30/06/2016

Il Cinema Ritrovato DVD Awards: Intervista a Paolo Mereghetti

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Critico cinematografico e giornalista, Paolo Mereghetti è caporedattore spettacoli del “Corriere della Sera” e autore del dizionario Il Mereghetti. È stato consulente per la Mostra d’Arte Cinematografica di
Venezia, ha collaborato con RadioTre e Raitre e ha pubblicato numerosi saggi (su Orson Welles, Arthur Penn, Marco Ferreri, Bertrand Tavernier, Jacques Rivette).

Anche quest’anno parteciperà come presidente della giuria a Il Cinema Ritrovato DVD Awards. Secondo lei, qual è l’obiettivo di questo premio e che cosa lo rende importante?

Penso che l’autorevolezza dei membri della giuria, dove sono presenti alcuni dei più importanti critici e studiosi di cinema internazionali, faccia di questo premio un appuntamento imprescindibile. In passato avevo partecipato ad altre iniziative nazionali e mi ero sempre scontrato con un sostanziale appiattimento dei premi sugli interessi dei produttori. Tutti i membri della giuria e io per primo, sappiamo che i DVD Awards si portano addosso gli occhi di tutti i partecipanti alle proiezioni del Cinema
ritrovato, vale a dire dei migliori specialisti mondiali in fatto di valutazione del patrimonio filmico: sentiamo l¹obbligo di essere alla loro altezza e ogni anno ci siamo sempre sforzati di farlo.

Ogni anno un gran numero di DVD e Blu-ray partecipa a questa competizione, che viene divisa in diverse categorie: Miglior DVD (PREMIO PETER VON BAGH), Miglior Blu-ray, Migliore Collana/Cofanetto, Migliori Bonus, Miglior Riscoperta di un Film dimenticato. In che modo seleziona i vincitori e che cosa rende un prodotto davvero unico?

La preselezione dei concorrenti, fatta dal conservatore della cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli e da me, ha come unico criterio quella della qualità e della novità dei DVD proposti. Non ci interessa solo il
fatto che un titolo introvabile possa finalmente avere un’edizione in DVD ma valutiamo anche la qualità di questa edizione. Spesso ci è successo di “bocciare” dei DVD proprio perché la loro edizione non era allineata agli standard più alti. Non voglio anticipare niente ma posso dire che anche quest’anno la discussione tra i vari membri della giuria che ha preceduto le riunioni definitive che faremo a Bologna si è molto interessata della qualità dei titoli selezionati e di come rispettano delle condizioni ottimali di visione.

Che cosa pensa del presente e del futuro dell’editoria cinematografica specializzata in film classici?

Mi auguro che l’editoria dei film classici continui a lavorare come ha fatto in passato perché mi sembra una componente fondamentale del lavoro di recupero e riscoperta dei cosiddetti film “del patrimonio”, cioè della memoria del cinema che le nuove generazioni cominciano a dimenticare o addirittura a non conoscere. Avere a disposizione un consistente numero di DVD del passato permette di continuare a coltivare la conoscenza della storia del cinema che altrimenti rischierebbe di subire i contraccolpi delle mode e della superficialità (per non dire della noncuranza) di molti.