Mer
27/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 16:15
1918 – Guerra e politica / Professione: regista (Woman)
Elif Rongen-Kaynakçi e Mariann Lewinsky
Stephen Horne e Gabriel Thibaudeau, e alla batteria di Frank Bockius
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
VENDÉMIAIRE Episodi 1-2 Prologue. La Vigne
Scheda Film
Se già conoscete Louis Feuillade, il suo poco noto Vendémiaire potrà rivelarsi una sorpresa. Diversamente da gran parte della produzione del regista francese, che rientra nella categoria del ‘realismo fantastico’, Vendémiaire è caratterizzato da un realismo meravigliosamente concreto, di una concretezza tutta francese. Il film si divide in quattro capitoli, i cui titoli (Prologo; La vigna; I tini; Il vino novello) fanno pensare a un film tutto incentrato sulla viticoltura. Ma ben presto appare chiaro che il vino è un’allegoria della cultura e della terra francesi, e il vero intento del film è persuadere i connazionali del regista a difendere a tutti i costi quello spirito e quei territori. È il settembre del 1918 e la guerra sta per finire, ma nella tenuta di Castelviel nel sud della Francia la notizia non è ancora arrivata e tutti sono impegnati nella vendemmia. Molti dei personaggi sono sfollati che la guerra ha cacciato dalle loro case del nord. Poi c’è la gente del posto, papà Larcher, le sue due figlie e Pierre, soldato ferito in licenza di convalescenza. Tra loro ci sono Wilfred e Fritz, due prigionieri tedeschi evasi che si fingono braccianti belgi. La loro presenza malevola rende la vita difficile a una famiglia gitana e minaccia la tranquillità dell’intera comunità. Vendémiaire è un dramma avvincente che ritrae con grande verosimiglianza e ricchezza di dettagli la stagione della vendemmia in tempo di guerra. Ed è anche una travolgente celebrazione di Lunel, il bucolico paese che aveva dato i natali a Feuillade. Aspetto ancora più interessante, il film ha palesi intenti propagandistici nello spronare i francesi a compiere uno sforzo estremo per porre fine alla guerra da vincitori. “Noi siamo la nostra gioia di vivere, il nostro amore per il vino e il nostro squisito paesaggio”, dice il sottotesto senza troppi giri di parole, “e il barbaro ‘Fritz’ non deve poter mettere le mani sulle nostre vigne”.
Karl Wratschko
Cast and Credits
Scen.: Louis Feuillade. F.: Maurice Champreux, Léon Clausse. Int.: René Cresté (Pierre Bertin), Édouard Mathé (capitano di Castelviel), Louis Leubas (Wilfrid), Gaston Michel (papà Larcher), Mary Harald (Sarah), Manuel Caméré Fritz), Georges Biscot (Bernadou). Prod.: Société des Établissements Gaumont 35mm. L.: 3036 m. D.: 133′ a 18 f/s. Bn
Episodi 1-2: D.: 75′
VENDÉMIAIRE Episodi 3-4. La Cuve. Le Vin nouveau
Scheda Film
Se già conoscete Louis Feuillade, il suo poco noto Vendémiaire potrà rivelarsi una sorpresa. Diversamente da gran parte della produzione del regista francese, che rientra nella categoria del ‘realismo fantastico’, Vendémiaire è caratterizzato da un realismo meravigliosamente concreto, di una concretezza tutta francese. Il film si divide in quattro capitoli, i cui titoli (Prologo; La vigna; I tini; Il vino novello) fanno pensare a un film tutto incentrato sulla viticoltura. Ma ben presto appare chiaro che il vino è un’allegoria della cultura e della terra francesi, e il vero intento del film è persuadere i connazionali del regista a difendere a tutti i costi quello spirito e quei territori. È il settembre del 1918 e la guerra sta per finire, ma nella tenuta di Castelviel nel sud della Francia la notizia non è ancora arrivata e tutti sono impegnati nella vendemmia. Molti dei personaggi sono sfollati che la guerra ha cacciato dalle loro case del nord. Poi c’è la gente del posto, papà Larcher, le sue due figlie e Pierre, soldato ferito in licenza di convalescenza. Tra loro ci sono Wilfred e Fritz, due prigionieri tedeschi evasi che si fingono braccianti belgi. La loro presenza malevola rende la vita difficile a una famiglia gitana e minaccia la tranquillità dell’intera comunità. Vendémiaire è un dramma avvincente che ritrae con grande verosimiglianza e ricchezza di dettagli la stagione della vendemmia in tempo di guerra. Ed è anche una travolgente celebrazione di Lunel, il bucolico paese che aveva dato i natali a Feuillade. Aspetto ancora più interessante, il film ha palesi intenti propagandistici nello spronare i francesi a compiere uno sforzo estremo per porre fine alla guerra da vincitori. “Noi siamo la nostra gioia di vivere, il nostro amore per il vino e il nostro squisito paesaggio”, dice il sottotesto senza troppi giri di parole, “e il barbaro ‘Fritz’ non deve poter mettere le mani sulle nostre vigne”.
Karl Wratschko
Cast and Credits
Scen.: Louis Feuillade. F.: Maurice Champreux, Léon Clausse. Int.: René Cresté (Pierre Bertin), Édouard Mathé (capitano di Castelviel), Louis Leubas (Wilfrid), Gaston Michel (papà Larcher), Mary Harald (Sarah), Manuel Caméré Fritz), Georges Biscot (Bernadou). Prod.: Société des Établissements Gaumont 35mm. L.: 3036 m. D.: 133′ a 18 f/s. Bn
Episodi 3-4: D.: 75′
ÂMES DE FOUS
Scheda Film
Complessa saga che intreccia onore, tradimento, seduzione, rivalità e travestimento, scritta, diretta e prodotta dalla nascente regista d’avanguardia Germaine Dulac, questo pionieristico serial si componeva di sei episodi: 1) La seconde Marquise de Sombreuse; 2) Le Château maudit; 3) Folle; 4) L’Exilée; 5) La Danseuse inconnue; 6) Hallucination et réalité. Ambientata nella Francia contemporanea in un castello che si ritiene infestato dai fantasmi dai tempi della Rivoluzione, la storia vede un marchese e sua figlia Irène (nipote della dama di compagnia di Maria Antonietta) cadere vittime della seduttrice latina Lola e del fratello Pedro. Rinchiusa in un manicomio, Irène si finge morta, fugge e si traveste da ballerina egiziana e fantasma per restituire alla sua famiglia onore e fortuna e riconquistare l’amore perduto. Dulac coniuga gli elementi realistici – scene girate in esterni, siti storici (Versailles, Cluny, il porto vecchio di Marsiglia) – promossi nel suo saggio Où sont les interprètes? (novembre 1917) con una performance simbolista e temi orientali (varie incarnazioni, identità multiple), ridefinendo degli orizzonti sociali ed estetici e offrendo la visione di un nuovo mezzo espressivo, insieme artistico e popolare, capace di rappresentare la vita moderna: una donna nuova, un uomo nuovo, un mondo nuovo.
Tami Williams
Nel 2017 sono stati riscoperti brevissimi frammenti di Âmes de fous nella collezione Van Liemt, una collezione di pellicole in nitrato conservata presso EYE Filmmuseum. Inizialmente ne sono stati ritrovati due, recanti il titolo del film scritto a mano sulla striscia. Sono poi stati scoperti ulteriori frammenti. Un raffronto con le foto di scena e con il libretto illustrato del feuilleton conservati alla Cinémathèque française ha reso possibile l’identificazione definitiva.
Clément Lafite
Cast and Credits
Sog.: Guy de Téramond. Scen.: Germaine Dulac. F., Op.: Maurice Forster. Int.: Sylvio De Pedrelli (Gérard Dacier), Ève Francis (Lola), Suzanne Parisys (Irène), Gastao Roxo (Juan Filipini), André Séchan (Pedro). Prod.: D.H. Films DCP. (frammenti). D.: 2′. Bn
DURCH DIE VOGESEN. VON MÜNSTER IM ELSASS ÜBER DIE SCHLUCHT HOHENECK NACH GERADMER
L’OUBLI PAR L’ALCOOL
Didascalie francesi
THE BOND
Didascalie inglesi
[JOURNAAL: PARIJS, 11 NOVEMBER 1918]
Didascalie olandesi
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