Macha Méril e il racconto a colori: ‘Belle de Jour’ torna a brillare
Presentato ieri, Belle de Jour (Francia-Italia/1967) per la sezione Ritrovati e Restaurati, in una cornice dai toni contrastanti: il blu elettrico delle poltrone del Cinema Arlecchino e i rossi tenui dei riflettori e del tema del Cinema Ritrovato. La proiezione è stata introdotta da Macha Méril in dialogo con Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna attraverso un racconto tutto a colori.
È nell’anniversario dei 50 anni dalla sua uscita che la Cineteca di Bologna, ha presentato il restauro del film, grazie al minuzioso lavoro della Cinemathèque Française e di Studio Canal. In questa occasione, l’interprete di Profondo Rosso di Dario Argento ha restituito una vera e propria educazione all’immagine colorata, raccontando la genesi del primo film a colori realizzato dal regista Luis Buñuel, che proveniente da una lunga tradizione di film in bianco e nero si ritrovò a dover rispondere alle esigenze commerciali dei produttori dell’epoca, Robert e Raymond Hakim.
“Facciamo un film a colori, in cui, però, non ci siano i colori” e quindici giorni prima dell’inizio delle riprese ogni ambiente, abito e circostanza di set venne adattata a toni e colori tenui, pastelli e nulla venne concesso ai colori accesi.
Cinquant’anni dopo invece, ironia della sorte, la Cinemathèque Française riporta i colori della pellicola a toni sfolgoranti, con grande armonia estetica in un’operazione fortemente ammirata dalla sala, gremita di spettatori. Persino la pioggia, nella scena di Séverine (Catherine Deneuve) riflessiva alla finestra, in abito bianco e nero – brillava di toni oro e argento come se piovesse in sala. L’educazione all’immagine, passa anche dalla lettura a colori.
Sabrina Manzari, Corso di Alta Formazione redattore multimediale e crossmediale della Cineteca di Bologna.
Foto di Lorenzo Burlando