LE SANG DES BÊTES

Georges Franju

Scen.: Georges Franju, Jean Painlevé (commento). F.: Marcel Fradetal. M.: André Joseph. Mus.: Joseph Kosma. Int.: Georges Hubert, Nicole Ladmiral (voci narranti). Prod.: Paul Legros per Forces et Voix de France. 35mm. D.: 22’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“È stata l’esistenza dei macelli a spingermi a girare un film, e non il desiderio di girare un film a condurmi nei macelli”. Noto per la brutalità delle immagini che ritraggono l’abbattimento degli animali, Le Sang des bêtes è innanzitutto un film sulla banalità. Prima di filmare la morte in diretta, Franju, che viene dal cinema scientifico, ne mostra il paesaggio e gli strumenti. Si tratta di un’uccisione di massa: il cofondatore della Cinémathèque française si ricorda del finale di Sciopero, il primo grande film ad avere la massa come protagonista. Ma il film è anche figlio della sua epoca: tre anni prima le immagini dei cinegiornali sull’apertura dei campi di sterminio avevano sconvolto gli spettatori. Il commento vi allude: gli animali “seguono come uomini e belano come cantano gli ostaggi”. E conclude: “Non udiranno chiudersi i cancelli della loro prigione… le vittime dell’indomani”, frase cui faranno eco le ultime parole di Notte e nebbia.

Bernard Eisenschitz

 

Non una sola ripresa che non turbi, quasi senza motivo, con la sola bellezza dello stile, della grande scrittura visiva. Certo, il film è doloroso. Probabilmente verrà accusato di sadismo perché afferra il dramma saldamente e non lo elude mai. Ci mostra gli assassini senza l’odio di cui parla Baudelaire. Ci mostra il sacrificio delle bestie innocenti. Arriva a volte a toccare la tragedia con la terribile sorpresa di gesti e atteggiamenti che ignoriamo e di fronte ai quali ci spinge brutalmente. Il cavallo colpito frontalmente che si inginocchia, già morto. I riflessi dei vitelli decapitati che si agitano e sembrano dibattersi. In breve, un mondo nobile e ignobile che fa scorrere la sua ultima ondata di sangue su una tovaglia bianca sulla quale il gastronomo non deve più pensare al calvario delle vittime nella cui carne pianta la forchetta.
Attorno alla tavola dei sacrifici c’è la città fatta di diverse città e di diversi villaggi, la città che crediamo di conoscere e che non conosciamo, il suo cielo marittimo e funesto al di sopra degli insoliti scenari del canale dell’Ourcq.

Jean Cocteau, Sur Le Sang des bêtes, “Paris-Presse l’Intransigeant”, 8 settembre 1949; tr. it. Il cinema e il suo oltre – Verso il cinema del futuro, Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, Pesaro 1996

 

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