La Linea continua al Cinema Ritrovato con Sergio Cavaldoli e Paola Bonomi
Gli schermi del Cinema Ritrovato hanno ospitato La Linea di Osvaldo Cavandoli all’interno della sezione Cinema Ritrovato Kids. Tra laboratori di doppiaggio per bambini, giochi e proiezioni dei primi episodi dell’iconico film d’animazione alla Cinnoteca abbiamo incontrato gli eredi di Cavandoli e della storica voce de La Linea, Carlo Bonomi: Sergio Cavandoli e Paola Bonomi.
“La prima volta che mio padre è tornato a casa raccontandomi la sua idea del cartone animato – ricorda Sergio Cavandoli – ho pensato che animare un personaggio senza occhi, senza bocca e fargli fare delle cose comprensibili sarebbe stato molto difficile. Quando l’ho visto sullo schermo gli ho detto che solo lui poteva farlo così”.
Nella scatola dei ricordi di infanzia Cavandoli conserva anche questo: “Quando faceva animare da altri La Linea senza dirmi niente, io la guardavo e capivo che non l’aveva fatta lui”. Per la sua semplicità e il suo carattere irriverente spesso il personaggio uscito dalla matita di Osvaldo Cavandoli è stato accostato alle figure di Chaplin, Jaques Tatì e Fantozzi. Per il figlio però la somiglianza più azzeccata è quella con Charlot: “Secondo me tra tutti si avvicina più a Chaplin perché si fa scorrere le disavventure addosso. Finiti i guai va avanti, non ha strascichi come Fantozzi che invece non va oltre. Prendi mazzate ma bisogna andare avanti: per me il messaggio de La Linea è proprio questo”. E oggi di cosa parlerebbe il personaggio creato da suo padre? “Credo che parlerebbe di politica, mio padre ha sempre cercato di starne fuori, però per le tavole e gli auguri di capodanno qualcosa sulle tasse e di satira c’era sempre. Delle nuove tecnologie, internet e i social network invece non parlerebbe, lui non voleva neanche un computer in casa, faceva il disegno e lo mandava a qualcuno che facesse le scansioni”.
Paola Bonomi, la figlia della voce storica de La Linea, racconta il primo incontro tra suo padre e Osvaldo Cavandoli: “Si sono incontrati alla TTC, una sala di incisione in via Moscova dove venivano fatti i provini pubblicitari e di doppiaggio. Cavandoli aveva avuto la possibilità di dare una voce al suo personaggio e stava facendo molti provini. Quando chiese a mio padre di trovare una soluzione gli disse di inventare, di fare un suono o un rumore”. In realtà Carlo Bonomi aveva già creato una voce adatta: “A teatro con Nino Besozzi faceva il personaggio di un bambino teppa di periferia. Vedendo La Linea che si incavolava e si scaldava ha pensato che fosse quella giusta”. Il linguaggio è un grammelot, una lingua universale che viene dai cabarettisti francesi, un’unione di onomatopee e di suoni che ricordano quello della parola e che si appoggiano ad uno stato emozionale. Per molti anni attori e doppiatori hanno cercato di carpire i segreti della voce de La Linea: “Tante attrici avevano provato a chiedergli come si faceva” racconta Paola Bonomi facendo ascoltare l’audio in cui suo padre dice che l’unica che è riuscita a farla alla fine è stata proprio lei. “Quando non ci sarò più vivrò attraverso le tue corde vocali” afferma in una delle sue ultime registrazioni il doppiatore. “La voce me l’ha insegnata di recente, 7 o 8 anni fa, quando non riusciva più a fare quelle più sottili delle donne e dei bambini. Ho iniziato così doppiando il bambino, il cagnolino, la donna affascinante e quella arrabbiata” conclude Paola Bonomi.
Prossimo appuntamento con il CinemaRitrovato Kids sabato 30 giugno alle ore 17.00 in Sala Cervi con la rassegna Immagini in musica.
Claudia Balbi e Federica Scarpa