Venezia Classici

Venezia Classici e Il Cinema Ritrovato nascono dalla stessa passione e dallo stesso intento: riportare sul grande schermo film grandi e piccoli, riconosciuti capolavori e opere minori ma cruciali per poter comprendere e apprezzare appieno l’identità di quella cosa meravigliosa e complessa che chiamiamo cinema, lo sviluppo del suo linguaggio e della sua estetica.
Nel nome di questa comunanza – e dello straordinario interesse che le due manifestazioni riescono a suscitare presso una platea composta tanto da studiosi e critici quanto da spettatori e appassionati – Venezia Classici viene ospitata, in quest’anno così drammatico e surreale, proprio dal Cinema Ritrovato.
Una coincidenza più che significativa, una partnership inedita e importantissima, capace di dimostrare come la comunità cinefila sia in grado di rispondere a pandemia e crisi con uno spirito solidale e fraterno nel nome di un amore e una passione comuni, e per la quale ringraziamo ancora la Cineteca di Bologna e il suo direttore Gian Luca Farinelli.
Sotto il marchio Venezia Classici troverete film restaurati e presentati nella loro versione rinnovata in prima mondiale, capaci di grandissimo intrattenimento e al tempo stesso di contenere temi, emozioni, stilemi stimolanti per il pubblico più attento, preparato ed esigente, com’è quello del Cinema Ritrovato.
I titoli della sezione coprono un arco temporale che va dal 1937 di You Only Live Once, secondo film americano di Fritz Lang, uno dei primi noir della storia del cinema, fino al 1990 di Goodfellas di Martin Scorsese, capolavoro che ha cambiato per sempre il modo in cui il cinema racconta il mondo dei gangster.
Tra questi due estremi, film celebri e titoli tutti da scoprire o riscoprire, provenienti da ogni parte del mondo e da diversi generi e decenni della storia del cinema: dal Giappone del 1943 arriva l’originale Muhomatsu no Issho di Hiroshi Inagaki, rifatto dallo stesso regista nel 1957, e da quello del 1979 Fukushu suru wa ware ni ari di Shohei Imamura; dall’Ungheria del 1966 Utószezon di Zoltán Fábri; dalla Cuba del 1976, La última cena di Tomás Gutiérrez Alea. Ci sono poi il primo lungo del maliano Souleymane Cissé Den Muso, l’opera seconda di Nikita Mikhalkov Neokončennaja p’esa dlja mechaničeskogo pianino, e lo straordinario polar Le Cercle rouge del francese Jean-Pierre Melville. Ancora, dagli USA un cult movie come Serpico di Sidney Lumet con Al Pacino e la commedia Claudine di John Berry. E, in rappresentanza del nostro cinema, Sedotta e abbandonata di Pietro Germi con Stefania Sandrelli e Cronaca di un amore, esordio di Michelangelo Antonioni con protagonista Lucia Bosè.
Film da godere e studiare, per continuare ad amare e sostenere il cinema e le sue modalità di fruizione, fortemente messe alla prova dalla pandemia e dall’isolamento forzato che ha imposto a tutti noi.

Alberto Barbera e Federico Gironi

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