Sab

30/06

Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 15:15

DER FALL ROSENTOPF / SHOULDER ARMS

Introducono

Caroline Fournier, Jan Ledecký e Jeanne Pommeau

Accompagnamento al piano di

Neil Brand

Info sulla
Proiezione

Sabato 30/06/2018
15:15

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

DER FALL ROSENTOPF

Scheda Film

Quando Der Fall Rosentopf fu girato l’impero tedesco era sul punto di crollare. Guardando il frammento riscoperto di questo film a lungo considerato perduto, sorge immediata una riflessione: questa crime comedy è così disinvolta e spensierata da far pensare che la sconfitta nella Grande guerra e il trauma tedesco che ne derivò non siano mai esistiti. Ancora una volta Ernst Lubitsch interpreta un ebreo berlinese di nome Sally, già impersonato in Schuhpalast Pinkus (Pinkus l’emporio della scarpa, 1916) e in Meyer aus Berlin (Meyer il berlinese, 1918). Stavolta Sally è l’aiutante del detective Ceeps, e il suo compito è risolvere il caso Rosentopf. Dall’interpretazione di Lubitsch traspare un contagiosissimo piacere di recitare che ci fa desiderare di poter vedere un giorno anche la parte restante del film. Le didascalie sono arricchite da un’ampia gamma di sottintesi e offrono un primo assaggio dello stile che sarà chiamato ‘Lubitsch touch’. La copia nitrato del frammento di Der Fall Rosentopf contenente scene del primo e del secondo atto fu consegnata nel 1987 all’ex Archivio cinematografico della DDR (SFA) da un collezionista privato e fu successivamente acquisita dal Bundesarchiv Filmarchiv. A causa dell’assenza del titolo, l’identificazione è avvenuta solo molti anni dopo.

Dirk Förstner

Cast and Credits

Scen.: Ernst Lubitsch, Hanns Kräly. F.: Alfred Hansen. Scgf.: Kurt Richter. Int.: Ferry Sikla (Rentier Klingelmann), Margarete Kupfer (Rosa), Ernst Lubitsch (Sally), Trude Hesterberg (Bella Spaketti). Prod.: Paul Davidson per Projektions-AG “Union” (PAGU). DCP. D.: 19’. Col.

SHOULDER ARMS

Scheda Film

All’inizio di Shoulder Arms: con una carrellata in avanti seguiamo Charlot che avanza nel varco della trincea, incurante delle esplosioni. La macchina da presa lo accompagna fino in fondo, poi una carrellata all’indietro lo riporta verso gli spettatori, quasi come se camminasse lungo il corridoio del cinema, tra le poltrone. Sembra un invito a seguirlo fino al campo addestramento reclute, con la tacita promessa che riuscirà a farci ridere di gusto, anche se l’argomento è il meno comico di tutti: la guerra. Tecnicamente parlando, Shoulder Arms è uno dei film più complessi realizzati da Chaplin fino ad allora: sdoppiamenti narrativi e split screen, set curati e realistici, movimenti di macchina sofisticati e una magnifica mise-en-scène. È ricco di situazioni comiche che scoppiano frequenti come le granate, alcune memorabili, come la scena in cui si camuffa da albero (non si tratta proprio di camouflage – dirà Bazin – sembra piuttosto “uno di quei piccoli insetti indiani che assumono le sembianze di una foglia” o che fingono di essere morti, e l’unica differenza tra loro e Charlie sta nella “velocità con cui riemerge dalla sua condizione di dissoluzione spaziale, e ritorna al mondo, perennemente pronto all’azione”).
Shoulder Arms è solo il primo di molti film che Chaplin realizzò contro il parere di amici e colleghi: “È molto pericoloso, in questo momento, prendere in giro gli orrori della guerra”, lo mise in guardia DeMille. Lui andò avanti lo stesso, inizialmente concependo il film come il suo primo lungometraggio e girando molti metri di pellicola (poi tagliati e ridotti a tre rulli) in cui si vede Charlot, uomo di famiglia, prima di arruolarsi. Shoulder Arms fu uno dei maggiori successi commerciali di Chaplin e fu a lungo utilizzato da pubblico e critica come metro di paragone per giudicare i suoi film successivi. Ma non è tutto. Il film uscì in sala al momento giusto e riuscì a far ridere la gente dell’idiozia della guerra, entrando così a far parte, in maniera determinante, dell’esperienza del conflitto mondiale. “Come hai fatto a catturare tredici soldati tedeschi tutto da solo?” – chiede a Charlot il suo superiore – “Li ho circondati”.

Cecilia Cenciarelli

Cast and Credits

Scen.: Charles Chaplin. F.: Roland Toteroth. Scgf.: Charles D. Hall. Int.: Charles Chaplin (la recluta), Edna Purviance (la ragazza francese), Sydney Chaplin (il sergente/Kaiser), Jack Wilson (il principe tedesco), Henry Bergman (il sergente grasso/maresciallo Hindenburg), Albert Austin (il soldato americano/soldato tedesco/autista del Kaiser), Tom Wilson (il sergente istruttore), John Rand, Park Jones (soldati americani), Loyal Underwood (un tedesco). Prod.: Charles Chaplin per Chaplin-First National 35mm. L.: 829 m. D.: 41′ a 18 f/s. Bn e col.

[JOURNAAL: PARIJS, 11 NOVEMBER 1918]

Anno: 1918
Paese: Francia
Durata: 2'
Versione del film

Didascalie olandesi

Edizione
2018