte e forse solo attraverso le copie originali Technicolor ci rendiamo conto di quanto la storia del cinema si intrecci con la storia e la ricerca tecnologica. Tutto cambia di anno in anno, da una casa di produzione all’altra, di procedimento in procedimento. Con le variabili ulteriori dei registi e dei direttori della fotografia, che utilizzano in maniera diversa e personale le potenzialità che avevano a disposizione in quel momento. Solo due anni separano Great Day in the Morning da Vertigo ma l’abisso produttivo, tecnologico, estetico li rende due Technicolor senza rapporto di parentela. Chi seguirà l’intera rassegna potrà stupirsi di quanto è vasta la tavolozza del Technicolor e di quanto il digitale fatica a inseguirla, ma questa sezione non vuole essere una contrapposizione tra pellicola e digitale. Non si tratta più di stabilire la supposta superiorità dell’uno rispetto all’altro, quanto di capire cosa stiamo vedendo.
L’anno passato al Cinema Ritrovato, Alice Rohrwacher affermò che, per lei, giovane cineasta, la vera novità non era il digitale, ma la pellicola, che lei ha appena iniziato ad usare. Mai come oggi i cineasti del presente sembrano ispirarsi al mondo della pellicola e ai colori del Technicolor. Al momento non si stampano più copie Technicolor, ma i discorsi e i lavori attorno a questo sistema sono più vivi che mai e speriamo che anche questa proposta bolognese serva ad approfondirli.

 Gian Luca Farinelli

 

A supporto dei film alcune conferenze, una in due parti (di due ore complessive) tenute da Celine Ruivo della Cinémathèque française e Jean-Pierre Vescheure, che si concentreranno sul procedimento Technicolor dal 1938 alla fine del Novecento, mostrando molti esempi di copie Technicolor 35mm. L’altra conferenza sarà condotta da Grover Crisp (Sony), Schwan Belston (20th Century Fox) e Simon Lund (Cineric) che parleranno del restauro dei film a colori proiettando spezzoni di copie originali 35mm e la stessa sequenza nel restauro digitale.

Programma