Cinemalibero. Fespaco 1969-2019

Programma a cura di Cecilia Cenciarelli
Note di Mohamed Challouf, Léa Morin, Rasha Salti, Aboubakar Sanogo

 

Sul finire degli anni Sessanta, a più di dieci dall’inizio del complesso processo di decolonizzazione dell’Africa subsahariana, la nascente ideologia panafricana trova nel cinema un mezzo di straordinaria potenza. La riappropriazione dell’identità culturale è al centro di iniziative che segnano una svolta, come il Festival Mondial des Arts Nègres – ideato nel 1966 proprio dal padre dell’indipendenza senegalese, il poeta Léopold Sédar Senghor – o le Journées Cinématographiques de Carthage, fondate nello stesso anno dal regista Tahar Cheriaa.
La ‘decolonizzazione dello schermo’ si propaga anche dal basso: luogo d’incubazione del futuro Fespaco, il cineclub del Centre Culturel Franco-Voltaïque di Ouagadougou (capitale dell’allora Repubblica dell’Alto Volta) organizza, nel febbraio del 1969, la prima edizione dalla Semaine du cinéma africain. Il cinema entra in tutti i luoghi della città: le sale Nadar e Olympia, le scuole, i licei, gli uffici, la Casa del Popolo e l’Hôtel Indépendance, leggendario quartier generale dei cineasti. Oltre cinquanta film realizzati in Senegal, Niger, Alto Volta, Camerun, Bénin da registi come Sembène, Samb, Traoré, Alassane, Sita-Bella…
Nel 1970 – anno della fondazione della Federazione Panafricana dei Cineasti (Fepaci), futuro motore e anima del festival – le autorità voltaiche nazionalizzano il Fespaco, che due anni dopo prende il nome attuale (Festival panafricano del cinema e della televisione di Ouagadougou) e introduce il meccanismo del concorso. L’enorme e inatteso successo popolare del Fespaco innesca una serie di cambiamenti: dalla nazionalizzazione del settore della distribuzione (dominato nell’Africa nera francofona dalle compagnie coloniali Secma e Comacico); alla creazione di un fondo a sostegno dell’industria cinematografica, una scuola di cinema (1976), un centro per la cinematografia nazionale (1977), una cineteca (1989). Tra il 1985 e il 1987 la rivoluzione di Sankara trasformerà il Fespaco nel più rilevante evento culturale del continente. Accusato di aver tradito, nel corso del tempo, la sua identità militante per diventare una kermesse spettacolare, il Fespaco è ancora considerato “lo schermo su cui è stata proiettata per cinquant’anni la storia dell’Africa” come si legge nella presentazione dell’ultima edizione.
Questo programma è un omaggio ai cineasti africani e della diaspora che, attraverso la Federazione Panafricana, hanno riportato la questione della memoria e degli archivi al centro del dibattito; alla pluralità delle cinematografie di questo continente che mai abbiamo sentito così vicino; ai suoi pionieri, ai maestri (celebrati o troppo a lungo rimasti nell’ombra) e alle opere emblema di un canone definito dal Fespaco così come a quelle rimaste ai suoi margini. Undici film, otto nuovissimi restauri per illuminare il patrimonio africano di ogni latitudine.
Un ringraziamento sentito a Mohamed Challouf e Aboubakar Sanogo per l’aiuto e la generosità.

Cecilia Cenciarelli

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