Armoniosa ricchezza. Il cinema a colori in Giappone (seconda parte)

Questa seconda e ultima parte della rassegna sul cinema a colori giapponese al Cinema Ritrovato propone un’ampia varietà di titoli che spaziano dalle pionieristiche sperimentazioni d’anteguerra ai capolavori dei tardi anni Cinquanta, dai classici firmati da registi di riconosciuta fama ai film commerciali, dalle ambientazioni d’epoca a quelle contemporanee, mettendo in luce i diversi impieghi della tecnologia a colori.
In Giappone il colore si diffuse nel cinema commerciale solo nel dopoguerra, ma le prime sperimentazioni risalgono agli anni Trenta. Il primo in ordine cronologico tra i film della rassegna, frutto del recente restauro del materiale superstite, è Senninbari (La cintura dai mille punti), girato nel 1937 con un pionieristico procedimento a due matrici.
La retrospettiva esplora poi varie manifestazioni del cinema a colori negli anni Cinquanta, abbracciando i sette anni che vanno dal primo lungometraggio commerciale a colori, Karumen kokyo ni kaeru (Carmen torna a casa, 1951) di Keisuke Kinoshita alla sgargiante favola storica dello stesso regista, Narayama bushiko (La ballata di Narayama, 1958), con le sue gamme cromatiche ispirate al teatro e alle arti tradizionali.
I film presentati illustreranno vari procedimenti tecnici, compreso il sistema d’importazione Eastmancolor e i formati nipponici Fujicolor e Konicolor. Quest’anno ci concentreremo in particolare sul Konicolor, che appare in ben tre film inclusi nel programma. Messo a punto dal laboratorio Konishiroku Shashin Kogyo, il sistema divenne celebre per il procedimento a tre matrici in grado di riprodurre vividamente un vasto ventaglio di colori e sfumature.
Il programma valorizza anche i diversi usi creativi della pellicola a colori: passando dalla luminosa vitalità di Jazz musume tanjo (È nata una cantante jazz, 1955) ai simbolismi politici di Yoru no kawa (Fiume notturno, 1956) di Yoshimura e a quelli psicologici di Kiiroi karasu (Il corvo giallo, 1957) di Gosho, i film selezionati esemplificano le diverse declinazioni delle potenzialità artistiche del colore nell’industria cinematografica giapponese.
Questo programma è stato curato in collaborazione con National Film Center, Tokyo. Ringraziamo in particolare il curatore Masaki Daibo.

Alexander Jacoby e Johan Nordström

 

Programma