Maciste Alpino

Luigi Maggi, Romano Luigi Borgnetto

Sup. R.: Giovanni Pastrone; F.: Augusto Battagliotti, Giovanni Tomatis, Carlo Franzoni; Effetti speciali e trucchi: Segundo de Chomón; Int.: Bartolomeo Pagano (Maciste), Fido Schirru (Fritz Pluffer), Enrico Gemelli (Conte di Pratolungo), Marussia Allesti (Contessina di Pratolungo), Evangelina Vitagliani, Felice Minotti; Prod.: Itala-Film. 35 mm. L. or.: 2084 m. L.: 1913. m. D.: 93’ a 18 f/s. Virato, imbibito.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

I film di propaganda bellica prodotti in Italia durante la prima guerra mondiale rientrano spesso nei clichés melodrammatici di genere. Curiosamente le corde più felici si trovano quando i toni bellici si ibridano con la commedia, come in questo splendido Maciste alpino. Il 24 maggio 1915 Maciste e la sua troupe sono al lavoro per girare in un paesino di confine sulle Dolomiti. L’entusiasmo dimostrato all’annuncio dell’entrata in guerra procurerà loro alcuni guai: saranno imprigionati insieme ad altri italiani e minacciati di deportazione. Maciste risolverà da par suo il problema prendendo gli austriaci a calci nel sedere, liberando i prigionieri e, superati i problemi di taglia, vestendo la divisa di alpino. Scene di grande respiro spettacolare si alternano ad alcune delle più riuscite trovate di humour macistiano (la caricatura del Kaiser per distrarre le guardie, lo scarpone come arma contundente, i duelli con Fritz Pluffer). I direttori della fotografia giocano con la luce e coi riflessi della neve nelle riprese montane, mentre il mago degli effetti speciali Segundo De Chomón “trucca” le riprese per rendere ancora più eroiche le imprese dei soldati. Nel film il corpo di Maciste si connota non tanto, come in altri episodi, per l’eccezionalità che lo differenzia dagli uomini comuni quanto per l’esemplarità che lo avvicina ai suoi compagni d’arme. Il gigante diventa prodotto e rappresentante delle virtù del popolo italiano, dal momento che “I figli d’Italia sono tutti Macisti”.

Stella Dagna, Claudia Gianetto

Copia proveniente da

In collaborazione con

Il restauro è stato realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino in collaborazione con il Comune di Valtournenche e con la Fondazione Cineteca Italiana di Milano, a partire da una copia positiva nitrato colorata conservata dal Museo di Torino. L’intervento è stato effettuato nel 2000 presso il laboratorio Blue Film di Milano.