Cento anni fa: 50 film del 1917 in 35mm

Programma a cura di Mariann Lewinsky e Karl Wratschko

 

Il passato non è cambiato dalla prima edizione della serie Cento anni fa, nel 2003. Il presente invece sì. Grazie alle nuove tecnologie dell’immagine, ci sono oggi in giro più film muti di quanti ce ne siano mai stati. YouTube ne è pieno, e le collezioni di alcuni archivi sono disponibili online. Nei primi anni la nostra sezione presentava film che era impossibile vedere altrove; nel 2017 i film (o gran parte di essi) verranno presentati in quanto film, cioè in pellicola, nell’originale formato 35mm che è oggi assai difficile vedere.
Nel catalogo i film sono organizzati in quattro capitoli tematici, che non rispettano l’ordine di proiezione durante i giorni del festival. Come contorno ai lungometraggi, verrà servita una generosa porzione di cortometraggi. Quest’anno non abbiamo il serial, ma – era ora! – una prima scelta di film d’animazione; speriamo di essere in grado di metterne a punto, nei prossimi anni, una significativa programmazione. Diversi film del 1917 appaiono in altre sezioni – Lucciola tra i muti di Augusto Genina, Caligula nei Ritrovati e Restaurati, Mater dolorosa in Colette e il cinema. Molte sezioni, inoltre, dialogano tra loro, e sarà possibile seguire Mozžuchin dal 1917 (Kulisy ėkrana) al 1923 e 1926 (Kean e Casanova), o vedere due film che Frank Borzage diresse in periodi diversi.
I futuristi italiani non hanno superato la selezione – non c’è niente di notevole in Thaïs tranne la scenografia di Prampolini nel finale. Non l’ha superata nemmeno un altro film, anche questo minore, ma con un titolo promettente e credits irresistibili: Beloved Vampire (USA, 1917), un Knickerbocker Star Feature diretto da Horkheimer.

Mariann Lewinsky

 

Malgrado i film del 1917 tra cui scegliere fossero oltre duemila, la stragrande maggioranza di essi proveniva dai paesi che all’epoca potevano già vantare un’industria cinematografica. Tragicamente, quasi nessuno dei titoli prodotti al di fuori di Europa e Stati Uniti si è conservato. Per la rassegna di quest’anno abbiamo comunque scoperto alcune eccezioni. A un secolo di umidità sono riusciti a sopravvivere un magnifico cortometraggio messicano intitolato Tepeyac e un frammento proveniente dall’India, Lanka Dahan. Presenteremo inoltre un pionieristico film animato giapponese, Namakura Gatana. Percorre sentieri poco battuti anche parte della nostra selezione europea: l’ungherese Az obsitos, il polacco Bestia e alcuni film russi (si veda sotto) ci offrono un raro sguardo dall’Est. Al centro del nostro interesse ci sarà anche il cinema tedesco. Complice la messa al bando dei film francesi in Germania, le compagnie di produzione tedesche seppero approfittare della carestia mediatica del periodo bellico. Certo, molti di quei film erano pura propaganda, che è pur sempre un contorno interessante. Ma a quanto pare fu quello il momento in cui la Germania entrò nell’industria cinematografica come forza di prima grandezza. Nel dicembre del 1917 nacquero i giganteschi studios Universum Film AG (UFA). E si potrebbe anche affermare che molti degli elementi stilistici che finirono per caratterizzare il cinema tedesco degli anni Venti ebbero origine proprio in questo strano clima bellico. Chissà, magari concorderete con noi quando vedrete i due eccellenti lungometraggi Die schwarze Loo (Max Mack) e Furcht (Robert Wiene). Forse il cinema espressionista tedesco non è nato nel 1919-20 in Il gabinetto del dottor Caligari; e forse la rivoluzione estetica è soprattutto una faccenda lunga, tortuosa e contorta. Lo stesso potremmo dire delle vere rivoluzioni. Il 1917 è rimasto scolpito nel pensiero comune come l’anno della Rivoluzione russa. Non tutti oggi ricordano che quell’anno in Russia le rivoluzioni furono ben due, e che in esse sfociarono decenni di proteste politiche e conflitti civili. Tali sviluppi sono quest’anno al centro di due film russi: Revoljucioner di Evgenij Bauėr e Ne nado krovi! di Jakov Protazanov. Entrambi ebbero origine in quel breve luminoso periodo tra la caduta dello zar e la presa del potere da parte dei bolscevichi, che di lì a poco avrebbero iniziato a riscrivere aggressivamente la storia per glorificare se stessi.

Karl Wratschko

 

 

Programma