Lun
27/06
Auditorium DAMSLab > 14:45
EINE KAMERA IST KEIN MOLOTOW-COCKTAIL/Il carso
Riccardo Costantini (Cinemazero)
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
EINE KAMERA IST KEIN MOLOTOW-COCKTAIL
Scheda Film
Nel 1978 ho girato il mio secondo documentario politico. Nel frattempo mi ero trasferito in Italia e avevo conosciuto Pasolini, Rosi, Damiani, De Santis, Germi e molti altri registi ‘politici’, continuando a fare documentari sui registi, fra cui Ciao, Federico! su Fellini. […] Partendo da una frase pronunciata da Bernardo Bertolucci, il film s’intitola Eine Kamera Ist Kein Molotow-Cocktail. Era stato fatto con la speranza che la politica potesse motivare i giovani e che i film potessero essere veicolo di tale motivazione. Credevo ancora che con il cinema si potesse fare la rivoluzione. […] Ma certo non solo i film di registi blasonati. I nomi succitati avevano realizzato film politici per tutta la vita, senza riuscire a incidere più di tanto nella società. Ciò che volevo indagare con questo documentario era la possibilità di un cambiamento attraverso un differente tipo di cinema, fatto da non professionisti, dall’uomo della strada in prima persona. […] Era il tempo dei comitati di quartiere e delle ‘centocinquanta ore’, movimenti di base che avevano l’obbiettivo di spingere il semplice cittadino ad apprendere gli strumenti per prendere parte attiva nella modellizzazione dei media. […] Ho pensato che se avessimo realizzato quei film da soli, se non li avessimo visti lassù, lontani, remoti sul grande schermo, ma se avessimo lavorato sodo e ricercato, girato, montato e distribuito noi stessi, avremmo toccato le persone nei loro cuori, e attraverso i loro cuori, nelle loro menti. […]
Eine Kamera Ist Kein Molotow-Cocktail […] era realizzato per la televisione tedesca, cui avevo dovuto vendere l’idea di un film sul cinema delle persone che includesse materiali su film politici ‘ufficiali’, realizzati da registi italiani. […] Il mio film sul ‘cinema di quartiere’ si è trasformato nella storia della vita di Damiano Damiani. Abbiamo scoperto mentre giravamo che lui stesso era molto più interessato a lavorare con noi a un film sul cinema di strada piuttosto che essere oggetto di un normale lavoro biografico. Quindi quello che abbiamo fatto è stato girare il film apparentemente su di lui, ma facendogli fare le cose che ci eravamo ripromessi di fare nel documentario. […] La mia domanda centrale era: un film può essere politicamente utile? Può un film causare uno sconvolgimento sociale? Può un film spingere le persone a recitare? Il cinema è davvero una tale forza di cambiamento come si è sempre creduto, o può solo introdurre nuove abitudini, nuove mode, nuove ossessioni?
Gideon Bachmann, Limits of Political Moviemaking: The Search for Solidarity. 30 years of personal quest (testo inedito), 1996
Cast and Credits
DCP. D.: 45’. Col.
IL CARSO
Scheda Film
Un cortometraggio prodotto dalla Documento Film e girato sul Carso triestino durante le vacanze di Natale del 1959. Dato per perduto dallo stesso regista, fino a tre anni fa. Quando il sottoscritto ha avuto la fortuna di ritrovarne una copia 35mm, in ottimo stato, conservata negli archivi della Cineteca di Bologna. Giraldi, all’epoca ex giornalista cinematografico emigrato a Roma e attivo come assistente alla regia, firma un personalissimo, dolceamaro affresco ‘western’ sulla propria terra d’origine. Giuseppe Pinori – in seguito direttore della fotografia per Nanni Moretti, Marco Tullio Giordana, i fratelli Taviani – immortala tramite immagini indelebili il duro lavoro quotidiano dei pescatori e dei contadini di Santa Croce/Sveti Križ. Un villaggio in via di rapido spopolamento, schiacciato tra il confine con la Jugoslavia di Tito e le pendici a strapiombo sul Golfo di Trieste. Callisto Cosulich, critico triestino già noto, anche lui emigrato nella capitale, ha composto un lirico commento fuori campo.
Lorenzo Codelli
In questo documentario, ma anche magnificamente nei suoi film di fiction, il Carso è un vero protagonista: non posso non ricordare lo splendido Un anno di scuola, film che ho amato molto e che ho visto nascere. Il Carso, per me e per Giraldi, diventa personaggio indissolubile dalla storia di quell’epoca: un territorio aspro, slataperiano, in contrasto con la ‘vecchia Europa’ della città, dove i ragazzi si danno ‘del lei’. Vedendo questo documentario, non posso non ricordare il magnifico Carso che appare in un film che ritengo un autentico capolavoro di Giraldi, La frontiera. Un film bellissimo, forse il suo più bello.
Claudio Magris
Cast and Credits
F.: Giuseppe Pinotti. DCP. D.: 11’. Col.
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