Mer
26/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 16:30
Le Sang des bêtes / La Première nuit / Le Métro
Bernard Eisenschitz
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
LE SANG DES BÊTES
Scheda Film
“È stata l’esistenza dei macelli a spingermi a girare un film, e non il desiderio di girare un film a condurmi nei macelli”. Noto per la brutalità delle immagini che ritraggono l’abbattimento degli animali, Le Sang des bêtes è innanzitutto un film sulla banalità. Prima di filmare la morte in diretta, Franju, che viene dal cinema scientifico, ne mostra il paesaggio e gli strumenti. Si tratta di un’uccisione di massa: il cofondatore della Cinémathèque française si ricorda del finale di Sciopero, il primo grande film ad avere la massa come protagonista. Ma il film è anche figlio della sua epoca: tre anni prima le immagini dei cinegiornali sull’apertura dei campi di sterminio avevano sconvolto gli spettatori. Il commento vi allude: gli animali “seguono come uomini e belano come cantano gli ostaggi”. E conclude: “Non udiranno chiudersi i cancelli della loro prigione… le vittime dell’indomani”, frase cui faranno eco le ultime parole di Notte e nebbia.
Bernard Eisenschitz
Non una sola ripresa che non turbi, quasi senza motivo, con la sola bellezza dello stile, della grande scrittura visiva. Certo, il film è doloroso. Probabilmente verrà accusato di sadismo perché afferra il dramma saldamente e non lo elude mai. Ci mostra gli assassini senza l’odio di cui parla Baudelaire. Ci mostra il sacrificio delle bestie innocenti. Arriva a volte a toccare la tragedia con la terribile sorpresa di gesti e atteggiamenti che ignoriamo e di fronte ai quali ci spinge brutalmente. Il cavallo colpito frontalmente che si inginocchia, già morto. I riflessi dei vitelli decapitati che si agitano e sembrano dibattersi. In breve, un mondo nobile e ignobile che fa scorrere la sua ultima ondata di sangue su una tovaglia bianca sulla quale il gastronomo non deve più pensare al calvario delle vittime nella cui carne pianta la forchetta.
Attorno alla tavola dei sacrifici c’è la città fatta di diverse città e di diversi villaggi, la città che crediamo di conoscere e che non conosciamo, il suo cielo marittimo e funesto al di sopra degli insoliti scenari del canale dell’Ourcq.
Jean Cocteau, Sur Le Sang des bêtes, “Paris-Presse l’Intransigeant”, 8 settembre 1949; tr. it. Il cinema e il suo oltre – Verso il cinema del futuro, Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, Pesaro 1996
Cast and Credits
Scen.: Georges Franju, Jean Painlevé (commento). F.: Marcel Fradetal. M.: André Joseph. Mus.: Joseph Kosma. Int.: Georges Hubert, Nicole Ladmiral (voci narranti). Prod.: Paul Legros per Forces et Voix de France. 35mm. D.: 22’. Bn.
LA PREMIÈRE NUIT
Scheda Film
Basta un po’ d’immaginazione perché i nostri gesti più banali assumano all’improvviso un significato inquietante… Perché lo scenario della nostra vita quotidiana generi un mondo fantastico. Sta a ciascuno di noi svegliare i mostri e le fate. Il film è dedicato a tutti coloro che non hanno rinnegato la propria infanzia e che a dieci anni hanno scoperto nello stesso tempo l’amore e la separazione.
Boileau-Narcejac, esergo del film
Tutti i documentari di Franju contengono una forte componente di finzione e spesso parti recitate. Ma il suo ultimo corto prima di passare al lungometraggio è per la prima volta una finzione a tutti gli effetti, tratta da una sceneggiatura della cantante Marianne Oswald e dell’eclettico scrittore Remo Forlani. La Première nuit è la storia di una scoperta della libertà. All’uscita dal liceo un ragazzo dei quartieri alti sfugge alle regole quotidiane e all’autista che lo attende e si immerge in un altro mondo: il metrò, con le sue folle e i suoi deserti, le sue architetture fantastiche, i suoi incontri improbabili. Franju, che nel 1937 aveva scritto il pionieristico saggio Notes sur le style de Fritz Lang, trasfigura questo universo sotterraneo facendo appello a un altro mago della luce e dell’ombra, Eugen Schüfftan, che fotograferà anche La Tête contre les murs e Les Yeux sans visage. È anche un sogno di cinema, che è stato paragonato all’attraversamento dello schermo in Sherlock Jr. di Buster Keaton.
Bernard Eisenschitz
Cast and Credits
Sog.: Marianne Oswald. Scen.: Marianne Oswald, Remo Forlani. Scen.: Georges Franju. F.: Eugen Schüfftan. M.: Henri Colpi, Jasmine Chasney. Mus.: Georges Delerue. Int.: Pierre Devis (il ragazzo), Lisbeth Persson (la bambina). Prod.: Anatole Dauman, Sammy Halfon, Phillippe Lifchitz per Argos Films. 35mm. D.: 23’. Bn.
LE MÉTRO
Scheda Film
Saggio impressionista sul metrò di superficie più che su quello sotterraneo. Franju e Langlois disponevano solo di una cinepresa a fuoco fisso e di tre rulli di pellicola 16mm invertibile il cui acquisto fu finanziato dalla madre di Langlois. (Quest’ultimo si affrettò a dichiarare che non doveva toccare la cinepresa perché portava sfortuna).
Riprese dal basso di pedoni che scendono le scale. Donne con la gonna e uomini d’affari avanzano, inquadrati dalla cintola ai piedi. Riprese dall’alto delle teste dei passeggeri che scendono nella stazione. Carrellate dal metrò di superficie tra Bir-Hakeim e Passy. La torre Eiffel, la Senna. Panoramiche perpendicolari agli alberi e alle case. Un giovane sulla banchina, poi seduto su un sedile, in un vagone. Ascensori, scale, scale mobili, fumo, una mappa della metropolitana, inferriate… Fumo dei treni che entrano ed escono da una stazione parigina. Il film è stato ritrovato e preservato nel 1985.
Bernard Eisenschitz, dal testo di Glenn Myrent, in Tirages et restaurations de la Cinémathèque française II,
La Cinémathèque française, Parigi 1987
Cast and Credits
Scen., F., M., Prod.: Georges Franju, Henri Langlois. DCP. D.: 8’. Bn
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