La donna con la Kinamo: Ella Bergmann-Michel

Programma e note a cura di Madeleine Bernstorff

Ella Bergmann-Michel (1895-1971), artista costruttivista che lavorava principalmente con il collage e la fotografia, tra il 1931 e il 1933 realizzò alcuni documentari innovativi che sono oggi preziose testimonianze del clima progressista di Francoforte negli ultimi anni della Repubblica di Weimar. Fu esponente di punta del gruppo Bund neues Frankfurt [Alleanza nuova Francoforte], che riuniva architetti e artisti intenzionati a sviluppare un progetto modernista pragmatico e orientato al sociale. Bergmann-Michel si occupava dell’organizzazione di proiezioni cinematografiche e fu così che entrò in contatto con Dziga Vertov e Joris Ivens, dai cui lavori fu fortemente influenzata. La sua cerchia di amici comprendeva inoltre artisti e intellettuali come Kurt Schwitters, Asja Lācis e László Moholy-Nagy.
Bergmann-Michel usa la macchina da presa – una Kinamo (Kin amo = amo il cinema), sviluppata a partire dal 1922 dall’ingegnere Emanuel Goldberg – in modo veloce, con un approccio documentaristico-narrativo, attento alla quotidianità della vita sociale osservata, sia che si tratti di promuovere la Neue Bauen, sia di raccogliere fondi per sostenere le cucine dei disoccupati. Ricorre a brevi momenti di finzione per sottolineare ciò a cui è maggiormente interessata: la struttura comunicativa dell’architettura di un nuovo ospizio per anziani, la delusione sul volto di chi, affamato, si presenta a una cucina rimasta priva di vettovaglie, o ancora la stretta delle autorità sui venditori ambulanti. L’abitudine di riprendere ciò che avveniva davanti ai suoi occhi per le strade attirò su di lei crescenti sospetti, che culminarono con il suo arresto e il sequestro della pellicola durante le riprese di Letzte Wahl. Si salvò il materiale girato in precedenza, che documenta vividamente l’asprezza dello scontro politico durante le ultime elezioni libere nella Germania del 1932. Nel 1933, quando il regime mise al bando le sue opere, Ella Bergmann-Michel fu costretta a ritirarsi in campagna con il marito. Paul Seligman, suo compagno di lotta e produttore di alcuni dei suoi corti (lo vedremo in un’intervista inedita del 1976), dovette lasciare il paese. Dopo la guerra Bergmann-Michel continuò a portare avanti le proprie idee come organizzatrice di cineforum. Sul finire degli anni Ottanta il rinnovato interesse per il cinema documentario progressista di quegli anni ha condotto l’Accademia di Belle arti di Amburgo (dove insegnava il figlio di Ella, Hans Michel) a produrre, dopo una lunga opera di ricerca dei materiali dispersi, il ritratto-documentario Mein Herz schlägt Blau – Ella Bergmann-Michel.
I suoi film, prima distribuiti in copie 16mm, sono stati restaurati tra il 2005 e il 2006 dal Deutsches Filminstitut di Francoforte.

Si ringraziano Jutta Hercher, Karin Orchard, Gerhard Schumm (archivio dello Sprengel Museum Hannover), Rudolf Worschech (Deutsches Filmmuseum – Deutsches Filminstitut) e Sünke Michel.

Madeleine Bernstorff

 

Intervista a Madeleine Bernstoff curatrice della rassegna