Documenti e documentari

Programma a cura di Gian Luca Farinelli

Nella ricca selezione di quest’anno, venti documentari che si possono suddividere in due parti, i film sui cineasti e i film che toccano temi storici e sociali del Novecento. Quasi tutti dialogano con le altre sezioni, ne sono un contraltare prezioso.
Les Stucky, une fortune à Venise si occupa della storia più sconosciuta, quella della famiglia Stucky, padre, figlio e nipote, da mugnai a ‘ultimi Dogi di Venezia’. I film di Giancarlo Stucky, realizzati con una delle prime macchine da presa amatoriali, ci mostrano una Venezia di inizio Novecento come non l’avevamo mai vista. In Come vincere la guerra Roland Sejko racconta l’arrivo delle truppe americane in Italia nel 1918 e di un nuovo modo, con il cinema al centro, di fare propaganda. Un film recente, Marquis de Wavrin, du manoir à la jungle di Grace Winter e Luc Plantier, e due classici documentari del Novecento, Voyage au Congo (1927) di Marc Allégret e Les Statues meurent aussi (1953) di Chris Marker e Alain Resnais, ci svelano l’evoluzione dello sguardo occidentale sul mondo coloniale, e ci fanno capire quanto sia ancora lunga la strada verso una decolonizzazione del nostro pensiero.
Ma vie en Allemagne au temps de Hitler, del 2018, e Lights Out in Europe, del 1940 – con impressionanti immagini di un bombardamento nazista su treni civili in Polonia, e dei londinesi che scrutano il cielo e proteggono le loro case con sacchi di sabbia –, chiariscono come l’opinione pubblica e le classi dirigenti avessero, alla fine degli anni Trenta, tutte le informazioni per sapere quello che stava per accadere.
La Seine a rencontré Paris mi ha profondamente commosso, per la bellezza delle immagini, per il lungo piano sequenza a pelo d’acqua che, dalla campagna, attraverso i sobborghi, entra in città fino a lambire il centro di Parigi. Lo sguardo di Joris Ivens coglie le persone che si rifugiano sui bordi della Senna per riposare, mangiare, dormire, amare: in quella terra di mezzo tra la città e il fiume si crea una sorta di zona franca di libertà, che solo l’occhio poetico della macchina da presa riesce a cogliere.
Per capire il ’68 una selezione di Cinétracts e due documentari sul Maggio francese, che possono essere visti a specchio: L’Île de Mai, con i materiali girati in quei giorni in cui tutto sembrava dover cambiare per sempre, e Cannes 68, révolution au Palais. La libertà creativa che quell’anno cruciale ha scatenato sembra rifluire vent’anni dopo in L’Héritage de la chouette, tredici episodi girati da Marker per la Tv, strabilianti per la capacità di associare documenti, filmati, ragionamenti in combinazioni fulminanti. Mostreremo le prime tre puntate, ma attenzione, creano dipendenza!
Tre documentari su attori (Marcello Mastroianni, Douglas Fairbanks, Sidney Chaplin), tre su registi (Bergman, Güney, Giuseppe Bertolucci), uno su un critico (André Bazin) e su quello che doveva essere il suo unico film. Ogni opera è il frutto di un lungo lavoro di ricerca e apporta qualcosa di nuovo alla conoscenza dell’artista che racconta, usa il cinema non solo come illustrazione, ma come forma di linguaggio.

Gian Luca Farinelli

Programma