Mar
25/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 17:15
16mm / Il grande Méliès / Il caso Dreyfus
Stephen Horne
16mm: Martha Colburn
L’artista e filmmaker statunitense Martha Colburn usa pupazzi, collage, tecniche di pittura su vetro e molto altro per arricchire i suoi film d’animazione, opere caleidoscopiche, come lei stessa le definisce, caratterizzate da una grande complessità di forme, materiali e concetti. Colburn ha esordito nel 1994 e ha finora realizzato una settantina di film d’animazione. La regista è sempre stata molto legata alla scena musicale, collaborando stabilmente con musicisti dell’ambiente sperimentale e underground, che hanno spesso registrato le colonne sonore dei suoi film in un’unica sessione. Nei lavori realizzati durante i suoi primi dieci anni di attività, Colburn ha mescolato cultura pop, politica, punk rock e femminismo in uno stile molto grezzo simile al collage, con cadenze estatiche e un montaggio sempre in sincronia con il ritmo. Al Cinema Ritrovato presentiamo tre corti d’animazione realizzati tra il 1996 e il 2000, girati in Super8mm e distribuiti in 16mm.
Karl Wratschko
What’s On? • Evil of Dracula
1899: Il cinema come arte dello spettacolo
Tanti scienziati, industriali, tecnici e fotografi, più una schiera di produttori, operatori e registi, ebbero una parte importante nell’invenzione e nello sviluppo della cinematografia. Ma c’è stato un solo Méliès. Come il magico homme-orchestre di sua invenzione, Méliès ricoprì tutti i ruoli artistici e manageriali necessari a dirigere un teatro di posa, a realizzare film e a venderli. Forse il punto non è tanto che introdusse la soi-disant finzione nel cinema, e viceversa, o che inventò trucchi fondamentali – come il cambio di scena per dissolvenza in Cendrillon –, o che i suoi film sono divertenti. Forse le opere di questo singolare artista sono solo la testimonianza superficiale e incompleta di un’inesauribile energia creativa. Eppure, questi film ci conducono dentro la realtà del 1899 tanto da rendere possibile un vero incontro con Méliès e da trasportarci nel suo regno, l’evanescente impero dello spettacolo del Diciannovesimo secolo.
Se vi piace pensare che i primi film ‘servono’ a qualcosa, allora Cendrillon vi servirà per riflettere sulla féerie e sul cinema delle attrazioni. Diversamente, accomodatevi e strabiliatevi davanti all’abilità di qualcuno che sa mettere insieme una mirabile extravaganza in meno di sei minuti, e godetevi i quattro balletti (l’aristocratico-rococò, gli orologi animati e i loro spiritelli, giovani festanti al suono d’un violinista e un assolo di ballerina), le varie trasformazioni e una spettacolare apoteosi. Appare anche Méliès in persona, irriconoscibile nel suo costume da barbuto folletto dell’orologio.
Mariann Lewinsky
Le Portrait mystérieux • Cendrillon • L’Illusioniste fin-de siècle • Danse du feu
1899: La notizia del secolo al cinema
Come tutti sanno, nel 1894 una corte marziale francese condannò per alto tradimento l’innocente capitano Alfred Dreyfus. La pena stabilita era il confino a vita sull’Isola del Diavolo. I comandi dell’esercito si rifiutarono di riaprire il processo anche dopo la confessione e il suicidio di un falsificatore di prove e l’identificazione del vero colpevole. Furono obbligati a farlo solo dopo la pronuncia della Corte Suprema nel 1899. Ma nel processo d’appello Dreyfus venne di nuovo giudicato colpevole, poiché il tribunale militare preferì confermare il proprio insulto alla giustizia piuttosto che ammettere l’errore. Ci fu una sollevazione generale e Dreyfus ottenne immediatamente la grazia dal Presidente della Repubblica. Luke McKernan ha condotto una ricerca su come i cineasti documentarono l’affaire Dreyfus e lo trasformarono in spettacolo: “Georges Méliès realizzò un film a episodi di grande fedeltà ai fatti reali. […] Non filmò nulla dal vero – la ricostruzione drammatica serviva meglio la sua idea di verità. Riprodusse ambienti e situazioni con grande cura, usando come fonte le illustrazioni dei giornali e utilizzando attori somiglianti ai veri protagonisti dell’evento. […] Il maggior contributo della Biograph all’affaire Dreyfus […] sono attualità filmate all’esterno del tribunale di Rennes durante il secondo processo Dreyfus […]. I film sono testimonianze straordinarie, non solo perché documentano eventi reali, ma perché lo fanno con uno stile di ripresa che ci sembra oggi assolutamente moderno. Una macchina da presa che incalza la notizia, che osserva con attenzione la storia nel suo farsi, che fa di tutti noi dei voyeur, là dove le chiediamo di garantirci ogni possibile spiraglio di visione sulle personalità coinvolte […]. Il momento più eclatante sono i pochi secondi di Dreyfus nel cortile del carcere […] colti dall’operatore al volo e quasi per caso”.
Lo spazio a disposizione ci consente di riportare solo queste due brevi citazioni. Raccomandiamo vivamente la lettura dell’intero eccellente testo su thebioscope.net.
Mariann Lewinsky
The American Biograph at the Palace • Capt. Alfred Dreyfus • Amann, the Great Impersonator • L’Affaire Dreyfus Accompagnamento al piano di Stephen Horne
16mm: Margaret Tait
Penso che il cinema sia uno strumento essenzialmente poetico, e malgrado possa essere usato in tanti modi diversi, più o meno nobili, essi sono secondari.
Margaret Tait
Margaret Tait (1918-1999), filmmaker e poetessa, pur essendo uno dei più straordinari talenti scozzesi, in vita fu ampiamente sottovalutata. Nata a Orkney, studiò medicina e prestò servizio nel Royal Army Medical Corps durante la Seconda guerra mondiale prima di studiare regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma all’inizio degli anni Cinquanta. A Edimburgo Tait fondò lo studio cinematografico Ancona Films al 91 di Rose Street, prima di fare ritorno negli anni Sessanta a Orkney, dove visse e continuò a girare film fino alla morte, nel 1999. Tait produsse oltre trenta cortometraggi e con il suo film del 1992 Blue Black Permanent divenne la prima donna scozzese regista di lungometraggi.
Questa rassegna, che fa parte di una serie più ampia di proiezioni ed eventi in occasione del centenario della nascita di Tait, illustra l’intero spettro della produzione di questa straordinaria regista. I film di Tait ritraggono le persone e i luoghi che le erano familiari. Sono celebrazioni della vita di tutti i giorni e trattano i loro soggetti con grande intimità, svelando il mistero della quotidianità attraverso l’attenzione per piccoli dettagli spesso trascurati.
Sarah Neely
Portrait of Ga • My Room. Via Ancona 21
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
WHAT’S ON?
Versione inglese
EVIL OF DRACULA
Versione inglese
Le Portrait mystérieux
Cendrillon
L’Illusioniste fin de siècle
Danse du feu
The American Biograph at the Palace
Capt. Alfred Dreyfus
Amann, the Great Impersonator
L’Affaire Dreyfus
LE GRAND MÉLIÈS
French version
PORTRAIT OF GA
Versione inglese
MY ROOM. VIA ANCONA 21
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