UNTER DEN BRÜCKEN

Helmut Käutner

Sog.: dal manoscritto di Leo de Laforgue Unter den Brücken von Paris. Scen.: Walter Ulbrich, Helmut Käutner. F.: Igor Oberberg. M.: Wolfgang Wehrum. Scgf.: Jupp Büttgen, Hans Ender, Anton Weber. Mus.: Bernhard Eichhorn. Int.: Hannelore Schroth (Anna Altmann), Carl Raddatz (Hendrik Feldkamp), Gustav Knuth (Willy), Ursula Grabley (Vera), Margarete Haagen (la governante), Hildegard Knef (ragazza di Havelberg), Walter Gross (uomo sul ponte), Hellmut Helsig (propietario del caffé Muhlke). Prod.: Walter Ulbrich per Ufa-Filmkunst. 5mm. D.: 98’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

I problemi in cui incorse Grosse Freiheit Nr. 7 non impedirono a Käutner di lavorare. Mentre la guerra si avvicinava lentamente a Berlino, il regista girò nella città e nei suoi dintorni una storia senza tempo d’ambientazione fluviale: si pensi qui a Epstein o Vigo, ma con un linguaggio più vicino al neorealismo di un De Santis o di un De Sica. La storia produttiva di Unter den Brücken – le tracce lasciate sul tessuto audiovisivo dall’epoca in cui fu girato – fece del film un oggetto di culto cinefilo in Germania. Innanzitutto Käutner filmò luoghi della capitale (il vecchio Jannowitzbrücke e il Schlütersteg-Brücke) che di lì a poco sarebbero stati bombardati, documentando una Berlino oggi scomparsa. Ma non solo: filmò anche le rovine lasciate dai bombardamenti del 1944, e cioè i primi segni dell’imminente distruzione della città. Tutto ciò va messo in relazione con i racconti sulle riprese effettuate fuori Berlino, nelle paludi e nei prati tra l’Oder e l’Havel, che per esigenze di presa sonora dovevano essere programmate tenendo conto dei bombardamenti alleati sulla capitale… Insomma, il Reich va in frantumi e la vita continua. Come in Grosse Freiheit Nr. 7, al centro ci sono gli affari di cuore: terribilmente e meravigliosamente complicati, esilaranti, devastanti, vivificanti, ci vengono qui ancora una volta presentati come più importanti della politica e più duraturi dei giuramenti di fedeltà alla bandiera e alla patria. E come nel film precedente c’è l’idea di un mondo, là fuori: viene nominato il porto di Rotterdam e i mari oltre quello. Il triangolo amoroso si risolve però qui in maniera sorprendentemente diversa, con una soluzione a tre definita tanto dall’amore della donna per uno dei due uomini quanto dall’amicizia che lega questi ultimi. Se Grosse Freiheit Nr. 7 apparteneva al presente, Unter den Brücken era un film per il futuro, sul futuro.

Olaf Möller

Copia proveniente da