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24/07
Cinema Lumière - Sala Scorsese > 14:30
DIE REBELLION
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DIE REBELLION
Scheda Film
Die Rebellion fu il primo lavoro di Staudte per la televisione, il mezzo per cui fu realizzata la maggior parte della sua produzione (senza considerare i lavori pubblicitari degli anni Trenta). Il passaggio di Staudte alla televisione è spesso interpretato come una caduta in disgrazia, l’equivalente per la cultura popolare di una condanna ai lavori forzati in una miniera di piombo. Questa lettura ignora (volutamente?) che la televisione negli anni Cinquanta e fino ai Sessanta inoltrati fu almeno in parte considerata una sorta di sfera di produzione d’avanguardia (e anche il mezzo di comunicazione che più caratterizzava la RFT); la televisione era il luogo ideale per chiunque coltivasse ambizioni artistiche e desiderasse confrontarsi con i più recenti sviluppi letterari, teatrali e artistici. Con Die Rebellion Staudte aderì all’esperimento.
I lavori di Staudte per la televisione erano mossi dal bisogno di far soldi, prima per aiutare la nascente Freie Film Produktion dopo l’insuccesso commerciale di Kirmes, e poi per saldare i debiti di Heimlichkeiten (di cui diremo più avanti). Ma ciò non deve distogliere l’attenzione dal fatto che Staudte, data la situazione del cinema della RFT dalla metà degli anni Sessanta in poi, si sarebbe comunque avvicinato alla televisione, perché era lì che aveva la possibilità di girare i film politicamente impegnati in cui credeva. Era anche il luogo ideale per turbare le coscienze, come fece con il suo primo episodio di Tatort: Tote brauchen keine Wohnung (1973), un attacco alla gentrificazione che dopo la messa in onda fu accantonato per quasi vent’anni.
A prima vista può sembrare che Staudte accettasse tutto quello che capitava: episodi per il leggendario telefilm poliziesco Der Kommissar, ma anche una stagione della più oscura serie sui crimini dei colletti bianchi Kommissariat 9 (1975); miniserie di prestigio come i due adattamenti di Jack London Der Seewolf (1971) e Lockruf des Goldes (1975), entrambi in tandem con Sergiu Nicolaescu; o ancora MS Franziska (1977), un’elegia su un modo di vivere e di lavorare in via di dissoluzione, o l’epopea dell’emigrazione Die Pawlaks. Eine Geschichte aus dem Ruhrgebiet (1982); e nel mezzo anche qualche sceneggiato come Marya Sklodowska-Curie. Ein Mädchen, das die Welt veränderte (1972), Lehmanns Erzählungen (1975) o Prozeß Medusa (1976).
Tuttavia, uno sguardo più attento rivela che Staudte continuò semplicemente a praticare i suoi generi e toni preferiti, facendo quello che aveva sempre fatto: iniettare dosi salutari di pensieri, idee e osservazioni critiche in forme di intrattenimento confezionate con cura, e non lasciarsi sfuggire l’occasione di sfogare ed esprimere qualche ragionamento strettamente politico. È quello che fa in Die Rebellion, il cui protagonista Andreas Pum deve scoprire che lo stato è crudele, la burocrazia infida, la legge spietata, e l’inferno è l’unica destinazione desiderabile dopo la morte, essendo il luogo più lontano da quel paradiso costantemente evocato da tutte le istituzioni terrene che Andreas ha imparato a odiare.
Olaf Möller
Cast and Credits
Sog.: dal romanzo omonimo (1924) di Joseph Roth. Scen.: Wolfgang Staudte. F.: Albert Benitz. M.: Alice Ludwig. Scgf.: Mathias Matthies, Ellen Schmidt. Mus.: Siegfried Franz. Int.: Josef Meinrad (Andreas Pum), Erna Schickel-Wegrostek (la vedova Blumisch), Hans Putz (Willi), Ida Krottendorf (Klara), Erwin Linder (Vinzenz Topp), Fritz Eckhardt (Hans Arnold), Rolf Kutschera (Ramharter), Julius Mitterer (il sorvegliante), Helmut Janatsch (il narratore). Prod.: Helmut Käutner, Wolfgang Staudte per Freie Film Produktion GmbH & Co., Fernseh-Allianz GmbH DCP.
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